venerdì 12 luglio 2024

Smettere di dipendere dagli altri by Padre Anthony De Mello e Signore non sono capace by Padre Michel Quoist

"Una volta che smetti di dipendere dagli altri, quando non hai più il bisogno di altre persone - quando ti metti in contatto con questo per la prima volta - è terrificante perché improvvisamente diventi solo. Non solitario, ma solo. 
È una strana sensazione. Lo sei sempre stato, ma non l'avevi visto, e all'improvviso ti rendi conto di quanto sia bello essere soli, che bello non aver bisogno degli altri emotivamente e per la prima volta capisci che puoi amare le persone.

Non è più necessario corrompere le persone, non è necessario manipolarle, non è necessario impressionarle. Non hai bisogno di placarli. Finalmente puoi amare. E per la prima volta nella tua vita, sei incapace di solitudine. Non puoi più essere solo. Sai cosa significa "solitudine"? È un bisogno disperato delle persone, al punto che sei infelice senza le persone. La solitudine non è curata dalla compagnia umana. La solitudine è curata dal contatto con la realtà, comprendendo che non hai bisogno delle persone. Finalmente puoi goderti le altre persone perché non ne hai più bisogno.

Non c'è più tensione. Sai cosa vuol dire stare con le persone e non avere tensioni? Perché non te ne frega niente se tu gli piaci o no, non importa cosa pensano di te. Sai cosa significa? La libertà. Gioia. Possono pensare quello che vogliono, possono dire quello che vogliono. Va tutto bene. Non sei interessato. Hai eliminato la droga dal tuo sistema.

E oh, sì, sei ancora nel mondo; non ne sei più del mondo. Non possono controllarti più. E all'improvviso, non hai nessun posto dove rifugiarti. Le volpi hanno i loro buchi, gli uccelli hanno i loro nidi. Ma non ti stai rifugiando da nessuna parte perché non ne hai bisogno. Perché non ti aggrappi più. Ecco quando inizia l'amore."

- Padre Anthony De Mello - 



 Signore non sono capace

Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta,
qualche atto straordinario. Un’azione che impegnerebbe tutto me stesso,
se fossi sconvolto da una sventura, colpito da un’ingiustizia,
se uno dei mie cari fosse in pericolo…
Ma ciò che mi umilia e spesso mi scoraggia,
è che non sono capace di donare la mia vita pezzo a pezzo,
giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto,
donare, sempre donare… e darmi!
Questo non posso farlo e tuttavia
è certamente ciò che tu mi chiedi…
Ogni giorno mille frammenti di vita da donare,
in mille possibili gesti d’amore,
che più non si vedono tanto sono abituali,
e più non si notano tanto sono banali,
ma di cui tu mi dici di aver bisogno per mettere insieme un’offerta
e perché un giorno io possa dire in verità:
Ai miei fratelli io ho donato tutta la mia vita.
E ciò che desideri, Signore, ma non ne sono non posso farlo, lo so, ed ho paura.

Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.
E soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti,
di riconoscere la tua povertà e di farmene dono,
perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze,
ma anche la propria povertà, i propri peccati.
Fa’ questo, figliolo, e con i pezzi di vita sciupata,
da te sottratti a tutti coloro che aspettano,
colmerò i vuoti, dandoti in cambio la durata,
perché nelle mie mani la tua povertà offerta,
diventerà ricchezza per l’eternità.

- Padre Michel Quoist - 


Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it

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