21 gennaio 2013
2
Egli gridò con voce potente: «È caduta, è caduta Babilonia la grande! È
diventata ricettacolo di demòni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni
uccello impuro e abominevole.
3
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua prostituzione furente,
e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono
arricchiti con gli eccessi del suo lusso».
4
Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio,
affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi
castighi; 5 perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è
ricordato delle sue iniquità.
(Ap
18)
Quanti giochi ci sono, tanti ne voglio fare con Te, perché se Tu giochi e mi fai giocare, metti l'ordine nel mio disordine.
Ci sono giochi che cominciano col disordine e portano la vittoria nell'ordine, e giochi che cominciano con l'ordine e portano la vittoria nel disordine.
Le carte vengono mescolate apposta e si disordinano, gli scacchi vengono allineati nell'ordine, come in una battaglia.
O Gesù, io ti do il mio disordine e tu donami l'ordine del tuo amore; io ti do la mia nullità e Tu la tua ricchezza.
Giochiamo: la mia posta è l'anima mia.
Vincimi, prendimi, raccoglimi come conquista del tuo gioco d'amore!
Ecco, sono come un aquilone: tirami, e fa che io m'innalzi nel Cielo.
Sono come acqua saponata: soffiami dentro perché mi dilati come un palloncino iridescente.
Sono come pesante saetta: scoccami dal tuo arco perché raggiunga il segno.
Sono come cerchio che gira senza meta: accompagnami con la tua verga di comando, perché io trovi la mia via.
Sono come pallone smarrito nelle vicende della vita, e sbattuto di qua e di là dalle mani degli uomini: lanciami Tu e mettimi nella tua rete.
Sono un disco che non sa muoversi: lanciami con la tua grazia.
Giochiamo, Gesù, alla fune: io tiro Te e Tu tiri me... chi ha più forza?
Vincimi!
Giochiamo al salto: Tu mi chiami, ed io vengo superando le barriere della mia nullità.
Giochiamo a nascondersi: Tu mi chiami e non ti fai vedere ed io ti cerco.
Giochiamo, Gesù, portami fuori del mondo: là vedrò nei cieli stellati il gioco di Dio, e nella mia nullità il gioco del tuo amore!
O pane del Cielo, o dolcezze della solitudine eterna, dove si è bambini e si gioca per sempre!
Si gioca con la luce eterna, coi riflessi delle eterne magnificenze, con le delicatezze del tuo amore, con la Mamma del Cielo, coi Santi, con gli Angeli, senza gli assillamenti di una vita angosciata dalla complicazione e turbata dalla serietà!
O Gesù, donami la semplicità dell'amore!
È questo il gioco più bello del nostro amore!
(Padre Dolindo Ruotolo)
Figlie mie, quante sorprese può darvi la mia
compagnia, e quanta vita vi verrà nel cuore se sapete dimenticarvi! Quello che
vi inaridisce è la serietà....
Pensate e ragionate troppo! Piccine mie, siate piccine
sul mio Cuore, e giocate con me piccino sul vostro. Non mi sono fatto per voi
Ostia silenziosa ed inerte? Eppure sono vita.
Fatevi ostie di amore e dimenticatevi.
Vorrei parlare a ciascuna di voi e specialmente a
qualcuna di voi. Ma non voglio che vi perdiate poi in vani ragionamenti.
Vi voglio piccole, piccole, piccole. Intendetelo.
Dalla semplicità piccolina nasce la fede luminosa, la speranza sicura, l'amore
vivo. Dalla piccolezza viene la grandezza, come dal piccolo seme si sviluppa
l'albero grandioso.
Vi benedico tutte +++
Confidate! Fate come i piccoli che rimettono al babbo
ogni cosa.
Non vi assillate. Vivete di me, vivete con me! Il
tragitto è breve, finisce tutto, rimane l'eterna vita; e là sarete piene
d'ineffabile gaudio. Amen.
Padre Dolindo Ruotolo scriveva questo prezioso e originalissimo
scritto alle sue figlie spirituali, sullo stile dell'Imitazione di Cristo,
nell'ormai lontano 6 giugno 1938, quando l'Europa era già sotto le morse di
Hitler e si era alla vigilia della seconda immane guerra mondiale. Egli, poi
doveva far fronte alle numerose ed ingiuste accuse che venivano fatte al suo
Commento alla Sacra Scrittura. Il suo animo ne soffriva indicibilmente.
"Seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella
comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da soli. Chi cede alla
tentazione di andare «per conto suo» o di vivere la fede secondo la mentalità
individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incontrare
mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui."
- papa Benedetto XVI -
Il segreto della felicità
è tenere il cuore aperto agli altri e alle esperienze della vita.
Il cuore,
infatti, è come la porta d’ingresso di una casa:
la luce del sole può entrare
solo quando la porta è ben aperta.
- Swami Kriyananda -
- Swami Kriyananda -
"Quando Papa Giovanni
Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla Piazza di San Pietro. Ancora, e
continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: "Non
abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!" Il Papa parlava
ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo potesse portar
via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato entrare e concesso la
libertà alla fede.
Sì,
egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione,
dello stravolgimento del diritto, dell'arbitrio. Ma non avrebbe portato via
nulla di ciò che appartiene alla libertà dell'uomo, alla sua dignità,
all'edificazione di una società giusta"
- Papa Benedetto XVI -
buona giornata a tutti. :-)