Da piccola avevo dei conigli e mi piacevano tanto
che non mi staccavo da loro durante tutto il giorno.
Li guardavo senza sosta ma non mi venne mai in mente
che erano animali che mangiavano e fu cosi
che morirono. Io non riuscivo a capire perché
era successo dato che loro «sapevano» che
io li amavo, per me esisteva solo un tipo
di morte ed era quella di dolore o tristezza.
Poi, uno zio mi chiese che cosa davo da
mangiare ai conigli e io lo trovai molto strano.
Gli dissi che non gli davo niente, chiesero ai
grandi e tutti risposero che essendo
miei gli animaletti si supponeva che li
alimentassi io.
Gran commozione per la morte dei conigli.
Tutti considerarono che ero scema e snaturata.
A me non importò, ma pensai
che da allora in poi avrei dato da mangiare a
tutte le cose che mi piacevano perché voleva
dire che c’erano due tipi di morte:
quella di fame e quella di dolore.
Cecilia Vicuña (Cile, 1948)
Fonte: Giovani poeti Sudamericani
a cura di Hugo García Robles e Umberto Bonetti, Einaudi, 1972
Cecilia Vicuna, classe 1948, Santiago del Cile |
Nessun commento:
Posta un commento