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sabato 2 febbraio 2013

Decalogo della docilità allo Spirito Santo - Padre Andrea Gasparino -


1. Lo Spirito parla sottovoce

Lo Spirito è rispettosissimo della tua libertà; è un amore forte e discreto quello dello Spirito, basta un po' di orgoglio e di superficialità e la Sua voce non ti raggiunge più. Lo Spirito tace, tace e attende.

Il Papa nell'enciclica sullo Spirito Santo dice: "Lo Spirito è la suprema guida dell'uomo, la luce dello spirito umano".

2. Se lo Spirito martella c’è un problema che scotta

Quando lo Spirito insiste è perché ci segnala una piaga, bisogna aprire gli occhi. Ogni ritardo ad accogliere la Sua voce fa gravi danni alla tua vita spirituale; ogni prontezza nel rispondere ti rinnova e ti apre a percepire meglio la Sua luce. Ma quante volte lo Spirito martella: "Lascia quell' amicizia. Lascia quell'occasione, lascia quel vizio". E allora quando lo Spirito martella bisogna partire.

Il Papa nell'enciclica, dice: "Sotto l'influsso dello Spirito matura e si rafforza l'uomo interiore. Lo Spirito costruisce in noi l'uomo interiore, lo fa crescere e lo rafforza".

3. Il segreto della gioia è dare continue gioie allo Spirito Santo

Ma bisogna partire dalla concretezza, dalle piccole cose. Ogni atto di umiltà, ogni atto di generosità alimenta la gioia che lo Spirito Santo semina in noi. Quando fate un atto di bontà, voi, se non state attenti, dopo vi inorgoglite un po'. Quando fate un atto di bontà adesso non fate più così; fermatevi e dite: "Grazie, Spirito Santo". Io ho inventato per me questa preghiera; quando faccio una gentilezza adesso dico: "Grazie, Spirito Santo, ancora, ancora", per dirgli: "Continua a ispirarmi la bontà, continua a mettermi un' occasione di fare qualcosa di bello per te". Ecco, continuamente lo Spirito Santo è all' opera, ma bisogna lasciarlo operare.

Il Papa nell'enciclica al numero 67 dice: "La gioia che nessuno può togliere è dono dello Spirito Santo".

4. Lo Spirito non si stanca di parlarti, istruirti, di formarti

Lo Spirito, voglio dire, è la fedeltà dell'amore e usa i mezzi più semplici: ispirazioni, consigli di persone che ti amano, esempi, testimonianze, letture, incontri, avvenimenti...
Il Papa nell'enciclica al numero 58 dice: "Lo Spirito Santo è l'incessante donarsi di Dio".

5. La Parola di Dio è la prima antenna dello Spirito Santo

Voglio dire: impara a leggere la Parola di Dio implorando lo Spirito; non leggere mai la Parola senza lo Spirito. Nutriti della Parola invocando lo Spirito. Prega la Parola nello Spirito. Quando prendi in mano la Parola, primo: alza l' antenna dell' ascolto dello Spirito; poi prega, prega lo Spirito. E' con la Parola e la preghiera che impari a distinguere la voce dello Spirito.

Il Papa nell'enciclica al numero 25 dice: "Con la forza del Vangelo lo Spirito Santo rinnova costantemente la Chiesa". Vedete, la Parola di Dio è l'antenna costante che rinnova la Chiesa, per cui la Chiesa si collega con lo Spirito Santo.

6. Non cessare di ringraziare lo Spirito per quello che fa per te

La tua vita è un intreccio misterioso e continuo di doni dello Spirito Santo: dal Battesimo fino alla morte. Dalla tua nascita fino alla morte c'è un filo d' oro: i doni dello Spirito; un filo d'oro che percorre tutta la tua vita. Tu percepisci appena alcuni doni, ma devi sforzarti di trovarne tanti. E dei doni che percepisci comincia a ringraziare.

Il Papa nell'enciclica al numero 67 dice: "Davanti allo Spirito io mi inginocchio per riconoscenza".

7. Il maligno copia dallo Spirito e fa di tutto per contrastare la sua opera

Satana è la scimmia di Dio, copia da Dio. Anche lui manda le sue ispirazioni, anche lui manda i suoi messaggi, manda i suoi messaggeri.

