domenica 8 luglio 2012

Perché i buoni soffrono? -

Non più tardi di ieri l'altro, il signor N. N. mi ha posto la seguente domanda:

“Di solito i buoni soffrono, mentre il più delle volte i cattivi se la passano abbastanza bene. Dove sta la giustizia?”.

“Iddio è infinitamente giusto, non è vero?”.

“Si, certo”.

... “Altrimenti non sarebbe Dio. Di conseguenza, Egli deve ricompensare ogni buona azione e punire ogni azione cattiva. Nessuna azione, nessuna parola, nessun pensiero sfuggirà al Suo giudizio. Attualmente, però, esiste forse al mondo una persona, sia pure la peggiore di tutte, che non faccia mai nulla di buono?”.

“Non esiste di certo”.

“Ebbene, almeno qualche volta ognuno compie bene il proprio dovere, oppure dimostra pietà verso il suo prossimo, oppure riesce a fare almeno qualche altra cosa buona. Ebbene, se quest'uomo sarà vissuto talmente male da meritare, dopo la morte, l'inferno, quando sarà che Dio lo ricompenserà di quel poco di bene che avrà fatto?… Quando?…”.

“Nell'altro mondo”.

“Ma al di là lo attende solo l'inferno”.

“Allora in questo…”.

“Inoltre, esiste forse una persona, sia pure la migliore di tutte, che non abbia mai fatto alcunché di male?”.

“Neppure una persona simile esiste”.

“Ed è vero, poiché anche 'il giusto cade sette volte' (Pr 24, 16) al giorno. Perciò,
se Dio vuole abbreviargli il purgatorio o concedergli subito il paradiso, dove avrà luogo il 'saldo dei conti'?”.

“Ah! dev'essere proprio così…”.

“Iddio manifesta un amore particolare proprio verso coloro che punisce già in questo mondo, poiché nel purgatorio vi è soltanto una lunga e pesante punizione, mentre se accettiamo volontariamente le croci in questo mondo, ci meritiamo una gloria ancora maggiore in paradiso; di qui pure il proverbio: "Dio ama colui che Egli percuote”.

Non sono affatto da invidiare, quindi, le persone cattive che godono una vita felice; costoro, anzi, dovrebbero temere fortemente che questo fatto possa essere già la ricompensa per quel poco di bene da essi operato.

Santa giornata a tutti sotto il Manto dell'Immacolata!

(San Massimiliano M. Kolbe)
Il buono soffre perche' e' immagine di Gesu' per eccellenza, non ama il male, non ama la violenza, desidera la pace e si nutre di amore. Non puo' rimanere indifferente a tutto cio' che causa dolore, amarezza, angoscia, distruzione fisica e spirituale a se stesso e soprattutto a coloro che ama.
Il buono comprende di possedere un'anima che va salvaguardata con cura, preda bramata da satana. Sa di trovare gioia e letizia nel fare il bene, ma sa anche che la bonta' attira su di se invidia, gelosia, cattivieria, ironia, disprezzo e rancore, perche' chi ama il male non conosce altro e non tollera che negli altri non albergano questi stessi malefici sentimenti.
Gesu' ha conosciuto la sofferenza piu' atroce e brutale, vittima dei suo carnefici, eppure era la bonta' stessa, ma ha vinto sul male, sulla cattiveria dell'uomo amante del male, e il "buono" come Gesu', soffrira' ma infine trionfera' e conoscera' la gioia eterna.'

Il beato Giovanni Paolo II
al campo di concentramento di Auschwitz
visita la cella di Padre Kolbe, 1979