sabato 16 febbraio 2013

Le tensioni - Jean Vanier -


Le tensioni sono momenti necessari nella crescita e nell’ approfondimento  di una comunità. Esse risultano dai conflitti personali,  conflitti nati dal rifiuto della crescita e dell'evoluzione personale e comunitaria, conflitti fra gli egoismi delle diverse persone, dovuti alla diminuzione della gratuità nell'insieme della comunità, dovuti ai diversi temperamenti e alle difficoltà psicologiche  di ognuno. Queste tensioni sono naturali.

Ognuna di queste tensioni mette l'intera comunità e ogni suo membro davanti alla propria povertà, alle proprie incapacità,  stanchezze, aggressività e atteggiamenti depressivi. Questo può  diventare un tempo importante,  quello di una presa di coscienza del fatto che il tesoro della comunità è in pericolo. Quando tutto va bene, quando la comunità crede di vivere un successo, i suoi membri rischiano di lasciarsi andare nelle loro energie d’amore.  
Sono meno attenti gli uni agli altri.
Le tensioni li obbligano a tornare alla realtà della loro povertà, e a prendere delle adeguate  misure di preghiera, di dialogo, di pazienza e di sforzo per  superare la crisi e ritrovare l'unità perduta.

Esse fanno capire che la comunità è più di una realtà umana,  che ha bisogno dello spirito di Dio per vivere e approfondirsi.
Esse segnano anche, molto spesso delle tappe necessarie verso un'unità più grande, rivelando delle fratture che obbligano a  una rieducazione,  a una riorganizzazione,  a una maggiore  umiltà.
L'esplosione a volte brutale non fa altro che rivelare una reale tensione che era latente. Solo quando esplode la tensione  è possibile cercare di curarne la causa fino alle radici.

Non c'è nulla che pregiudichi la vita comunitaria come mascherare le tensioni, fare come se non esistessero, nasconderle  dietro segni di cortesia e fuggire la realtà e il dialogo.
Una tensione o un turbamento possono essere il segno della venuta prossima di una nuova grazia di Dio.
Annunciano un passaggio di Dio nella comunità.

(Jean Vanier) 
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della festa"di Jean Vanier, Ed.JakaBook, 1991

 


L’essere umano è nato piccolo e morirà piccolo. Siamo noi pronti ad accogliere la nostra fragilità come essa è veramente? Ci troviamo in una società che rifiuta questo dato di fatto. Si rifiutano i deboli, si vogliono scartare gli anziani, si vogliono scartare i portatori di handicap e si vogliono scartare le nostre fragilità.

(Jean Vanier, “La depressione. Il cammino di guarigione, Ed. Elledici)


Il tuo prossimo non è chi conosci chi ti è amico o parente.
Il tuo prossimo è chiunque abbia bisogno di te.

- Jean Vanier -



Troppe persone vivono in comunità per trovare qualcosa, per appartenere a un gruppo dinamico, per avere uno stile di vita prossimo ad un ideale.
Se si entra in una comunità senza sapere che vi si entra per scoprire il mistero del perdono, se ne resta presto delusi.

- Jean Vanier -


Meglio sapere chi siamo realmente, conoscere le tenebre che ci abitano, accettarle e affrontarle, piuttosto che pretendere che non esistano e organizzare la vita in modo tale che le tenebre restino nascoste.
In questo modo non faranno altro che aggravarsi e governeranno la nostra vita a livello inconscio fino a quando, forse, riappariranno sotto un'altra forma.

[Jean Vanier, Il corpo spezzato, Jaka Book, 1990]


Quando tocchiamo le nostre tenebre – così profonde, così terribili – ci vergogniamo talmente da voler fuggire.

[Jean Vanier, Il corpo spezzato, Jaka Book, 1990]


Buona giornata a tutti. :-)