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domenica 2 agosto 2020

Dieci anni di Leggoerifletto

Sono passati 10 anni. Dieci anni da quando, a causa di un importante intervento chirurgico, mi sono ritrovata a letto per diversi mesi. Ore interminabili. Ho ripreso un poco per volta il piacere di leggere che avevo da ragazza. Poi il passo successivo…perché non condividere quello che leggevo con degli amici? Magari in rete? La piattaforma Blogger, gratuita, sembrava fatta per me. 
Leggere per riflettere. Il tempo e la solitudine non mi mancavano. Piccole letture e piccole meditazioni. Qualche chicca da succhiare e da condividere con tutti i golosi di parole. Pensavo a un piccolo gruppo di persone con le quali condividevo le  lunghe ore di attesa in ospedale per la medicazione e gli esami di controllo. Invece in questi dieci anni gli amici sono diventati tantissimi e in tutto il mondo e la prima a stupirmi sono io. Ai passanti spero di aver offerto qualche spunto di riflessione. Sicuramente ho ricevuto tantissimo. Grazie!!


Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. 
Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena di acqua viva e morta, basta inclinarsi un poco e da me scorrono pensieri tutti belli, contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono miei e provengono da me e quali li ho letti, e così in questi trentacinque anni mi sono connesso con me stesso e col mondo intorno a me, perché io quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiassi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari. 
Così in un solo mese presso in media venti quintali di libri, ma per trovar la forza per questo mio benedetto lavoro, allora in questi trentacinque anni ho bevuto tanta birra che questa lager formerebbe una piscina da cinquanta metri, un parco di peschiere per le carpe di Natale.
Così contro la mia volontà sono diventato saggio e sto adesso accertando che il mio cervello è fatto di pensieri lavorati dalla pressa meccanica, di pacchi d’idee.

- Bohumil Hrabal - 
Da: Una solitudine troppo rumorosa




Da trentacinque anni pigio i bottoni verde e rosso della mia pressa, da trentacinque anni però bevo anche brocche di birra, non certo per il bere, io ho orrore degli ubriachi, io bevo per aiutare il pensiero, per arrivare meglio al centro stesso dei testi, perché quello che io leggo non è né per divertimento né per far passare il tempo o addirittura per addormentarmi meglio, io, che vivo in un paese in cui quindici generazioni sanno leggere e scrivere, io bevo per poter non dormire mai piú a causa della lettura, perché la lettura mi faccia venire il tremito, poiché io condivido con Hegel quell’opinione che un uomo nobile è poco un nobile e un criminale è poco un assassino. 
Se io sapessi scrivere, scriverei un libro sulla maggiore felicità e sulla maggiore infelicità dell’uomo. Attraverso i libri e dai libri ho appreso che i cieli non sono affatto umani e che un uomo che sa pensare, anche lui non è umano, non che non lo voglia, ma ciò contrasta col giusto modo di pensare. Sotto le mie mani e nella mia pressa meccanica periscono libri preziosi e io non posso impedire questo flusso e corso. 

- Bohumil Hrabal -
da:  Una solitudine troppo rumorosa


Buona giornata a tutti. :-)