Il viaggio dei Magi rappresenta un simbolo
straordinario del cammino degli uomini incontro a Cristo. Essi vengono da
lontano, da un’altra parte del mondo, da un’altra cultura e addirittura
appartengono ad un’altra fede. Ciò che li guida è una stella, un fenomeno
naturale che essi vogliono interpretare, un evento storico e scientifico che
rimane per loro un mistero da svelare e soprattutto l’occasione per un cammino
da intraprendere. Essi non sanno cosa troveranno ma la ricerca per loro è
fondamentale, porsi in viaggio per raggiungere una meta che ancora non
conoscono è una realtà a cui non possono sottrarsi. È per loro un dovere
spiegare il sorgere di questa stella, capire il suo significato per poter
comprendere il senso della storia e della loro stessa esistenza. Le difficoltà
che incontrano in un viaggio così lungo le possiamo immaginare, il vangelo
narra soltanto il tentativo da parte di Erode di strumentalizzare la loro
ricerca per raggiungere i suoi scopi malvagi, per individuare il nuovo re ed
eliminarlo. Ma saggiamente i Magi cambieranno strada e non vorranno tornare da
Erode, l’incontro con il Bambino fa loro comprendere la straordinaria
rivelazione a cui li ha condotti quella stella misteriosa. Non si tratta di
trovare un sovrano così come il mondo desidera o un tiranno come Erode, essi
trovano a Betlemme il senso di ogni cammino, di ogni viaggio, il significato
della vita di ogni uomo che non consiste nel potere, nella ricchezza, e neppure
nella saggezza e nella scienza, ma nella semplicità di un Bambino che riempie
di stupore e tenerezza, che fa vedere il cielo sulla terra, che fa capire come
la vita in sé è un miracolo straordinario in cui Dio rivela se stesso donando
speranza al mondo “che giace nelle tenebre”. Inoltre, questo Bambino illumina
con la sua presenza ogni cuore rivelando al mondo che l’unico autentico potere
consiste nell’amore.
- Marco Frisina -
sacerdote, biblista, compositore
Comunemente, l’Epifania in Occidente tende a significare la manifestazione di Gesù ai pagani, rappresentati dai re magi, significando la destinazione universale del messaggio della salvezza.
In Oriente, l’Epifania,
in senso forte, si riferisce al battesimo di Cristo. Il battesimo è il momento
della manifestazione di Gesù che inizia la sua vita pubblica, ma è soprattutto
la manifestazione della Trinità: il Padre con la voce, il Figlio con la
preghiera nell’acqua e lo Spirito con la colomba che testimonia il Figlio. Lo
Spirito, che al momento della creazione alleggiava sulle acque, nel battesimo
di Cristo discende ed è un momento di ri-creazione. Gli studiosi della
tradizione siriaca, affermano però che l’Epifania del Signore tende a dilatarsi
assumendo in sé tre misteri (tria miracula), connessi rispettivamente
all’adorazione dei magi, al battesimo nel Giordano e alla trasformazione
dell’acqua in vino alle nozze di Cana . È un arco che collega tre segni
importanti: il compimento dell’anelito delle nazioni (i magi); la rivelazione
dello Sposo (il battesimo); e l’anticipazione (le nozze di Cana) nel simbolo
del «Segno» nuziale che si avverrà nella croce.
- Robert Cheaib -
...Ci siamo molto allontanati dalla
semplicità dei pastori. Ma forse può consolarci il fatto che anche i Magi
dell'Oriente - esponenti d'una civiltà e d'una mentalità raffinate, nei quali
noi pure possiamo in certo modo riconoscerci - trovarono alla fine la via del
presepe.
Ma dove propriamente conduce questa
via? La gente comune e i potenti non udirono la voce dell'angelo. Dormivano. I
pastori erano invece uomini desti e aperti. Quest'attesa del cuore, questa
sensibilità (non ancora ottusa) per la voce di Dio: ecco ciò che unisce i Magi
dell'Oriente - uomini esigenti - ai pastori; e permise loro di trovare la via.
Di qui l'interrogativo: E noi, siamo
davvero desti? Siamo liberi, pronti a muoverci? Non siamo invece tremendamente
malati di snobismo, d'uno scetticismo presuntuoso? Può udire la voce
dell'angelo colui che, a priori, dà per certo che l'angelo non può affatto
esistere? Anche se la udisse, non potrebbe che fraintenderla. E cosa dire di
colui che si è abituato a giudicare sempre dall'alto in basso?
Capisco sempre più perché mai
sant'Agostino abbia indicato nell'humilitas (nell'umiltà) il nucleo del mistero
cristiano. Il nostro cuore non è aperto, né davvero libero. E ciò nonostante
rimane una consolazione: c'è stata una via percorribile anche da spiriti
raffinati ed esigenti. Anche costoro possono diventare come i pastori, a patto
che abbiano una cosa in comune con loro: la vigilanza e la libertà del cuore.
JOSEPH RATZINGER dal "Bollettino
diocesano" - 25 dicembre 1979 -
L’adorazione
dei magi (Star of Bethlehem) di Edward Burne-Jones ovvero come vedevano
l'adorazione dei Magi i Preraffaelliti. Questo arazzo perchè di arazzo si
tratta è stato probabilmente il più grande successo commerciale fra tutti gli
arazzi della Morris & Co, committenti dell'opera, fu replicato in ben dieci
versioni: quella originale è nella Eton College Chapel, mentre delle altre una
si trova al Museo dell’Ermitage, a San Pietroburgo, una presso l’Art Gallery of
South Australia, una invece si può ammirare alla Manchester Metropolitan
University. Ovunque nel mondo.
Buona giornata a tutti :-)
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