martedì 28 agosto 2012

Passato e Futuro

Una piccola civetta aveva un gran desiderio di cantare nella luce del giorno. La notte non le piaceva, la rendeva triste e depressa.
“Ma le civette hanno sempre cantato di notte: si è sempre fatto così”, spiegò, con molta fermezza, la madre, alla sua piccola civetta.
“Lo so. Ma si può anche cambiare”, rispose convinta la giovane civetta.
“Non è possibile. Cosa diranno tutte le altre civette che non la pensano come te?”, continuò la madre, rimproverandola!
“Spiegherò loro che voglio tentare una cosa nuova. Voglio solo provare”.
“Ci sarà senz’altro un gran chiacchierare di te e sarai considerata senza cervello, pericolosa; poi… ti isoleranno”.
“Ma è perché ho cervello che voglio tentare una cosa nuova  (insistè la piccola)
; forse si aprirà una nuova strada per la nostra specie e non saremo  più chiamate - gli uccelli della notte -, o - gli uccelli del malaugurio - ”.
E così, quando si avvicinò l’alba, la civetta cominciò a cantare tra gli alberi del parco nazionale. Le ultime stelle impallidivano per lasciare il posto alla luce del giorno. Infatti, cominciarono a spuntare i primi raggi del sole dietro le colline. La piccola civetta, vedendoli, si emozionò e si commosse alla vista di tanta bellezza: vedeva sorgere il sole per la prima volta e godeva del suo calore. Anzi, a mano a mano che cantava, le note le uscivano sempre più melodiose, più chiare, più belle e più allegre.
“Il giorno è pieno di bellezza e di armonia (disse a se stessa); non tornerò più a cantare di notte sulle case diroccate del paese e sui cipressi dei cimiteri; io voglio cantare alla luce del sole e annunciare il giorno; io voglio annunciare la vita”, esclamò tutta contenta e piena di gioia. E con questi bellissimi sentimenti voló allegramente verso casa.
Era così felice che raccontò subito la sua straordinaria esperienza alla madre e alle civette, vicine di casa. Ma quelle la guardarono con diffidenza, come una che si sta allontanando dalla giusta strada. Era una cosa nuova ed esse ne avevano paura. E la abbandonarono. La piccola civetta rimase sola. Ma, il mattino dopo, non rinunciò a cantare nella luce del sole.
La costanza
nel credere
alle proprie intuizioni
puó cambiare il futuro
tuo e degli altri.
Il difficile è
farlo accettare
da chi è ancora
legato fortemente

al passato.


La vita è troppo corta per svegliarsi la mattina con i rimpianti. Quindi, ama le persone che ti trattano bene e dimenticati di quelle che non lo fanno. E credi che tutto accada per una ragione.. se hai un'opportunità, coglila; se cambia la tua vita, lasciala fare. Nessuno ha detto che sarebbe stato facile... hanno solo promesso che ne sarebbe valsa la pena.




La civetta di Minerva è stata rappresentata anche nella moneta di un euro greco, così com'era raffigurata in un'antica tetradracma ateniese del V secolo a.C., per ricordare le loro tradizioni mitologiche e la cultura, soprattutto quella filosofica e quella scientifica che per secoli e secoli ha accompagnato questa popolazione.