“La nostra speranza è in Cristo, in quella Presenza che, per quanto distratti e
smemorati, non riusciamo più a togliere - non fino all'ultimo briciolo, almeno
- dalla terra del nostro cuore per tutta la tradizione dentro la quale Egli è
giunto fino a noi. È in Lui che io ho speranza, prima di avere contato i miei
errori e le mie virtù. Non c'entrano, qui, i conti numerici. Nel rapporto con Lui il numero non c'entra, il peso misurato e
misurabile non c'entra, e tutta la possibilità di male che in me può
realizzarsi nel futuro, anche questa non c'entra, non riesce ad usurpare il
titolo primario che possiede davanti agli occhi di Cristo il «sì» di Simone, da
me ripetuto. Allora viene un fiotto dal fondo di noi, come un respiro che salga
dal petto e inebrii tutta la persona e la faccia agire, le faccia desiderare di
agire in modo più giusto: scaturisce, scatta dal fondo del cuore, il fiore del
desiderio della giustizia, dell'amore vero, autentico, della capacità di
gratuità. Come l'inizio di ogni nostra mossa non è un'analisi di ciò che gli
occhi vedono, ma un abbraccio di ciò che il cuore attende, così la perfezione
non è l'espletare delle leggi, ma l'adesione a una Presenza.
Solo l'uomo che vive questa speranza in Cristo continua tutta la sua vita nell'ascesi, nello sforzo per il bene. E anche quando egli sia palesemente contraddittorio, desidera il bene. Questo vince sempre, nel senso che è l'ultima parola su di sé, sulla propria giornata, su quello che si fa, su quel che si è fatto, su quello che si farà. L'uomo che vive questa speranza in Cristo continua nell'ascesi. La moralità è una tensione continua al «perfetto» che nasce da un avvenimento in cui un rapporto col divino, col Mistero, è segnato.”
- don Luigi Giussani -
Solo l'uomo che vive questa speranza in Cristo continua tutta la sua vita nell'ascesi, nello sforzo per il bene. E anche quando egli sia palesemente contraddittorio, desidera il bene. Questo vince sempre, nel senso che è l'ultima parola su di sé, sulla propria giornata, su quello che si fa, su quel che si è fatto, su quello che si farà. L'uomo che vive questa speranza in Cristo continua nell'ascesi. La moralità è una tensione continua al «perfetto» che nasce da un avvenimento in cui un rapporto col divino, col Mistero, è segnato.”
- don Luigi Giussani -
da: Generare tracce nella storia del
mondo (Rizzoli editore)
"Stavo piangendo per una ragione
completamente diversa. Mentre ti osservavo ballare quel giorno, ho visto
qualcos'altro.
Ho visto un nuovo mondo che si avvicinava a grandi passi.
Più
scientifico, più efficiente, certo. Più cure per le vecchie malattie.
Splendido. E tuttavia un mondo duro, crudele. Ho visto una ragazzina, con gli
occhi chiusi, stringere al petto il vecchio mondo gentile, quello che nel
suo cuore sapeva non sarebbe durato per sempre, e lei lo teneva fra le braccia
e implorava, che non la abbandonasse. Ecco ciò che ho visto.
Non eri veramente
tu, non era quello che stavi facendo, lo so. Ma ti ho vista e ho sentito il
cuore spezzarsi. E non l'ho mai dimenticato.“
- Kazuo Ishiguro -
vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2017
“Non abbiate paura di apparire diversi e di
venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: coloro che
sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo hanno un profondo
bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità
manifestata da Gesù Cristo”.
- Papa Benedetto XVI -