domenica 10 giugno 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (5) - Padre Andrea Gasparino

4 • EDUCARSI AL SACRO

Questo è il grado superiore di educazione sessuale, finché non si giunge qui, manca il più nell'educazione ses­suale. Bisogna che entri nel tuo cuore una verità sublime: il sesso è una realtà segnata dal sacro. La prova è questa: Dio ha legato la sessualità al mistero della vita.

Dicono che nella spiritualità indù il rapporto sessuale è compiuto dagli sposi come un atto sacro. Conosco tanti sposi cristiani che vivono il rapporto matrimoniale come un atto sacro, preparato nella preghiera e nella purifica­zione da ogni egoismo. Il loro donarsi per amore, diventa un momento di grazia che li arricchisce.

La formazione al sacro deve cominciare in tempo, fin dalla fanciullezza: imparando il rispetto per tutto ciò che è attinente al mistero della vita e del sesso. È una mentalità che dobbiamo rafforzare nell'adolescenza.

Per esempio quando l'adolescente passa vicino a una donna incinta, deve imparare a fare una preghiera per la piccola creatura che quella mamma porta in sé, e un'altra per quella mamma, perché sia capace a educare quel bimbo in modo sapiente, e sia capace di sopportare tutti i sacrifici che Dio le chiederà per la vita di quel bimbo.

L'incontro con una mamma in attesa di un figlio è un momento di grande commozione per l'adolescente. Quando questo senso del sacro è vivo, si capisce che la sua maturazione sessuale sta giungendo a un livello altis­simo.

Rapporti prematrimoniali

Parliamo un momento, è il suo posto più giusto, dello spinoso problema dei rapporti prematrimoniali.

È un punto importante nella formazione dei giovani, è la loro prova del fuoco. Da questo problema nasce la se­rietà del futuro matrimonio, o il suo sfascio.

Mi ha sempre colpito un dato di fatto impressionante: i matrimoni falliti che ho incontrato nella mia vita, sono partiti tutti con rapporti prematrimoniali sbagliati. Non ho ancora incontrato un solo caso di matrimonio ben riu­scito che affondava la sua radice in un fidanzamento sba­gliato.

Il fidanzamento e il matrimonio sono due realtà legate, ma diverse: il fidanzamento è preparazione e attesa. Il matrimonio è compimento.

Perché la Chiesa dice no ai rapporti prematrimo­niali? Per tanti gravi motivi. Eccone alcuni.

1. Il rapporto prematrimoniale è un'ingiustizia e una slealtà, perché la Chiesa considera l'atto matrimo­niale come un atto con cui ci si impegna irrevocabilmen­te. Ora è lecito prendere alla leggera questo atto? E gio­care con questo atto? «Pongono il segno del matrimonio senza che vi sia il matrimonio», si legge in un documento dell'Episcopato tedesco: è qui la sua gravità.

Un giovane mi ha chiesto: «Perché la Chiesa, nono­stante la mentalità che circola, è sempre sulle sue posizio­ni di massima severità in questa faccenda?».

Ho risposto: ma la Chiesa non c'entra, è la severità di Cristo che obbliga la Chiesa ad aprire gli occhi e a farli aprire. Alla Chiesa sarebbe più comodo essere blanda, fa­re la tollerante come fanno tutti, come ormai è di moda.

Ma non può, perché Gesù Cristo ha parlato chiaro sulla santità del matrimonio - cioè sulla sua serietà - fino a dire: «Avete inteso che fu detto: "Non commettere adul­terio", ma io vi dico: chiunque guarda una donna per de­siderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuo­re» (Mt 5,27).

Il vincolo matrimoniale è così sacro, che basta uno sguardo impuro, un desiderio impuro, a sporcarlo e a in­frangerlo. Ora giudica tu come è grave il divertirsi con l'atto matrimoniale.

E la coscienza te lo conferma, se sei profondamente sincero, che Cristo ha ragione: non si può donare il cor­po senza donare se stessi.

