domenica 26 febbraio 2012

Le ceneri – Charles Singer

Le ceneri: la fine delle apparenze,
del mio orgoglio, del mio cinema, della mia importanza.
È la fine delle maschere
che amo portare per fare bella figura.
È finito il mio personaggio.


Le ceneri
Non è triste, anzi è meglio…

eccomi sbarazzato
da ciò che credo essenziale per vivere:
i miei ninnoli, i miei possedimenti, i miei ricevimenti,
la fatica di fare colpo e mettermi in mostra
.

Se guardo le ceneri
non è per sprofondare nella mia miseria
o per sentirmi nauseato dei miei fallimenti
o per ripetermi che valgo niente e niente concludo.

Devo accettare le ceneri

per capire ciò che rischio di diventare,
se non mi rialzo
con tutte le forze del cuore e dello spirito.
Devo accettare le ceneri per ricordarmi che si esce dalle sconfitte
e che sotto il fango e il sudiciume
stanno sempre meraviglie nascoste.
Devo accettare le ceneri
per riconoscere la mia fragilità,
ma soprattutto per poter gridare
che sono capace
di superare la mia piccolezza,
di essere più grande della mia debolezza,
che le mie mani sono capaci di costruire cose che durano:
far sorgere l’amore, restituire speranza,
accarezzare con tenerezza,
porre un termine alla
miseria, essere il compagno di Dio.
Allora, amici,
prendete le ceneri nelle vostre mani e guardate
.
Sotto le ceneri le braci cominciano a rosseggiare.
Se il vento si mette a soffiare,
le fiamme vinceranno la morte e rigetteranno le tenebre.
Amici,
innalzatevi in tutta la vostra statura
che è la stessa di Dio.


Guardate: sotto la polvere,
c’è la semente di Dio,
sepolta.
Guardate: Dio viene a cercarci
qualunque sia il nostro aspetto.
Ascoltate: è Dio che muove il vento,
e sotto le nostre ceneri
il fuoco si agita
perché divampi l’incendio del nostro amore



(Charles Singer)
Fonte:  Pregare” di Charles Singer, Ed. Paoline 1981

Isaac Bashevis Singer (1904-1991) nacque a Radzymin, in Polonia. Di ascendenza rabbinica, trascorse l'infanzia nel quartiere popolare di Varsavia dove il padre aveva il suo "Beth Din" (tribunale religioso ebraico). Nel 1935 si trasferì a New York, dove intraprese la carriera di scrittore in lingua yiddish.
Nel 1964 riceve la nomina al National Institute of Arts and Letters.Singer è il solo membro americano a scrivere in una lingua che non sia l'inglese. "Lo yiddish è la saggia e umile lingua di noi tutti, l'idioma di un'umanità spaventata e piena di speranza".
A metà degli anni sessanta, Singer diventa un acceso sostenitore del vegetarismo. Scriverà:
“ Il vegetarianesimo è la mia religione, sono diventato un vegetariano stabile circa venticinque anni fa. Prima di allora provavo e riprovavo, ma erano episodi sporadici. Finalmente, a metà degli anni sessanta, ho preso la decisione. Da allora sono vegetariano. [...] Questa è la mia protesta contro la condotta del mondo. Essere vegetariani significa dissentire, dissentire contro il corso degli eventi attuali. Energia nucleare, carestie, crudeltà, dobbiamo prendere posizione contro queste cose. Il vegetarianesimo è la mia presa di posizione. E penso che sia una presa di posizione consistente.”
Nel 1978 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura con questa motivazione: "for his impassioned narrative art which, with roots in a Polish-Jewish cultural tradition, brings universal human conditions to life".