Certe volte, quando aprite i mass media c'è il messaggero che vi aspetta, ma la potenza dello Spirito Santo sbaraglia con un soffio Satana. Basta affidarci a Lui totalmente e prontamente; poi vinciamo qualunque seduzione di Satana se siamo ben legati allo Spirito Santo.
Incontro sempre più persone che sono impaurite di Satana: non c'è da aver paura di Satana perché abbiamo lo Spirito Santo. Quando ci leghiamo allo Spirito Santo, Satana non può più nulla. Quando invochiamo lo Spirito Santo, Satana è bloccato. Quando sulle persone imploriamo lo Spirito Santo Satana è inefficace.


Il Papa nell'
enciclica al numero 38 ha scritto: "Satana, il perverso genio del sospetto, sfida l'uomo a diventare l'avversario di Dio".

8. Un’ offesa frequente allo Spirito è non rapportati a Lui come persona

Insisterò sempre su questo punto, perché noi non trattiamo lo Spirito Santo come una persona.

Eppure Gesù ci ha affidati a Lui e ha detto che "Vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà quello che vi ho detto", ci accompagnerà, ci convincerà sul peccato, ci strapperà cioè dal peccato.
Gesù ci ha affidati a Lui e ha detto che è il nostro sostegno, il nostro maestro, eppure molto spesso noi non ci rapportiamo a Lui come una persona viva, viva che vive in mezzo a noi. Lo
consideriamo
una realtà lontana, sfuggente, irreale.

Il Papa ha detto queste bellissime parole, al numero 22 dell'enciclica: "Lo Spirito è non solo un dono alla persona ma è la Persona dono". La Persona che si fa dono, il donarsi incessante a Dio.
E allora abituatevi a cominciare sempre la giornata dicendo: "Buongiorno, Spirito Santo", che è vicino a voi, in voi, e a terminare la giornata dicendo: "Buonanotte Spirito Santo", che è in voi e che guida anche il vostro riposo.


9. Gesù ha promesso che il Padre dà lo Spirito a chiunque lo chiede

Non ha detto che il Padre dà lo Spirito a chi lo merita; ha detto che dà lo Spirito a chi lo chiede. Allora bisogna chiederlo con fede e con costanza.

Il Papa al numero 65 dell'enciclica dice: "Lo Spirito Santo è il dono che viene nel cuore dell'uomo insieme con la preghiera".

10. Lo Spirito è l’Amore di Dio effuso nei nostri cuori

Più viviamo nell'amore, più viviamo nello Spirito Santo. Più seguiamo il nostro egoismo più ci allontaniamo dallo Spirito Santo. Però lo Spirito non si arrende mai, continuamente ci stimola nell'amore.

Il Papa nell'enciclica dice: "Lo Spirito Santo è Persona-Amore, in Lui la vita intima di Dio si fa dono".
Mi dona incessante la Sua vita intima, perché l'amore di Dio effuso nei nostri cuori è lo Spirito Santo.

(Padre Andrea Gasparino)
Fonte: Scuola di Preghiera a cura di Padre Gasparino

un pò di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.it/2011/03/padre-andrea-gasparino-biografia.html





Fra le meraviglie del mondo e l'angoscia dei cuori umani, lo Spirito annodò questo legame che chiamasi fede.

- Lanza del Vasto -




Abbiamo sete dello Spirito Santo o abbiamo un'inconsapevole timore di esso? Noi avvertiamo che se lo Spirito Santo viene, non può lasciare le cose come le trova. Tutto quello che lo Spirito Santo tocca, lo Spirito Santo cambia! La nostra preghiera per ricevere lo Spirito Santo a volte assomiglia alla preghiera di Agostino prima della sua conversione.: "Donami la castità e il dominio di me, ma non subito" Siamo tentati di dire, "Vieni Spirito Santo....ma non ora".

- padre Raniero Cantalamessa -



...La grazia dello Spirito Santo, non è qualcosa che possiamo meritare o conquistare: possiamo solamente riceverla come puro dono. L'amore di Dio può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro. Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo allo spirito di questo nostro tempo, Solo allora possiamo permettergli di accendere la nostra immaginazione e plasmare i nostri desideri più profondi.

