Sai cosa mi sarebbe piaciuto? Leggere un libro con te.
Andarlo a scegliere insieme in libreria. Entrando insieme, per mano. Poi
liberarci come cani sciolti, a fiutare emozioni. Darci un tempo, senza tempo.
Tutto il tempo necessario per tornare all’appuntamento.
Lì, accanto alla cassa, con l’espressione di vita stampata sul volto. Noi e l’amore in mondovisione.
Sorriderci con gli occhi sapendo già quale musica mettere in auto nel viaggio verso casa. Annusare il nuovo con la consapevolezza di tutto il già letto che ci aspetta, ansioso di farci aggiungere nuovi capitoli allo spazio di un destino comune.
Cosa hai preso? – sussurrare senza parole.
E tu lì a mostrarmi la tua scelta, poggiandola sulle mie mani, sopra il libro scelto da me per te.
Avrebbe potuto addirittura essere lo stesso. Quasi sicuramente non lo sarebbe stato. Ma avremmo potuto prenderli tutti e due e decidere quale iniziare per primo subito dopo un caffè.
E invece l’amore ci rende strani nemici.
Non c’è più spazio per leggere insieme e allora prendo un pastello e coloro le figure, quelle belle e quelle brutte, quelle che passano, si fermano, quelle che restano ombre, quelle che si dissolvono asciugate dalle differenze.
Ti disegnerei i bordi come un cartone animato, entrerei nel libro dopo averti disegnata, ma non a modo mio, non per cambiarti, ti disegnerei così come sei.
Tu mi diresti che non sei così, non ci rassegniamo mai con facilità ai piccoli difetti dell’anima.
La crediamo perfetta ma non lo è perché è nostra e noi non lo siamo.
E mentre agosto si fa settembre troppo in fretta mi accorgo che stranamente quest’anno non mi dispiace poi tanto.
Questo svela la sottile insoddisfazione, le impalpabili malinconie, il desiderio di sovvertire il “beltempo” dell’inadeguatezza verso un autunno sereno.
Guardandoti ho pensato che son nato per perderti.
Ho lasciato i miei sogni nel sogno.
Cambio rigo ma ancora ti scorgo.
Mi piacerebbe scordare chi eravamo per rincontrarci come siamo.
E tu cercami in trentaquattro anni di cassetti, in mezzo ai cambiamenti, per accorgerti che mi hanno reso uguale.
E poi richiudimi che forse non è più tempo per le favole.
Lì, accanto alla cassa, con l’espressione di vita stampata sul volto. Noi e l’amore in mondovisione.
Sorriderci con gli occhi sapendo già quale musica mettere in auto nel viaggio verso casa. Annusare il nuovo con la consapevolezza di tutto il già letto che ci aspetta, ansioso di farci aggiungere nuovi capitoli allo spazio di un destino comune.
Cosa hai preso? – sussurrare senza parole.
E tu lì a mostrarmi la tua scelta, poggiandola sulle mie mani, sopra il libro scelto da me per te.
Avrebbe potuto addirittura essere lo stesso. Quasi sicuramente non lo sarebbe stato. Ma avremmo potuto prenderli tutti e due e decidere quale iniziare per primo subito dopo un caffè.
E invece l’amore ci rende strani nemici.
Non c’è più spazio per leggere insieme e allora prendo un pastello e coloro le figure, quelle belle e quelle brutte, quelle che passano, si fermano, quelle che restano ombre, quelle che si dissolvono asciugate dalle differenze.
Ti disegnerei i bordi come un cartone animato, entrerei nel libro dopo averti disegnata, ma non a modo mio, non per cambiarti, ti disegnerei così come sei.
Tu mi diresti che non sei così, non ci rassegniamo mai con facilità ai piccoli difetti dell’anima.
La crediamo perfetta ma non lo è perché è nostra e noi non lo siamo.
E mentre agosto si fa settembre troppo in fretta mi accorgo che stranamente quest’anno non mi dispiace poi tanto.
Questo svela la sottile insoddisfazione, le impalpabili malinconie, il desiderio di sovvertire il “beltempo” dell’inadeguatezza verso un autunno sereno.
Guardandoti ho pensato che son nato per perderti.
Ho lasciato i miei sogni nel sogno.
Cambio rigo ma ancora ti scorgo.
Mi piacerebbe scordare chi eravamo per rincontrarci come siamo.
E tu cercami in trentaquattro anni di cassetti, in mezzo ai cambiamenti, per accorgerti che mi hanno reso uguale.
E poi richiudimi che forse non è più tempo per le favole.
- Massimo Bisotti, La luna blu
Le persone più
incantevoli al mondo
hanno sempre un
vissuto complesso.
Sono spesso le più
difficili ma anche
quelle che sanno
dare di più.
Chi
ha fardelli di dolori interiori
ma non si è arreso
riserva a chi ama i
sorrisi migliori,
quelli ancora vivi.
Perché le persone
incantevoli
hanno vinto il
disincanto
e per vincere
il disincanto ci vuole tanto coraggio,
lo stesso che serve
per i sentimenti.
- Massimo Bisotti -
Volevo solo guardarti dormire, la più pura, vera, grande
magia che mi accadde fu questa.
Seguire per tutta la notte il ritmo del tuo respiro, senza toccarti.
Seguire per tutta la notte il ritmo del tuo respiro, senza toccarti.
Ti amavo già, me ne accorsi da questo, da questo spietato
desiderio. E la paura d’innamorarsi di qualcuno, l’ ho capito in quell’istante,
è già un po’ amore silenzioso. Se potessi addormentarmi e risvegliandomi
cancellare tutti i miei errori e ricominciare da zero saprei sempre ritrovarti.
Ricomincerei dal primo battito nato pensandoti e saresti l’unica cosa che non
correggerei, né col rosso né col blu.
Se non sei tu l’amore, l’amore non esiste.
- Massimo Bisotti -
Un giorno tutte le nostre parole torneranno a
cercarci, a coprirci dal freddo.
Un giorno capiremo sulla nostra pelle quanto abbiamo
risposto, quanto abbiamo taciuto.
- Massimo Bisotti -
La pelle non la freghi, è lì che sta la memoria.
Massimo Bisotti da La luna blu
Dovrà capitare prima o poi che due anime selvatiche che
non vogliono sentirsi strette da nessuno,
né chiuse agli angoli del mondo e che si amano abbastanza da non scappare né inseguire, si fermino a comprendere che completarsi è questo. È chiudersi all’aperto sapendo che a nessuno dall’esterno sarà permesso entrare dentro. Si può rischiare di restare insieme tutta la vita così, senza che sia una minaccia ma solo un sublime stato di grazia e di strafottente e imbarazzante felicità.
né chiuse agli angoli del mondo e che si amano abbastanza da non scappare né inseguire, si fermino a comprendere che completarsi è questo. È chiudersi all’aperto sapendo che a nessuno dall’esterno sarà permesso entrare dentro. Si può rischiare di restare insieme tutta la vita così, senza che sia una minaccia ma solo un sublime stato di grazia e di strafottente e imbarazzante felicità.
Massimo Bisotti da Il quadro mai dipinto
Buona giornata a tutti :-)
1 commento:
Avevi 34anni...lei quanti ne aveva?
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