Ma è, in modo particolare, ai Martiri, che si sono
purificati nel loro sangue e che non hanno bisogno del Purgatorio, che gli
Angeli ricevono l'accoglienza più splendida.
Origene nell'Esortazione al
martirio, scrive:
"Una grande moltitudine è convocata mentre lottate e
quando siete chiamati al martirio.
Voi non parlate diverso da San Paolo,
quando dice che noi siamo divenuti uno spettacolo per il mondo, per gli angeli
e per gli uomini.
È dunque il mondo intero, tutti gli angeli a destra e a
sinistra, e tutti gli uomini che vi vedranno combattere la battaglia per il
cristianesimo.
Gli Angeli che sono in cielo si rallegreranno con noi."
Negli atti dei morti, la figura degli Angeli che li
conducono in Paradiso è un tema assai frequente, ad esempio, negli atti delle
sante Perpetue e Felicita, è scritto, a proposito della visione di Saturno: "Avevamo subito il martirio ed eravamo usciti dalla carne: quattro Angeli
cominciarono a portarci verso l'Oriente; le loro mani non toccano i nostri
corpi.
Arrivammo allora in un luogo vasto, che assomigliava a un frutteto, con
i roseti ed ogni sorta di fiori. Là vi erano altri quattro Angeli, più
splendenti ancora dei primi. Appena ci videro ci salutarono e dissero agli
altri Angeli. Eccoli, eccoli! Con ammirazione".
San Giovanni Crisostomo, nella
sua Omelia sui martiri, dice: "Ricordati di quella scala spirituale che il
patriarca Giacobbe ha visto, elevata dalla terra al cielo: per mezzo suo gli
Angeli discendevano; ancora per mezzo suo i Martiri salivano...
Vedete spesso
all'aurora il sole leva e lancia in tutte le
direzioni raggi quasi incorporati.
Tali erano i corpi dei Martiri, inondati da ogni parte dai getti del loro
sangue, come dai raggi di porpora e illuminati dagli stessi molto più di quanto
il sole rischiara il cielo: gli Angeli contemplavano questo sangue con delizia,
i demoni fremevano e il diavolo stesso tramava...
I Martiri salgono in cielo
preceduti dagli Angeli e circondati dagli Arcangeli, come da guardie del
corpo...
Quando sono giunti in cielo, tutte le sante Potenze di lassù li
accolgono con gioia e li abbracciano.
Poi esse formano un'immensa scorta per
accompagnarli verso il Re del cielo, che siede sul trono di gloria fra i
Serafini e i Cherubini. Là essi si uniscono ai Cori e prendono parte ai cantici
mistici ".
Con l'arrivo della morte, l'uomo viene a trovarsi in
mezzo a due contendenti e San Giovanni della Croce nel suo scritto mistico
"Notte oscura" avverte che nel momento "in cui l'Angelo buono
sta per comunicare all'anima la contemplazione, ella non può entrare
nell'interno del suo
nascondiglio così presto da non poter essere scorta dal
demonio, il quale l'assale immediatamente con orrori e turbamenti spirituali,
a volte molto penosi per lei."
Quando mi trovo ad assistere un moribondo, dopo
aver dato l'Unzione degli Infermi, faccio recitare sempre la Corona angelica,
in onore di San Michele, affinché il Principe delle Milizie celesti favorisca
colei che, terminata la corsa terrena, deve essere inoltrata in seno a Dio.
Un
testo liturgico del decimo secolo contiene queste invocazioni:
"Signore Gesù
Cristo, Re della gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene
dell'inferno e dal profondo abisso liberale dalle fauci del leone, affinché
non siano preda del tartaro e non cadano nelle tenebre; ma le conduca il
vessillifero San Michele alla Luce Santa, che un giorno promettesti ad Abramo e
alla sua discendenza".
Che sia specialmente l'Arcangelo Michele, a
difendere i defunti dagli ultimi assalti di satana, sembra suggerirlo il testo
della lettera di Giobbe, dove è scritto:
"L’Arcangelo Michele, quando, in
contesa con il diavolo, disputava con il corpo di Mosè, non osò accusarlo con
parole offensive, ma disse:
"Ti condanni il Signore"' (G b. 9).
Questo brano dell'Antico Testamento è anche
interpretato nel senso che gli Angeli vegliano sulle sepolture dei Santi,
impedendo
che siano profanate. Questa idea che gli Angeli proteggano le tombe dei cristiani
è ripresa da numerose iscrizioni funerarie antiche come, ad esempio, questa:
"Qui riposano Aschepiade, Elpice e un altro Aschepiade: Vi prego, in nome
dell’Angelo che sta ritto qui accanto, che nessuno osi introdurvi un altro
cadavere."
Nella benedizione del sepolcro, il Rituale Romano suggeriva questa preghiera: "Degnati, Signore, di benedire questo tumulo e poni a sua
custodia il tuo Angelo santo".
Se l'anima del defunto, che l'Angelo
accompagna dopo la morte, non è completamente pura, essa deve purificarsi in
Purgatorio, prima di essere ammessa fra gli Angeli e i Santi del Paradiso.