- papa Benedetto XVI -  alla GMG di Sidney, 20 luglio 2008


“Chiunque parlerà contro il Figlio dell’Uomo, gli sarà perdonato; 
ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”. (Luca 12,8-12)


buona giornata a tutti 

www.leggoerifletto.it











domenica 10 giugno 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (5) - Padre Andrea Gasparino

4 • EDUCARSI AL SACRO

Questo è il grado superiore di educazione sessuale, finché non si giunge qui, manca il più nell'educazione ses­suale. Bisogna che entri nel tuo cuore una verità sublime: il sesso è una realtà segnata dal sacro. La prova è questa: Dio ha legato la sessualità al mistero della vita.

Dicono che nella spiritualità indù il rapporto sessuale è compiuto dagli sposi come un atto sacro. Conosco tanti sposi cristiani che vivono il rapporto matrimoniale come un atto sacro, preparato nella preghiera e nella purifica­zione da ogni egoismo. Il loro donarsi per amore, diventa un momento di grazia che li arricchisce.

La formazione al sacro deve cominciare in tempo, fin dalla fanciullezza: imparando il rispetto per tutto ciò che è attinente al mistero della vita e del sesso. È una mentalità che dobbiamo rafforzare nell'adolescenza.

Per esempio quando l'adolescente passa vicino a una donna incinta, deve imparare a fare una preghiera per la piccola creatura che quella mamma porta in sé, e un'altra per quella mamma, perché sia capace a educare quel bimbo in modo sapiente, e sia capace di sopportare tutti i sacrifici che Dio le chiederà per la vita di quel bimbo.

L'incontro con una mamma in attesa di un figlio è un momento di grande commozione per l'adolescente. Quando questo senso del sacro è vivo, si capisce che la sua maturazione sessuale sta giungendo a un livello altis­simo.

Rapporti prematrimoniali

Parliamo un momento, è il suo posto più giusto, dello spinoso problema dei rapporti prematrimoniali.

È un punto importante nella formazione dei giovani, è la loro prova del fuoco. Da questo problema nasce la se­rietà del futuro matrimonio, o il suo sfascio.

Mi ha sempre colpito un dato di fatto impressionante: i matrimoni falliti che ho incontrato nella mia vita, sono partiti tutti con rapporti prematrimoniali sbagliati. Non ho ancora incontrato un solo caso di matrimonio ben riu­scito che affondava la sua radice in un fidanzamento sba­gliato.

Il fidanzamento e il matrimonio sono due realtà legate, ma diverse: il fidanzamento è preparazione e attesa. Il matrimonio è compimento.

Perché la Chiesa dice no ai rapporti prematrimo­niali? Per tanti gravi motivi. Eccone alcuni.

1. Il rapporto prematrimoniale è un'ingiustizia e una slealtà, perché la Chiesa considera l'atto matrimo­niale come un atto con cui ci si impegna irrevocabilmen­te. Ora è lecito prendere alla leggera questo atto? E gio­care con questo atto? «Pongono il segno del matrimonio senza che vi sia il matrimonio», si legge in un documento dell'Episcopato tedesco: è qui la sua gravità.

Un giovane mi ha chiesto: «Perché la Chiesa, nono­stante la mentalità che circola, è sempre sulle sue posizio­ni di massima severità in questa faccenda?».

Ho risposto: ma la Chiesa non c'entra, è la severità di Cristo che obbliga la Chiesa ad aprire gli occhi e a farli aprire. Alla Chiesa sarebbe più comodo essere blanda, fa­re la tollerante come fanno tutti, come ormai è di moda.

Ma non può, perché Gesù Cristo ha parlato chiaro sulla santità del matrimonio - cioè sulla sua serietà - fino a dire: «Avete inteso che fu detto: "Non commettere adul­terio", ma io vi dico: chiunque guarda una donna per de­siderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuo­re» (Mt 5,27).

Il vincolo matrimoniale è così sacro, che basta uno sguardo impuro, un desiderio impuro, a sporcarlo e a in­frangerlo. Ora giudica tu come è grave il divertirsi con l'atto matrimoniale.

E la coscienza te lo conferma, se sei profondamente sincero, che Cristo ha ragione: non si può donare il cor­po senza donare se stessi.

2. Un motivo serio che convalida la severità della Chiesa è questo: la libertà prematrimoniale impove­risce la conoscenza vera, e non verifica affatto l'amore.

La prova dell'amore tra i due ragazzi è macchiata e di­sturbata dalla loro sensualità; chi indulge ai rapporti pre­matrimoniali giunge al matrimonio senza aver fatto la prova dell'amore.