2. Un motivo serio che convalida la severità della Chiesa è questo: la libertà prematrimoniale impove­risce la conoscenza vera, e non verifica affatto l'amore.

La prova dell'amore tra i due ragazzi è macchiata e di­sturbata dalla loro sensualità; chi indulge ai rapporti pre­matrimoniali giunge al matrimonio senza aver fatto la prova dell'amore.

E l'amore senza gratificazioni quello che conta: due giovani che si lasciano andare vanno al matrimonio con gli occhi bendati, senza sapere se saranno capaci di esse­re reciprocamente fedeli.

3. Un'altra riflessione che mi impressiona è questa: l'amore vero non è mai cedimento o conquista, l'amore vero rende migliori e sereni. Voglio vedere com'è la coscienza e la pace interiore di chi corre dietro ai suoi istinti e alle sue passioni.

Una ragazza mi ha confidato: «Ho risposto così al mio ragazzo che cercava soddisfazioni sensuali: "Ho detto no perché: non ti considero un ragazzino da accontentare, ma ti considero un amico da aiutare a crescere, e che aiuta me a crescere.

Se mi ami veramente, devi considerarmi una persona, non devi considerarmi un oggetto. Baloccarti con l'amore è troppo infantile. Non voglio sciupare l'amore"».

Sono risposte che vengono dallo Spirito Santo.

4. C'è un'insidia che sembra vestita di luce, ma è pie­na di menzogna. Eccola: dobbiamo vedere se siamo fatti una per l'altro, se fra noi c'è armonia sessuale.

Menzogna! Il matrimonio non è un gioco sessuale. Il divertirsi non chiarisce certo l'armonia sessuale. E il ri­spetto che crea l'armonia, non il divertirsi. Il divertirsi usando un atto sacro, scatena e fomenta l'egoismo; non crea l'armonia, la minaccia.

Ho sentito un sacerdote presentare questo paragone: «Sono chiamato al sacerdozio, ma prima del giorno in cui sarò consacrato non posso né celebrare la Messa né dare l'assoluzione. Se lo facessi commetterei un delitto. Eppu­re a tre mesi dalla prima Messa conosco già il messale e ho finito i miei studi».

Solo col sacramento dell'Ordine il novello sacerdote riceve da Cristo il sì che lo investe della missione di sacer­dote per tutta la vita.

Così due giovani col matrimonio ricevono il sì di Cri­sto che li rende capaci di un sì reciproco, fedele per tutta la vita, e insieme sono investiti della missione sublime di trasmettere la vita.

5. Lo so che l'andazzo è grande e troppa gente ci ca­sca. Si dice: «Ci mettiamo insieme e vediamo», e si sot­tintende: se non va, ognuno ritorna per conto suo.

Non è un ragionare da persona, è un ragionare ani­malesco. È lo sfascio della famiglia, che spesso la fa pa­gare ai figli. È la premessa per gli squilibri affettivi, è cal­pestare la missione matrimoniale, è la strage della fami­glia nel presente e nel futuro.

Un'altra famiglia che nasce sullo sfascio di un matri­monio andato a monte, è una desolazione! Che consi­stenza potrà avere costruire su un divorzio un'altra fami­glia, calpestando cocciutamente la legge di Dio?

(continua)
(Padre Andrea Gasparino)

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Il bacio, Picasso

Solo per oggi, e domani ancora…
Alzati presto. Fai un sorriso
Lascia andare i sensi di colpa, non guardarti indietro.
Fai un piano, credi in te stesso.
Goditi ciò che sei. Accetta la tua umanità.

Chiedi aiuto, e accetta ciò che gli altri hanno da darti.
Ringrazia.
Cambia, senza indugio e con coraggio.
Accetta ciò che non puoi cambiare. Sii paziente.
Mantieni le promesse, quelle del tuo cuore.
Non indugiare sul passato.
Vivi con amore ogni momento. Costruisci un domani migliore.
Apri il tuo cuore, esplora la tua anima.
Ricorda, i miracoli accadono.
Sorridi.

(Stephen Littleword)