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martedì 23 ottobre 2018

Intervista da Emmaus - Stuart Jackman

Intervista a Cleofa', uno dei due discepoli di Emmaus

Stavamo tornando a casa, continuando a confabulare sugli avvenimenti di questo fine settimana, riandandovi per la centesima volta. 
Ci sforzavamo di dare un qualche costrutto alle cose, ma senza molto successo. Ed ecco che, a circa un chilometro dalla città, ci si avvicina un uomo...
- Era il Nazareno?
Be', questa è la cosa buffa: Noi non l'abbiamo riconosciuto. Siamo stati suoi seguaci per quasi due anni. Non eravamo di quelli importanti, ma credevamo in lui, l'abbiamo ascoltato decine di volte mentre parlava… eppure quello che si è avvicinato a noi ieri pomeriggio, ci parve del tutto forestiero.
Inoltre, sembrava completamente all'oscuro di quanto era successo a Gerusalemme in questi ultimi giorni. Si unì alla nostra conversazione, ma ci toccò informarlo sulla crocifissione di venerdì scorso e sulle voci di ieri mattina sulla risurrezione.
Sembrava non fosse al corrente di nulla, ma poi, conversando con noi, si è rifatto ai tempi passati e, cominciando da Mosè e attraverso tutti i profeti, è giunto ai giorni nostri. Aveva tutto sulle punte delle dita, formidabile era! 
Ce ne stavamo lì, imbambolati a bocca aperta a guardarlo. Tutti quei passaggi e brani di profezie, i testi più difficili, egli li ha collegati tra loro... come tasselli di un puzzle. Ha reso chiaro tutto l'insieme e l'ha fatto apparire quasi - come dire? - inevitabile. Soprattutto la risurrezione!

E questo è il punto culminante, la conclusione prodigiosa che dà significato a tutto il resto! Il Messia viene, ma la gente non lo riconosce. 
Nessuno lo accoglie perché non corrisponde in nulla a quello che noi ci attendevamo ch'egli fosse. Invece di incoronarlo re, lo mettiamo a morte. Non sappiamo chi sia e così ci liberiamo di lui. Ma il Messia è il vincitore della morte. 
E il terzo giorno egli ritorna in vita per stabilire il suo regno.
- Se il Messia è il vincitore della morte, come può morire?
Ma se non incontra la morte faccia a faccia come può vincerla?
Questo è quanto il nostro misterioso compagno di viaggio ci spiegò chiaramente. Se il Messia vuole soccorrere gli uomini, deve condividere con loro l'esperienza della morte, deve morire come muoiono tutti gli uomini. Noi non possiamo essere partecipi della vita nel suo regno, se egli non ha prima condiviso con noi la morte.
- I suoi nemici del Sinedrio gli dicevano: "Se sei il Figlio di Dio, salva te stesso"
Eppure sembra un'idea piuttosto ragionevole!
Oh certamente avrebbe potuto farlo!... Ma allora non ci avrebbe aiutati: se egli avesse inventato per sé una scappatoia dell'ultimo minuto, allora non avrebbe fatto per noi alcuna differenza. Non si vince la morte evitandola. La si vince solo se la si accetta per poi superarla, ritornando in vita dall'altro lato. Siccome Gesù Nazareno ha fatto questo, noi non dobbiamo più aver paura della morte.
- E mentre egli vi spiegava tutte queste cose, voi continuaste a non riconoscerlo?
Non prima di aver raggiunto Emmaus. Ci disse che avrebbe proseguito, ma lo convincemmo a fermarsi da noi, come nostro ospite graditissimo. Fu così ch'egli venne a casa con noi e là avvenne il fatto: l'abbiamo riconosciuto durante la cena! Ce ne stavamo seduti attorno al tavolo, pronti a mangiare. Lo invitammo a dire la preghiera di ringraziamento, secondo il nostro costume. A quel punto egli prese il pane, pronunciò la benedizione, e lo spezzò. Lo stavamo guardando, e in quel momento l'abbiamo riconosciuto: Gesù, il Messia, che era morto ed è vivo di nuovo! Ch'egli sia benedetto!
- Lei è sicuro di questo?
Nel modo più assoluto! So perfettamente chi era, perché gli stavamo seduti a fianco e lo fissavamo mentre spezzava il pane. Ed era Gesù! Era proprio Gesù!
- E poi cosa accadde?
E' scomparso! Svanito! Un istante prima era là che ci porgeva il pane, e un attimo dopo era sparito!
Per nulla impauriti, ci siamo precipitati fuori, abbiamo piantato la cena lasciando di stucco le nostre famiglie e siamo ripartiti subito per Gerusalemme.
- Lei sa certamente che le autorità prendono molto sul serio tutta questa faccenda, avrà visto le pattuglie per le strade... Non ha un po' di paura per quanto le potrebbe capitare?
Be', un po' di paura ce l'ho. Ma, vede, il peggio che possano fare è uccidermi. Ma adesso la morte non è più una cosa importante. 

Gesù l'ha reso sufficientemente chiaro: la morte non è la fine, ma soltanto un inizio. 
Fino a ieri mattina noi fruivamo solo di una mezza vita… eravamo tutti vivi a metà. Questo è ciò che eravamo. 
Ma ora è tutto diverso: Lui è di nuovo vivo, e siccome lui è vivo, anche noi siamo vivi a nostra volta. Vivi per davvero, come non l'eravamo mai stati!

- Stuart Jackman -
da: "Il caso del Nazareno", Ed. Paoline 1985 (pagg. 188-196)


La Cena in Emmaus, un dipinto a olio su tela , realizzato nel 1606 da Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, è conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano, Italy



Agnelli nell’ Agnello

Dobbiamo accettare il fatto che Cristo è il Servo di Jahvè, il Servo sofferente che porta su di sé i peccati dell'umanità. 
La Chiesa, che lo ha incontrato resuscitato, lo dà al mondo attraverso la stoltezza della predicazione: Costui, che per un poco di tempo vediamo coperto di ignominia, tornerà come il "Figlio dell'Uomo" sulle nubi del cielo con potere e gloria grande. 
Portiamo la sua debolezza e la sua ignominia, completando nel nostro corpo quello che manca alla sua passione in questa generazione. 
Cacciamo via la tentazione del potere, perché è la debolezza di Dio quella che ci converte, quella che salva il mondo. 
Noi predichiamo Cristo e questi crocifisso. Mentre gli uomini si divorano l'un l'altro e uccidono... 
La Chiesa porta i peccati con Cristo sulla croce, non li distrugge con la spada. Anche se a volte la tentazione totalitaria è molto forte, è sempre una menzogna, è sempre una tentazione. 
Cristo è morto senza armi sopra una croce, senza giudicare, perdonando. 
Quelli che hanno ricevuto del suo Spirito fanno sempre questa stessa cosa. Non lasciamoci ingannare.


- Kiko Arguello -


Buona giornata a tutti :)