E l'amore senza gratificazioni quello che conta: due giovani che si lasciano andare vanno al matrimonio con gli occhi bendati, senza sapere se saranno capaci di esse­re reciprocamente fedeli.

3. Un'altra riflessione che mi impressiona è questa: l'amore vero non è mai cedimento o conquista, l'amore vero rende migliori e sereni. Voglio vedere com'è la coscienza e la pace interiore di chi corre dietro ai suoi istinti e alle sue passioni.

Una ragazza mi ha confidato: «Ho risposto così al mio ragazzo che cercava soddisfazioni sensuali: "Ho detto no perché: non ti considero un ragazzino da accontentare, ma ti considero un amico da aiutare a crescere, e che aiuta me a crescere.

Se mi ami veramente, devi considerarmi una persona, non devi considerarmi un oggetto. Baloccarti con l'amore è troppo infantile. Non voglio sciupare l'amore"».

Sono risposte che vengono dallo Spirito Santo.

4. C'è un'insidia che sembra vestita di luce, ma è pie­na di menzogna. Eccola: dobbiamo vedere se siamo fatti una per l'altro, se fra noi c'è armonia sessuale.

Menzogna! Il matrimonio non è un gioco sessuale. Il divertirsi non chiarisce certo l'armonia sessuale. E il ri­spetto che crea l'armonia, non il divertirsi. Il divertirsi usando un atto sacro, scatena e fomenta l'egoismo; non crea l'armonia, la minaccia.

Ho sentito un sacerdote presentare questo paragone: «Sono chiamato al sacerdozio, ma prima del giorno in cui sarò consacrato non posso né celebrare la Messa né dare l'assoluzione. Se lo facessi commetterei un delitto. Eppu­re a tre mesi dalla prima Messa conosco già il messale e ho finito i miei studi».

Solo col sacramento dell'Ordine il novello sacerdote riceve da Cristo il sì che lo investe della missione di sacer­dote per tutta la vita.

Così due giovani col matrimonio ricevono il sì di Cri­sto che li rende capaci di un sì reciproco, fedele per tutta la vita, e insieme sono investiti della missione sublime di trasmettere la vita.

5. Lo so che l'andazzo è grande e troppa gente ci ca­sca. Si dice: «Ci mettiamo insieme e vediamo», e si sot­tintende: se non va, ognuno ritorna per conto suo.

Non è un ragionare da persona, è un ragionare ani­malesco. È lo sfascio della famiglia, che spesso la fa pa­gare ai figli. È la premessa per gli squilibri affettivi, è cal­pestare la missione matrimoniale, è la strage della fami­glia nel presente e nel futuro.

Un'altra famiglia che nasce sullo sfascio di un matri­monio andato a monte, è una desolazione! Che consi­stenza potrà avere costruire su un divorzio un'altra fami­glia, calpestando cocciutamente la legge di Dio?

(continua)
(Padre Andrea Gasparino)

4) http://www.leggoerifletto.blogspot.it/search/label/Gasparino%20Andrea
3) http://www.leggoerifletto.blogspot.it/2012/05/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita-3.html
2) http://www.leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita-2.html
1) http://www.leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita.html

Il bacio, Picasso

Solo per oggi, e domani ancora…
Alzati presto. Fai un sorriso
Lascia andare i sensi di colpa, non guardarti indietro.
Fai un piano, credi in te stesso.
Goditi ciò che sei. Accetta la tua umanità.

Chiedi aiuto, e accetta ciò che gli altri hanno da darti.
Ringrazia.
Cambia, senza indugio e con coraggio.
Accetta ciò che non puoi cambiare. Sii paziente.
Mantieni le promesse, quelle del tuo cuore.
Non indugiare sul passato.
Vivi con amore ogni momento. Costruisci un domani migliore.
Apri il tuo cuore, esplora la tua anima.
Ricorda, i miracoli accadono.
Sorridi.

(Stephen Littleword)

mercoledì 23 maggio 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (4) - Padre Andrea Gasparino

3 • EDUCARSI ALL'AMORE

Parlo di amicizie. Devi processare le tue amicizie con serenità e con garbo, ma devi farlo, perché l'amicizia deve farti crescere, non imprigionarti nella tua debolezza.

