Basterebbe questa leggenda mitologica per misurare l'abissale contrasto che divide la concezione pagana dal messaggio biblico.
Anzi, tra le verità più splendide della fede cristiana, non ce n'è una che emerga come questa: il nostro Dio non soffre di gelosia.
Non considera l'uomo come suo rivale.
Ma come partner che collabora con lui nel cantiere sempre aperto della creazione. Come socio, cioè, dì pari dignità, nella sua cooperativa di lavoro. Non si macera nel timore che l'uomo un giorno o l'altro debba truffargli i brevetti delle sue invenzioni. Ma gli concede i poteri delegati su tutte le ricchezze dell'universo.
Non nasconde i suoi segreti nella cassaforte del mistero. Ma li squaderna sotto gli occhi dell'uomo. Perché non ne teme la concorrenza, anzi, ne sollecita la collaborazione.
«Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani» (Sal 8,7).
Se non sapessimo che è il versetto di un Salmo altamente lirico, ci sembrerebbe la stesura di un verbale di consegna. O forse, meglio, ci parrebbe il passaggio solenne di un rogito notarile con cui si prende ufficialmente atto dell'incoronazione dell'uomo a viceré dell'universo.
In realtà con queste parole bibliche veniamo messi a
conoscenza, come se ce ne fosse ancora bisogno, dei nostri diritti regali su tutto il creato. La qual cosa non può non
accentuare la dimensione strettamente personale del nostro rapporto con Dio.
(continua)
(don Tonino Bello)
Fonte: "Dire Dio oggi. Dallo stupore alla trascendenza"
Scrigni, collana diretta da don Ciccio Savino, Ed. Insieme, pagg. 9 e 10 Francesco Scaramuzza (1803-1886) “Prometeo ruba il fuoco protetto da Minerva”Affresco sul soffitto del Salone Maria Luigia della Biblioteca Palatina di Parma (Italy) Buona giornata a tutti :-) www.leggoerifletto.it |