martedì 15 gennaio 2013

Il dono della vista - Monaci Benedettini Silvestrini -

Và, la tua fede ti ha salvato.
Essere ciechi nel linguaggio biblico non ha solo una dimensione fisica, ma prevalentemente spirituale:

riguarda sia l'anima sia gli occhi.

Esempi di cecità spirituali abbondano nella scrittura sacra, abbondano nella nostra vita:

"Sordi, ascoltate, ciechi, volgete lo sguardo per vedere.
Chi è cieco, se non il mio servo?
Chi è sordo come colui al quale io mandavo araldi?
Chi è cieco come il mio privilegiato?
Chi è sordo come il servo del Signore?
Hai visto molte cose, ma senza farvi attenzione,
hai aperto gli orecchi, ma senza sentire".

Così si esprime un brano il profeta Isaia.
Gli scribi e i farisei sono definiti ciechi da Gesù:
«Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Gli stessi apostoli stentavano spesso a credere alle parole del Signore il loro spirito era accecato e orientato dalle logiche umane.

Ricordiamo i due discepoli di Èmmaus, che non riconoscono Gesù lungo la via perché i loro occhi erano accecati per mancanza di fede nel risorto:

Riconosceranno Gesù quando proclama e spiega la parola e nello spezzare il pane.

Gesù si proclama luce del mondo e afferma:
«Ancora per poco tempo la luce è con voi.
Camminate mentre avete la luce,
perché non vi sorprendano le tenebre;
chi cammina nelle tenebre non sa dove va.
Mentre avete la luce credete nella luce,
per diventare figli della luce».

La luce di Cristo viene infusa in noi mediante la fede.
Questa è la virtù fondamentale che ci apre la vista dell'anima
per accogliere la persona Cristo e le verità che egli ci ha rivelate.

«Io sono la luce del mondo; chi segue me,
non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».

Dopo aver ripetutamente affermato
l'importanza della fede Gesù interviene,
compiendo miracoli a favore dei ciechi
per riaprire loro occhi e anima.

Molti di loro inizialmente implorano
solo la guarigione dalla loro cecità fisica.

Alla richiesta di Gesù, «Che cosa vuoi che io faccia per te?»,
anche nel vangelo, il cieco implora:

«Rabbunì, che io veda di nuovo!».

Egli però intende dargli più di quanto osa sperare.
«Và, la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada».
La fede del cieco nato aveva già riconosciuto Gesù e nella sua preghiera gridata umilmente implorava:
«Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte:
«Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Da cieco e mendicante lo ritroviamo, dopo l'intervento prodigioso di Cristo,
illuminato nel corpo e nello spirito:
«Và, la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada».


estratto da un commento dei Monaci Benedettini Silvestrini



''La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. 
I detti di Gesù sull’ autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l’amore, l’amore che irradia la sua luce dal Calvario'' 

(Benedetto XVI - Omelia 29 giugno 2012).




La pace del tuo cuore rende bella la vita di coloro che ti circondano.
Inabissarsi nell’ inquietudine non è mai stata una via evangelica. Costruire la propria fede sul tormento sarebbe come costruire la propria casa sulla sabbia. 
Ascolti in ogni momento questa parola di Gesù: «Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non tremi e non tema il vostro cuore»? La pace delle profondità ti rende più leggero per ri­prendere il cammino quando il fallimento o gli sco­raggiamenti pesano sulle tue spalle. E nascono lo stupore, un soffio poetico, una sem­plicità di vita e, per chi può capirlo, una visione mi­stica dell’essere umano. 
Per te questa preghiera del Vangelo: «Benedici noi, o Cristo, noi e coloro che ci hai affi­dati. Mantienici, nello spirito delle beatitudini, la gioia, la semplicità, la misericordia».

- Roger Schutz -



Vi lascio la pace, vi do la mia pace; non come la dà il mondo io la do a voi.

Chi la riceve è liberato dall’ansietà e turbamento del cuore. Le tribolazioni ci saranno sempre, ma con la Sua presenza, la Sua grazia, esse diventano mezzo di salvezza, luogo di incontro e di cammino nel regno di Dio. Come lo sono state per San Paolo. Egli, predicando il vangelo, ha subito ogni tipo di persecuzione. Ma la stessa tribolazione è mezzo di fede, per portare il Vangelo dove Cristo non è accettato. Questa fede ha reso Gesù vivo in mezzo ai discepoli. Anche oggi solo la fede ci fa entrare nel mistero del risorto. Entrarvi è possibile se amiamo e facciamo la volontà del Padre nella missione ricevuta. 

(Monaci Benedettini Silvestrini)


Basta che tu ami la pace,
ed essa immediatamente è con te.
La pace è un bene del cuore.
Se volete attirare gli altri alla pace,
abbiatela voi per primi;
siate voi anzitutto saldi nella pace.

- S. Agostino –




Buona giornata a tutti. :-)