L'amicizia è uno dei doni più grandi che Dio fa all'uo­mo, è un dono delicato che esige cure e attenzioni. L'amicizia è un dono meraviglioso di Dio, per formar­ci all'amore.

L'amore! La parola umana più profanata, la più bel­la e la più maltrattata, la più semplice e la più fraintesa. L'amore è rispetto della persona, non scatenamento dei propri egoismi. Quando sentite la parola amore siete tal­mente abituati alla sua profanazione, che subito il pen­siero vi porta a qualcosa di negativo.

Bisogna assolutamente verificare le nostre idee sull'a­more. Tutti! perché tutti nasciamo per amare.

Quand'è che un ragazzo ama una ragazza?

Quando cerca il suo bene, il suo vero bene. Il suo vero bene però non sta in quel che piace a te, sta in quel che piace a Dio:

sei fragile? Devi diventare forte, e io ti devo aiutare;

hai un bisogno reale? Io ti aiuto a colmarlo, ma non approfitto di te per i miei egoismi;

sei bella? Ma prima di scegliere la tua bellezza scelgo la tua persona, scelgo i valori profondi che ci sono in te.

L'attrazione fisica non è la profondità dell'amore, è un coefficiente abbastanza secondario dell'amore. Quan­do avrai scelto la compagna della tua vita, se l'hai scelta nell'amore vero, tu le sarai legato anche quando la sua bellezza sparirà.

Tu hai scelto la sua persona, non la sua giovinezza, non la sua bellezza, non il suo fascino, anche se tutti que­sti elementi hanno avuto il loro ruolo per la tua scelta.

E la prova qual è, se hai scelto la persona più che le sue qualità esteriori? La prova è che sei pronto a qua­lunque sacrificio per lei. L'amore è donarsi nella gioia, ma anche nel sacrificio. Finché non sei pronto al sacrificio dei tuoi gusti, il tuo non è amore autentico.

Quando vedo che certi ragazzi vanno al matrimonio con una spensieratezza completa, come se andassero a uno spettacolo rock, mi gela il sangue nelle vene, perché mi domando: quanto tempo starà in piedi quel matrimo­nio? Cosa ne sarà dei loro bambini se ne avranno?

Sì, perché troppi ragazzi vanno al matrimonio senza essere capaci di amare, senza aver capito che amare è do­narsi fino al sacrificio.

Nessuno ha detto loro che amare è:

- sacrificarsi, rinnegarsi, rispettare i gusti dell'al­tro,

- tacere quando si ha una voglia matta di parlare,

- rinunciare a tutti i propri capricci,

- saper rispondere a tutti i bisogni,

-saper indovinare i desideri,

- cercare in ogni momento il vero bene dell'altro ri­nunciando al proprio tornaconto e alle proprie scelte,

- sapersi donare, cambiare la tua esistenza in dono! E questo non per un giorno, ma per la vita intera.

Ec­co, tutto questo è amare.

La formazione del carattere

Così, l'amore esige prima del matrimonio una revisio­ne seria, un'adeguata formazione del carattere. Chi va al matrimonio senza aver formato il carattere è un po­veretto, come chi si sposa e non ha nemmeno la casa.

Se il tuo carattere si accende come un fiammifero alla prima contraddizione, come farai a reggere quando na­sceranno i contrasti profondi tra te e lei?

Anche la formazione del carattere è amore: devi li­marlo in modo da saper convivere e rispettare le angola­ture degli altri.

Se il tuo carattere è sempre in frizione, il tuo matri­monio starà poco ad andarsene a gambe levate.

E la formazione all'amore, non sognare di farla sei mesi prima del tuo matrimonio: la devi iniziare al più pre­sto, subito.

Comincia ad amare in casa, ma seriamente. Comin­cia a sacrificarti in casa, seriamente, e senza crederti un eroe.

La tua casa è un'ottima palestra per addestrarti ad amare, e per limare il tuo carattere. Più presto cominci, migliore sarà il tuo matrimonio.

