giovedì 3 novembre 2011

...custodisci, reggi... - Abate Zaverio Peyron -

Che il demonio cerchi sempre e in tutti i modi di farci del male ce lo dice chiaramente l’Apostolo Pietro:
"Fratelli, siate sobri e vigilate perché il demonio, vostro avversario, come leone feroce, gira sempre attorno a voi, cercando di divorarvi".
Ben lo sapevano i Santi che in modi straordinari sentirono gli effetti del suo odio e chi riceveva battiture tali da divenire incapace di muoversi come S. Veronica Giuliani, chi era gettato duramente a terra da rompersi i denti come S. Gaspare del Bufalo, chi si sentiva strangolare da non poter più né parlare, né respirare come la Ven. Ganori Mora, chi divenne ossesso come il Ven. Clausi.
Il Santo Curato d’Ars, mentre stava coricato, ebbe il letto bruciato con grave pericolo per la sua vita. Don Bosco passava notti insonni per le lotte spaventose che doveva sostenere. Il Padre Mistrilli, missionario e martire nel Giappone, sul punto di partire per la sua missione fu minacciato dal demonio che sempre gli sarebbe stato attorno per perseguitarlo e lo fece effettivamente.

Quello che fece con i Santi, vorrebbe farlo con tutti e guai a noi se Dio non ci avesse dato un angelo per custodirci e parare i colpi del demonio.
Invochiamo l’aiuto dell’angelo custode che ci custodisca, specialmente per non cadere nel peccato mortale, perché questo sarebbe il massimo dei mali che può farci il demonio.

Si dice: reggere una persona quando la si sostiene, se questa per debolezza di gambe non può star su e non può continuare il suo cammino. Questo è appunto quello che fa spiritualmente l’angelo custode affinché perseveriamo nel bene. Quando il demonio non può farci cadere nel male, tenta almeno di impedirci di fare il bene o continuare nei nostri buoni propositi dandoci una stanchezza spirituale o paure sconfortanti affinché noi restiamo scoraggiati, avviliti, accasciati dalla malinconia e quindi ci arrestiamo nel bene.
Purtroppo quanti furono e sono vittima dello scoraggiamento! Si sono viste persone religiose lasciare la loro vocazione, peccatori convertiti abbandonare le buone risoluzioni prese, fondatori di opere religiose arrestarsi dinanzi alle difficoltà e rinunciare all’impresa ecc.

La causa di tutto questo è lo scoraggiamento che non viene mai da Dio, ma sempre dal demonio.
Ecco dunque l’opera provvidenziale dell’angelo custode di "reggere", cioè sostenere chi sta per cadere, infondendo coraggio, pazienza nelle contraddizioni, fiducia nella Provvidenza di Dio.

Specialmente in punto di morte, quando ai mali del corpo si aggiungono le pene dello spirito, l’angelo custode usa tutta la sua carità per essere di conforto e consolazione per l’anima angustiata.
(continua)
(Abate Zaverio Peyron)
1) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/angelo-di-dio-abate-zaverio-peyron.html
2) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/che-sei-il-mio-custode-abate-zaverio.html
3) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/illumina-abate-zaverio-peyron.html

  L'Annunciazione
  (realizzato tra il 1432 ed il 1434)
  Beato Angelico
 
L'artista ne dipinse più versioni tra cui quella conservata al Museo Diocesano di Cortona.
e quella conservata al Museo del Prado di Madrid.
Il dipinto illustra la scena del Nuovo Testamento in cui l'arcangelo Gabriele comunica alla Vergine Maria che è stata scelta per concepire il figlio di Dio.
La Vergine sta leggendo la Bibbia in una loggia arcata quando arriva il giovane arcangelo.
Maria incrocia le mani sul petto in segno di sottomissione mentre lo Spirito Santo si libra su di lei sotto forma di colomba.
Sullo sfondo Beato Angelico dipinge Adamo ed Eva che vengono cacciati, da un angelo, dall'Eden.


Gli angeli appaiono talvolta con un fuoco tra i capelli (ad esempio, Gabriele nell'Annunciazione del Beato Angelico nel Convento di S. Marco a Firenze e Michele nel polittico del Sassetta nel Museo Diocesano di Cortona), che simboleggia il fuoco, luminoso e puro come quello dello Spirito Santo. Gli angeli, infatti, sono esseri di luce, sfavillanti, secondo la concezione dei Padri della Chiesa, e non si può attribuire ad essi la più piccola proprietà materiale. Un altro elemento simbolico a volte presente è quello dell'occhio divino che vede tutto raffigurato candidamente sulle piume di pavone dipinte sulle ali di alcuni angeli (ad esempio, nell'Annunciazione di Filippo Lippi nella National Gallery di Londra). Lo stesso pavone, tra l'altro, veniva considerato simbolo di immortalità, perché si riteneva che le sue carni non andassero in putrefazione, ed era quindi adatto per rendere l'idea dell'eternità oltre che dell'onniscienza divina.

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