"Il vero contemplativo è amante della sobrietà e dell'oscurità.
Preferisce tutto ciò che è calmo, umile, modesto.
Non ama le esaltazioni spirituali. Lo stancano presto. È incline alle cose che sembrano nulla, che gli dicono poco o nulla, che gli promettono nulla.
Solo chi può rimanere in pace nel vuoto, senza progetti o vanità, senza discorsi per giustificare la sua apparente inutilità, può essere al sicuro dall'appello fatale di quegli impulsi spirituali che lo spingono ad affermarsi e ad «essere qualcosa» agli occhi degli altri.
Ma il contemplativo, tra tutti gli uomini religiosi, è con tutta probabilità quello maggiormente in grado di rendersi conto di non essere un Santo e il meno ansioso di apparire in questo modo agli occhi degli altri.
È, di fatto, libero da ogni dipendenza dalle apparenza e si preoccupa molto poco di esse. E nello stesso tempo, siccome non ha né la tendenza né la necessità di essere un ribelle, non sente il bisogno di reclamizzare il suo disprezzo per le apparenze.
Semplicemente le trascura.
Esse non lo interessano più.
È piuttosto contento di essere considerato un deficiente, se necessario, e in questo ha una lunga tradizione dietro di sé.
Molto tempo fa san Paolo si era detto felice di essere un «folle per amore di Cristo».
Il contemplativo si trova bene con la sapienza di Dio, che è follia per gli uomini non perché sia contraria alla saggezza degli uomini, ma perché la trascende completamente. "
- Thomas Merton -
da: "L'esperienza interiore. Note sulla contemplazione", San Paolo Ed. Cinisello Balsamo 2005, p. 181
La nostra anima fa continuamente del rumore,
ma c’è un punto in lei che è silenzio
e che noi non sentiamo mai.
Quando il silenzio di Dio entra nella nostra anima,
la trafigge e viene a raggiungere quel silenzio
che è segretamente presente in noi,
allora noi abbiamo in Dio il nostro tesoro
e il nostro cuore e lo spazio si apre davanti a noi
come un frutto che si separa in due,
poiché vediamo ormai l’universo
da un punto situato fuori dello spazio.
- Simone Weil -
ma c’è un punto in lei che è silenzio
e che noi non sentiamo mai.
Quando il silenzio di Dio entra nella nostra anima,
la trafigge e viene a raggiungere quel silenzio
che è segretamente presente in noi,
allora noi abbiamo in Dio il nostro tesoro
e il nostro cuore e lo spazio si apre davanti a noi
come un frutto che si separa in due,
poiché vediamo ormai l’universo
da un punto situato fuori dello spazio.
- Simone Weil -
"La contemplazione è opera dell'amore e il contemplativo prova il suo amore lasciando tutte le cose, anche le cose più spirituali, per Dio nella nullità, nel distacco e nella «notte».
Ma il fattore decisivo nella contemplazione è l'azione libera e imprevedibile di Dio.
Solo lui può concedere il dono della grazia mistica e farsi conoscere mediante il contatto segreto e ineffabile che rivela la sua presenza nella profondità dell'anima.
Ciò che conta non è l'amore dell'anima per Dio, ma l'amore di Dio per l'anima."
- Thomas Merton -
Buona giornata a tutti. :-)