(continua)

(Padre Andrea Gasparino)
1°) http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita.html
2°) http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita-2.html
3°) http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/05/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita-3.html

Lorenzo Lotto (1480-1557)
Madonna col Bambino e S.Giovannino, particolare (1518)


Dannazione ragazzo, non innamorarti di una ragazza solo perchè ha un bel culo, o una terza piazzata bene. Non innamorarti solo perchè ha belle forme, quelle con il tempo andranno a farsi fottere. Piuttosto, innamorati del profumo della sua pelle, dell'emozioni che ti regala con un sorriso. Innamorati dei suoi abbracci e delle sue carezze. Innamorati delle sue imperfezioni, rendile uniche e inimitabili. Cogli la sua vera essenza, ubriacati di lei. Non badare alle forme, scava nel suo animo e arriva fino al centro del suo cuore. Innamorati di questo, perchè è l'unica cosa che troverai sempre.
(Bob Marley)

domenica 6 maggio 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (3) - Padre Andrea Gasparino

2 • EDUCARSI AL PULITO

Chi non è educato al pulito, non comprende la sessua­lità. Occorrono: linguaggio pulito, occhi puliti, pensieri puliti, azioni pulite. Vediamo insieme.

Linguaggio pulito. Ragazzo, devi imparare ad aver orrore del discorso impuro, e a guardarti dalle bocche sporche. Ti lasciano sempre qualcosa dentro che ti insu­dicia. Se frequenti con tanta libertà gente pidocchiosa, si capisce che presto o tardi prendi i pidocchi anche tu.

Oggi il turpiloquio è salito di grado: vedi gente che sembra educata e colta, e quando apre bocca è una cloa­ca di parolacce.

Chi è facile al discorso sporco, alla barzelletta lurida, stai certo che è impigliato in disordini sessuali preoccu­panti. Non è capace di pensieri grandi chi è sempre im­pantanato in discorsi depravati.

Occhi puliti. Se agli occhi concedi tutto ciò che chie­dono, tu non arrivi alla vera, profonda educazione ses­suale.

Oggi la battaglia è spietata. Non c'è più misura nella pornografia. La pubblicità commerciale è spesso un ap­parato pornografico. Se hanno da spiattellarti un cartoc­cio di patatine, c'è bisogno di una figura pornografica se no le patatine non arrivano a destinazione.

Come difenderci dalla pornografia? Non ho mai sa­puto rispondere. La cosa più semplice è rifiutare con ra­dicalità gli spettacoli di cinema e tv che guazzano nel por­no. Si può, e come! Quando invece comandi ai tuoi oc­chi, l'educazione sessuale prende consistenza, perché fa­cilmente arrivi a essere padrone anche dei tuoi pensieri.

Pensieri puliti. Il mondo dei pensieri sembra im­possibile da controllare. È come imprigionare il vento. Eppure devi avere il coraggio di ammettere a te stesso che tu diventi quello che pensi. Se non comandi ai tuoi pensieri, tu non comandi a nulla dentro di te.

I pensieri preparano i desideri, i desideri maturano le azioni, e tu diventi quello che pensi. Se pensi sensuale di­venti un sensuale. Se diventi un sensuale, il tuo cuore si inquina e prepara le debolezze.

I pensieri sono il tuo respiro: se respiri aria malsana, certo i tuoi polmoni si riempiono di microbi micidiali.

Azioni pulite. Qui siamo approdati a un campo deli­cato. Parliamo un poco della masturbazione. È egoismo che ripiega e chiude su se stessi. È la piaga tremenda di tanti adolescenti, e anche di tanti adulti. È una catena pe­sante che certi giovani non riescono più a spezzare. E si scoraggiano.

La masturbazione è una droga

Ricordati di una cosa: non puoi andare al matrimonio con questo vizio addosso, anzi, non puoi fidanzarti con questa schiavitù: condizionerebbe dal primo momento il tuo rapporto.

Chi ha il vizio della masturbazione ha dentro di sé una carica pesante di debolezza, che spezza ogni ideale. Chi ha questo vizio non è capace di grandi ideali.

Ma da questo vizio si può uscire, se si lotta. Dalla ma­sturbazione si esce con la forza di Cristo, e con una lotta disciplinata.

Bisogna affrettarsi subito a precisare che il vizio della masturbazione si ferma e si sradica quando tu lo vuoi. Se hai il vizio di fumare dicono che sia tremendo smettere; del vizio della masturbazione è più facile venirne a capo.

Cristo te lo comanda: vuole che tu bandisca ogni disor­dine: «Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo! Se la tua ma­no ti è causa di peccato, tagliala!». Questo linguaggio dra­stico di Cristo devi applicarlo a ogni disordine sessuale.

