Un manager stava percorrendo con la sua nuova
Jaguar, un po’ troppo velocemente, le vie della città.
Mentre correva un mattone si schiantò sulla portiera!
Frenò bruscamente e tornò indietro per vedere chi l’avesse lanciato.
Inferocito scese giù dalla macchina prese il ragazzo e lo spinse contro un’auto
parcheggiata e disse:“Cosa ti è saltato in mente?
Questa macchina è nuova e quel mattone che hai tirato ti costerà caro!
Perché l’hai fatto?”
Il ragazzo tentò di scusarsi e disse:“Mi spiace ma non sapevo cos’altro fare.”
implorava, “Ho tirato il mattone perché non si fermava nessuno…”
Le lacrime scendevano sul suo viso, mentre indicava un punto appena dietro
un’auto.
“È mio fratello,” disse, “ha sbattuto contro un tombino ed è caduto dalla sua
sedia a rotelle e non riesco ad alzarlo!”
Ora il ragazzo chiese al manager:“Per favore può aiutarmi?È ferito ed è troppo
pesante per me!”
Tanto toccato da rimaner senza parole il manager cercò di mandar giù il groppo
in gola che si era formato, sollevò in fretta il ragazzo disabile e lo mise
sulla sedia a rotelle, con un fazzoletto tamponò le ferite e se ne andò.
“Grazie e che Dio la benedica!” disse il ragazzo.
L’uomo scosso tornò alla sua Jaguar, immerso nei suoi pensieri.
Il danno alla portiera era grave ma non si preoccupò mai di ripararlo.
Si tenne la portiera danneggiata come costante ricordo di questo messaggio:
“Non
correre attraverso la vita così velocemente che qualcuno debba lanciarti un
mattone per attirare la tua attenzione.”
Gesù alla domanda:
“se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò
perdonargli?“, risponde: “fino a settanta volte sette”, cioè “sempre”.
Ma posso fare io una domanda a voi?
Che razza di modo di perdonare è quello di
chi… in realtà… continua a portare il conto degli sgarri degli altri nei suoi
confronti o dei torti subiti?
La misericordia di Dio invece è come una gomma,
il peccato non esiste più.
Noi quando perdoniamo facciamo un pò come con il
computer: cancelliamo i torti degli altri, ma li lasciamo nel cestino… pronti a
recuperarli all’occorrenza quando ci faranno comodo.
Abbiamo cancellato, si, ma
per finta.
Il nostro spazio non è liberato.
Invece Dio, quando cancella il file del nostro peccato, svuota anche il
cestino.
E questa è un’operazione che solo lui può donarci di compiere.
Ebbene, detto ciò, che Dio ci aiuti a svuotare il nostro cestino!!!
- don Lucio Dabbraccio -
Buona giornata a tutti.-)
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