Diventare
"un" corpo nella Città Santa, dove nessuno è escluso e dove l'ultimo
e il più debole hanno il loro proprio posto.
Il
povero, cammino d'unità
...E
se oggi non possiamo bere tutti insieme allo stesso calice il sangue di
Cristo,
beviamo
insieme allo stesso calice la sofferenza,
la
sofferenza della divisione,
della
divisione fra noi come della divisione
fra
noi e i poveri e i sofferenti.
Che
possiamo rinnovare, con una umiltà più grande,
la
nostra totale fede in Gesù, vita del mondo!
Gesù,
la notte in cui fu tradito, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò,
lo
diede ai suoi discepoli e disse:
"Prendete
e mangiatene tutti: questo è il mio corpo".
Spezzò
il pane, segno del suo corpo spezzato.
Anche
noi siamo il suo corpo spezzato.
La
Chiesa è spezzata: l'umanità è spezzata.
Piangiamo
e chiediamo perdono a Dio,
chiediamo
perdono gli uni agli altri,
e
a tutti gli uomini e le donne della terra,
soprattutto
ai più poveri e ai più deboli,
per
avere così spesso sfigurato il messaggio di Gesù.
Lasciamo
allora che si impossessi oggi del cuore di ciascuno di noi,
lo
benedica e lo spezzi, spezzando così la nostra durezza e il nostro
orgoglio,
e
lo doni, rinato nell'amore e nell'umiltà,
trasformato
in sé dallo Spirito Santo,
a
tutti gli uomini e a tutte le donne e, in particolare,
a
chi è povero, isolato o perduto.
Ma
noi, corpo spezzato, cerchiamo di diventare "un" corpo nella Città
Santa,
dove
nessuno è escluso e dove l'ultimo e il più debole hanno il loro proprio posto.
È
la nostra speranza per la vita e per la redenzione di tutti gli uomini e di
tutte le donne. E questo si realizzerà quando diventeremo davvero figli
suoi,
che
con una profonda fede in lui pregano davvero:
"Padre
nostro".
- Jean Vanier -
buona giornata a tutti. :-)