L'anima penitente deve ricevere un battesimo di fuoco di purificazione che
completi l'effetto del Battesimo di acqua.
Questo battesimo di fuoco è
amministrato dagli Spiriti celesti, secondo le antiche tradizioni nelle quali
viene trasmessa la dottrina del Purgatorio.
È interessante ricordare, a questo
riguardo, che, nella Divina Commedia, il poeta Dante Alighieri impegna gli
Angeli a scrivere sulla sua fronte sette "P" quali segni dei peccati
capitali (Purg. 9,75-84; 109-114) e poi a cancellarli, nel frattempo che il
poeta sale sulla montagna della perfezione (12,88-93).
Il vate conferisce agli
Angeli un ministero sacerdotale, insieme al ruolo liturgico di far risuonare,
nella mente, le parole
evangeliche, personificando l'umiltà (12, 108109), la
misericordia (15, 16-39), la pace (17, 69-70), la consolazione (19, 40-52), la
giustizia (22,1-5), la temperanza (24,132154), la purezza di cuore (27, 6-12).
Quando Dante finalmente giunge nel Paradiso terrestre, gli Angeli non appaiono
più come singole figure, ma come schiere, ad accogliere chi si è purificato,
per essere introdotto presso il trono dell'Altissimo.
Concludo questa
meditazione sugli Angeli e i defunti con un brano meraviglioso del grande
cardinale inglese J.H. Newman che termina: "Il sogno di Geronzio" con
queste parole dell'Angelo all'anima sua protetta, che in Purgatorio si sta
emendando, per poi essere ammessa alla visione celeste:
"Dolcemente e
teneramente anima, a caro prezzo riscattata, nelle mie braccia amatissime ti
stringo, e, nel fiume dell'espiazione, dolcemente ti immergo. Lasciati dolcemente immergere in questo fiume!
Senza un
lamento, senza resistenza, immergiti in queste acque.
E nella profondità
discendi, discendi ancora!
E gli Angeli che hanno ricevuto il dolce compito ti
custodiranno, ti vigileranno, ti culleranno.
E sulla terra le Messe e nel
cielo le preghiere 'ti verranno in aiuto dal Trono dell'Altissimo. Addio,
fratello amatissimo, ma non per sempre; sii coraggioso e paziente nel tuo
letto di dolore; la tua notte di prova sarà passata ed io ti verrò a svegliare
al mattino".
(don Marcello Stanzione)
Ai tre Arcangeli
Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace, Michele, venga portatore di serena pace e releghi nell’ inferno le guerre, fonte di tante lacrime.
Venga Gabriele, l’Angelo della forza, scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra.
Ci assista Raffaele, l’Angelo che presiede alla salute; venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere i nostri incerti passi per i sentieri della vita.
(Liturgia degli Angeli custodi)
Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace, Michele, venga portatore di serena pace e releghi nell’ inferno le guerre, fonte di tante lacrime.
Venga Gabriele, l’Angelo della forza, scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra.
Ci assista Raffaele, l’Angelo che presiede alla salute; venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere i nostri incerti passi per i sentieri della vita.
(Liturgia degli Angeli custodi)
La caduta degli angeli ribelli
Luca Giordano
Gli
angeli sono, per così dire, i pensieri di Dio rivolti a noi, che, in quanto
pensieri divini, non sono solo idee, ma realtà, persone. L'angelo incarna e
concretizza la sollecitudine di Dio per ogni uomo. Il mio angelo custode non è
nient'altro che espressione del fatto ch'io sono conosciuto, amato e seguito in
maniera del tutto personale da Dio, è il pensiero d'amore che Dio nutre per me,
che mi circonda e mi guida in ogni istante.
- Papa Benedetto XVI -
Preghiera all'Arcangelo Raffaele
O Raffaele,
Medicina di Dio,
la Bibbia ti
presenta come l’Angelo che soccorre,
l’Angelo che
consola, l’Angelo che guarisce.
Vieni accanto a
noi nella strada della nostra vita
così come ti
facesti vicino a Tobia
in un momento
difficile e decisivo della sua esistenza
e gli facesti
sentire la tenerezza di Dio
e la potenza del
Suo Amore.
O Raffaele,
Medicina di Dio,
oggi gli uomini
presentano ferite profonde nel cuore:
l’orgoglio ha
appannato lo sguardo
impedendo agli
uomini di riconoscersi fratelli;
l’egoismo ha
aggredito la famiglia;
l’impurità ha
tolto all’ uomo e alla donna
la gioia
dell’amore vero, generoso e fedele.
Soccorrici e
aiutaci a ricostruire famiglie
Che siano specchio
della Famiglia di Dio!
O Raffaele,
Medicina di Dio,
tante persone
soffrono nell’anima e nel corpo
e sono lasciate
sole nel loro dolore.
Guida sulla strada
della sofferenza umana
tanti buoni
samaritani!
Prendili per mano
affinchè siano consolatori
capaci di
asciugare lacrime e di confrontare i cuori.
Prega per noi,
affinchè crediamo
che Gesù è la
vera, grande e sicura Medicina di Dio.
Amen.
Ogni volta che il giorno si fà buio sai dove andare a cercare la luce..
Buona giornata a tutti :-)