Forti fremiti fecero sussultare tutto il Padre che continuò a piangere. «La Madonna», ripeté per la terza volta, «è la Mamma nostra!».
Un pianto dirotto e irrefrenabile scosse il Padre il quale, a stento, riuscì a prendere il fazzoletto per asciugarsi le lacrime che, oramai, avevano bagnato tutto il suo viso.
Non ebbe nemmeno il tempo e la forza di asciugarsi, tanto le lacrime erano incalzanti e continue. Egli allora abbandonò le mani sulle ginocchia e, piangendo, gridava: «La Madonna è la Mamma nostra, la Madonna è la Mamma nostra».
Io ero in ginocchio davanti a lui. Poggiai le mani sulle sue ginocchia e sussultavo con lui. Non me ne accorsi se piansi, ma certo mi sentii morire.
Il Guardiano subito intervenne: «Padre, grazie, ma non piangete».
Padre Pio piangeva ancora. Allora il Guardiano, con voce forte e accorata, disse: «Padre, per favore, non piangete più, ci sentiamo morire!».
Io mi avvicinavo sempre più alle ginocchia del Padre che tremava. Poi, ecco, dolcemente finì di piangere.
Il quadro austero e penitenziale degli
Uffici, che precedono le grandi solennità, lascia spesso intravvedere la gioia,
contenuta ma gustosa, di un’attesa. Letture e canti della vigilia
dell’Assunzione portano questa caratteristica, che lascia indovinare il
travaglio di una grazia premurosa. Né parole, né riti però provocano per primi
questa serenità, ma la gioia zampilla dal profondo del cuore e si gusta in
silenzio, nell’intimo dell’anima.
Il cristiano oggi si prepara alla
festa della Madre. Sì, davvero, la
Madre, perché Maria è vera Madre per ogni fratello del suo Figlio. Mediatrice e
tesoriera della grazia, Maria è lo strumento docile e perfetto, che gli
trasmette la vita soprannaturale, con le sue ricchezze incomparabili. Ma Maria
è inoltre la Madre per eccellenza, la Madre unica e perfetta, Madre verginale e
in senso pieno e, in una parola, che dice tutto, la Madre di Dio. Vedremo
domani come la pietà cristiana fu portata a celebrare questo giorno
natalizio della
Madonna e a ricordare il suo trionfale ingresso, in corpo e anima, nel Regno
della gloria celeste. Ora dobbiamo pensare alla Madre, dobbiamo prepararci
insieme con i Santi tutti del cielo e della terra e con Dio stesso a onorarla
degnamente.
Una madre di quaggiù si festeggia,
onorandola nel giorno dedicato al Santo o alla Santa di cui porta il nome, ma
per Maria la cosa è diversa. La sua festa non è festa di un’altra Santa sua
Patrona, è festa soltanto sua, e ciò che la Chiesa vuole celebrare è la
pienezza della sua santità. Un solo omaggio salirà a Colei, che è insieme la
Madre e la Santa.
La santità personale di Maria sta nell’essere
la Madre perfetta, voluta da Dio per il Figlio suo e per noi: è questa la sua
vocazione meravigliosa. In Essa, la perfezione della carità, che in ciascuno di
noi costituisce la santità, per privilegio mai udito e commovente, diventa
perfezione dell’amore materno e amare Dio è amare suo Figlio. Festeggiare in
Maria la Madre e la Santa è perciò lodare una identica perfezione, un solo
amore: e un unico slancio di lode esprimerà in noi e la pietà religiosa e la
pietà filiale.
L’anima, che vuole onorare Maria,
deve, in questa vigilia di festa, porre prima di tutto due condizioni: essere
pura e ricca di amore. La grazia dei sacramenti le realizzerà e la Chiesa,
immagine visibile e vivente della Regina del cielo, guiderà gli affetti con i
pensieri suggeriti dallo Spirito di Dio.
da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – II. Tempo Pasquale e dopo
la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P.
Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 969