Gli
uomini accettano assegni annui e donativi come cose di caro prezzo e in essi
ripongono le loro fatiche, il loro lavoro e la loro scrupolosa attenzione:
nessuno considera il tempo: ne fanno un uso troppo sconsiderato, come se esso
fosse (un bene) gratuito. Ma guarda costoro (quando sono) ammalati, se il
pericolo della morte incombe molto da vicino, avvinghiati alle ginocchia dei
medici, se temono la pena capitale, pronti a sborsare tutti i loro averi pur di
vivere: quanta contraddizione si trova in essi.
Che se
si potesse in qualche modo mettere davanti (a ciascuno) il numero di anni
passati di ognuno, così come quelli futuri, come trepiderebbero coloro che ne
vedessero restare pochi, come ne risparmierebbero! Eppure è facile gestire ciò
che è sicuro, per quanto esiguo; si deve invece curare con maggior solerzia ciò
che non sai quando finirà. E non v'è motivo che tu creda che essi non sappiano
che cosa preziosa sia: sono soliti dire, a coloro che amano più intensamente,
di essere pronti a dare parte dei loro anni.
Li danno e non capiscono: cioè li danno in modo da sottrarli a se stessi senza peraltro incrementare quelli. Ma non si accorgono proprio di toglierli; perciò per essi è sopportabile la perdita di un danno nascosto.
Nessuno (ti) restituirà gli
anni, nessuno ti renderà nuovamente a te stesso; la vita andrà per dove ha
avuto principio e non muterà né arresterà il suo corso; non farà alcun rumore,
non lascerà nessuna traccia della propria velocità: scorrerà silenziosamente;
non si estenderà oltre, né per ordine di re, né per favor di popolo: correrà così
come ha avuto inizio dal primo giorno, non cambierà mai traiettoria, mai si
attarderà. Cosa accadrà? Tu sei tutto preso, la vita si affretta: nel frattempo
si avvicinerà la morte, per la quale, volente o nolente, bisogna avere tempo.
Brani scelti: SENECA, De brevitate vitae, I secolo d.C.
Il tempo scorre velocissimo e ce ne accorgiamo soprattutto quando guardiamo indietro: mentre siamo intenti al presente, passa inosservato, tanto vola via leggero nella sua fuga precipitosa. Ne chiedi il motivo? Tutto il tempo trascorso si trova in uno stesso luogo; lo vediamo simultaneamente, sta tutto insieme; ogni cosa precipita nello stesso baratro. E, del resto, non possono esserci lunghi intervalli in una cosa che nel complesso è breve.
La
nostra vita è un attimo, anzi, meno di un attimo; ma la natura ci ha schernito
dando un'apparenza di durata a questo spazio di tempo minimo: di una parte ne
ha fatto l'infanzia, di un'altra la fanciullezza, poi l'adolescenza, il declino
dall'adolescenza alla vecchiaia e la vecchiaia stessa. Quanti gradini ha
collocato in una scala così corta!
Brani scelti: SENECA, Lettere a Lucilio, I secolo d.C.
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