Cristo ti chiama a una vita armoniosa. Dunque, se tu lotti e Cristo è con te, è impossibile che non vinca tu.

Che cosa fare? Eccoti una buona ricetta, ben prova­ta da una lunga esperienza.

• Schiettezza sanguinante: occorre schiettezza asso­luta con se stessi, e con un sacerdote. Scegli un sacerdo­te con cui aprirti, stendi un rapporto scritto sulla gravità del tuo vizio, poi va' da lui con regolarità. La tua schiet­tezza e la forza del sacramento del perdono faranno mi­racoli.

• Sii onesto a non alimentare in te il fuoco della sensualità: proteggiti da spettacoli, pensieri, fantasie, di­scorsi, letture sensuali.

Se concedi ai tuoi occhi tutto ciò che essi chiedono, se indugi sulle fantasie impure, si capisce che poi sei de­bole, che la volontà è sempre più fragile. Se un malato si espone alle correnti d'aria, si capisce che si prende i ma­lanni.

• Non perdere tempo a piagnucolare, ripara, fallo subito. A ogni festa di Maria SS.ma chiedi il miracolo del­la guarigione. L'intercessione di Maria, e la tua voglia di lottare, presto o tardi faranno il miracolo.

• Ripara con prontezza ogni caduta, buttandoti in qualche atto generoso di carità. La masturbazione è egoi­smo allo stato puro, la medicina infallibile è la carità. Si vince con la carità.

Ricorda: Dio ci vuole liberi e maturi, la masturbazione rende schiavi e infantili.


(continua)
(Padre Andrea Gasparino)
per leggere la prima parte: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita.html

per leggere la seconda parte: http://leggoerifletto.blogspot.it/2012/04/lettera-ai-giovani-sulla-sessualita-2.html

La nostra paura più profonda, non è quella d'essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di esser potenti oltre misura. È la no­stra luce, non le tenebre che più di tutto ci spaventa. Chiediamo a noi stessi: «Chi... sono io per essere brillante, formidabile, pieno di ta­lento e risorse?» Ma di fatto chi siamo noi per non esserlo? Siamo figli e figlie di Dio. Il nostro giocare "al ribasso" non serve al mon­do. Non c'è niente d'illuminato nel ridurre noi stessi per far sì che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Siamo nati per rende­re manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi. Non è che sia so­lo in alcuni di noi, è in ognuno di noi. Quando permettiamo alla no­stra Luce propria di risplendere inconsciamente, accordiamo il per­messo ad altre persone di fare lo stesso. Nel liberarci dalle paure, la nostra presenza, automaticamente, libera gli altri. (Nelson Mandela)


domenica 22 aprile 2012

Lettera ai giovani sulla sessualità (2) - Padre Andrea Gasparino

Il dono calpestato

Entriamo nel problema della sessualità. Anzitutto è da ribadire una verità che oggi si va offuscando. Mai come oggi il sesso è stato tanto vituperato, profanato, calpestato.

Bisogna partire anzitutto da idee chiare. La sessualità non è un'invenzione umana: è nata dalla mente di Dio, e tutto quello che viene dalla mente di Dio è perfetto. Pe­rò...

Sentite un paragone. Un giovane papà sogna di fare con la tredicesima il più bel dono al suo bambino che è pieno di vitalità. Gli compra la bicicletta nuova fiamman­te. Cosa direste se il bambino, mentre il papà è al lavoro e nessuno lo vede, prende la bicicletta, la porta in cortile, poi con un martello di suo padre, aiutato da un coetaneo più robusto di lui, la fa a pezzi, riducendola a un mucchio di rottami? Cosa pensereste voi davanti a un atto simile?

Mi direste: è un piccolo mascalzone, ha nel sangue qualcosa di depravato, non basta nemmeno sculacciarlo, bisogna punirlo in modo che comprenda la sua insensa­tezza.

Bene, lo sapete che in tanti giovani succede proprio questa storia con la loro sessualità? Un dono straordina­rio di Dio viene ridotto a un cumulo di rovine, in un mo­mento di insensatezza. E poi questi ragazzi non risalgono più la china, rimangono senza forze, poveri uccelli con le ali tarpate.

