lunedì 21 dicembre 2020

L'orsetto Teddy e papa Benedetto XVI

"A Marktl c’era l’emporio Lechner, un negozio che vendeva un po’ di tutto e che praticamente si trovava di fronte a noi. Oggi lì c’è una farmacia.

Durante l’Avvento ci passavamo sempre davanti, mia sorella a destra, io a sinistra, e Joseph, che non poteva ancora uscire da solo, in mezzo: guardavamo la merce esposta nella vetrina addobbata a festa.

In mezzo a rami di pino, carta dorata e fili d’argento, potevamo vedere i giocattoli desiderati dai bambini. Quello che piaceva di più a mio fratello era un orsetto, che guardava tutto ammirato. Andavamo lì tutti i giorni, con ogni tempo, ma lui era quello più affezionato. Gli sarebbe piaciuto così tanto tenerlo in braccio!

Un giorno, la padrona del negozio, una signora molto gentile, ci invitò a entrare e ci rivelò il suo nome: Teddy!

Un giorno, però, poco prima di Natale, scoprimmo che il peluche era scomparso. Joseph pianse amaramente: “Non c’è più!”. Cercammo di consolarlo, ma era troppo triste.

Poi arrivò il 25 dicembre e la distribuzione dei doni.

Quando mio fratello entrò nella stanza tutta decorata in cui si trovava l’albero addobbato, rise forte per la felicità: infatti, insieme ai regali per noi bambini aveva visto l’orsetto tanto desiderato. Glielo aveva portato Gesù Bambino.

Fu la gioia più grande della sua giovane vita."

(circa 1930 Raccontato da Mons. Georg Ratzinger, fratello di Papa Benedetto XVI)

 


"Il Natale è un’opportunità privilegiata per meditare sul senso e sul valore della nostra esistenza. L’approssimarsi di questa solennità ci aiuta a riflettere, da una parte, sulla drammaticità della storia nella quale gli uomini, feriti dal peccato, sono perennemente alla ricerca della felicità e di un senso appagante del vivere e del morire; dall’altra, ci esorta a meditare sulla bontà misericordiosa di Dio, che è venuto incontro all’uomo per comunicargli direttamente la Verità che salva, e per renderlo partecipe della sua amicizia e della sua vita. 

Prepariamoci, pertanto, al Natale con umiltà e semplicità, disponendoci a ricevere in dono la luce, la gioia e la pace, che da questo mistero si irradiano. Accogliamo il Natale di Cristo come un evento capace di rinnovare oggi la nostra esistenza. 

L’incontro con il Bambino Gesù ci renda persone che non pensano soltanto a se stesse, ma si aprono alle attese e alle necessità dei fratelli. 

In questa maniera diventeremo anche noi testimoni della luce che il Natale irradia sull’umanità del terzo millennio. 

Chiediamo a Maria Santissima, tabernacolo del Verbo incarnato, e a san Giuseppe, silenzioso testimone degli eventi della salvezza, di comunicarci i sentimenti che essi nutrivano mentre attendevano la nascita di Gesù, in modo che possiamo prepararci a celebrare santamente il prossimo Natale, nel gaudio della fede e animati dall’impegno di una sincera conversione." 

(Papa Benedetto XVI - Udienza Generale del 17 dicembre 2008) 



Buona giornata a tutti. :-)



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