Dopo molte ricerche, trova un vecchio
saggio che gli spiega la strada in dettaglio. Il paradiso c'è, eccome, ed è nel
tal posto. Bisogna fare parecchia strada, ma con un bel po' di fatica ci si
arriva.
L'uomo si mette in cammino. Di giorno
marcia, e la notte, stanchissimo si ferma in una locanda per dormire. Siccome è
un uomo molto preciso, decide, la sera prima di coricarsi, di disporre le sue
scarpe già orientate verso il paradiso, per essere ben sicuro di non perdere la
direzione giusta.
Durante la notte, però, mentre lui
dorme, un diavoletto dispettoso entra in azione e gli gira le scarpe nella
direzione opposta.
La mattina dopo l'uomo si sveglia,
guarda le scarpe, che gli paiono orientate in maniera diversa rispetto alla
sera prima, ma non ci fa troppo caso, e riprende il cammino, che ora è nella
direzione contraria a quella del giorno precedente, verso il punto di partenza.
A mano a mano che procede, il
paesaggio diventa sempre più familiare. Ad un certo punto arriva nel paese dove
è sempre vissuto, che però crede sia il paradiso. Come assomiglia al suo paese
il paradiso! Siccome è il paradiso, tuttavia, ci si trova bene e gli piace
moltissimo.
Poi vede la sua vecchia casa, e pensa:
«Come assomiglia alla mia vecchia casa!». Ma siccome è il paradiso gli piace
moltissimo.
Lo accolgono sua moglie e i suoi
figli, e anche loro assomigliano a sua moglie e ai suoi figli! E si stupisce
che in paradiso tutto assomigli a quello che c'era prima. Però, siccome è il
paradiso tutto è bellissimo. La moglie è una persona deliziosa, i figli sono
straordinari; tutti sono pieni di qualità e aspetti che nel vivere quotidiano
egli non avrebbe mai sospettato possedessero.
E così tra sé e sé riflette: «È strano
come qui in paradiso tutto assomigli a ciò che c'era nella mia vita di prima in
modo così preciso, ma come, allo stesso tempo, tutto sia completamente
diverso!».
da: La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005
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