L'educazione sessuale

Se ne è fatto un gran polverone, in campo educativo, dell'educazione sessuale: gente per il sì, gente per il no, schieramenti contrapposti, feroci.

Naturalmente noi cristiani siamo per il sì, noi diciamo che si deve fare educazione sessuale. Solo che affermia­mo che il compito primario è della famiglia; se la famiglia non ci arriva, allora va aiutata; se non può essere aiutata, in seconda battuta andrebbe bene anche la scuola.

Ma c'è un rischio: che facciano salire in cattedra dei somari che hanno idee distorte sull'educazione sessuale. La scuola prende spesso questi abbagli: dà la parola a gente incompetente. L'educazione sessuale non si inse­gna come la storia o la geografia o le scienze naturali, non la può insegnare un maestro che è complessato dal sesso.

Non basta essere brillanti, bisogna essere sessualmen­te maturi, gente che vive una sessualità armoniosa e vir­tuosa, gente adulta nel suo sviluppo sessuale, trasparen­te, capace di parlare di sesso guardando negli occhi i pro­pri figli. Di insegnanti così, giudicatelo voi se la scuola non è un tantino carente.

Dunque, noi cristiani siamo per l'educazione sessuale, e riteniamo che per voi giovani urge un'educazione ses­suale ad ampio raggio.

1. CINQUE GRADINI DI MATURAZIONE SESSUALE

Cominciamo. Direi che il giovane deve salire cinque gradini di maturazione. Questi:

l. allargare gli orizzonti della sessualità;

2. educarsi al pulito;

3. educarsi all'amore;

4. educarsi al sacro;

5. capire che Dio chiama tutti alla santità.

2 • ALLARGARE GLI ORIZZONTI DELLA SESSUALITÀ

La prima cosa da mettersi in testa e nel cuore è la gran­dezza e bellezza della sessualità: capirla come un grandio­so progetto di Dio. E ogni progetto di Dio è santo!

La sessualità è un dono che purtroppo Dio ha affida­to all'incoscienza degli uomini, e tanti l'hanno smantella­ta nella sua dignità.

Per molta gente dal Cervello piccolo la sessualità ha un certo contenuto di macchiato. Che pena! Da Dio non vengono doni macchiati o guasti. Se c'è qualcosa di spor­co nella sessualità, viene solo dall'uomo, non da Dio.

La sessualità è un dono fatto da Dio per l'elevazione dell'uomo: è una delle poesie più stupende della vita uma­na; attraverso questo dono la vita umana si propaga, si conserva, si arricchisce.

Da questo dono nasce la famiglia: il fiore più bello per la formazione e la difesa dell'uomo. Oggi, declassando e inquinando la sessualità, si è anche inquinata la famiglia; anzi, quando la sessualità è profanata, ecco, comincia lo sgretolamento della famiglia. Datemi degli sposi che pro­fanino la loro sessualità, voi vedrete che giungeranno a poco a poco a distruggere la famiglia e a tirare su delle creature infelici.

Il peccato umano ha ferito tutto l'uomo, anche la sua sessualità. Per questo la sessualità ha bisogno di reden­zione, e di formazione.
(continua)
(Padre Andrea Gasparino)

Padre Andrea Gasparino (per la Comunità e per gli amici “il Padre”). Era nato il 7 aprile del 1923 a Boves, ordinato sacerdote il 31 maggio del 1947, dopo 4 anni di servizio nella parrocchia di Roccavione, ha iniziato a raccogliere i primi ragazzi di strada nel 1951. È iniziata così la “Città dei ragazzi”, ora chiamata Movimento Contemplativo Missionario P. De Foucauld. Negli anni ’60, l’apertura delle prime missioni in Brasile, Corea, Madagascar. Domenica 26 settembre 2010, ore 6: il Signore lo  ha chiamato a sé, Da un mese circa la sua situazione di salute, già molto fragile per l’età e per problemi seri al cuore, si era aggravata. Il Padre è passato dal sonno a Dio in una totale pace. Il cuore ha ceduto. Il segreto della sua vita, trasmesso alla Comunità e a tanti giovani e famiglie per oltre 60 anni è il PRIMATO DELLA PREGHIERA SU TUTTO PER DARE IL MEGLIO AI PIU’ POVERI. Le parole che invita a scrivere sulla sua tomba sono: “La preghiera e l’amore ottengono l’impossibile”.