mercoledì 14 settembre 2022

Il cane e la lepre e altre fiabe - Esopo

Era un caldo pomeriggio assolato di inizio estate arricchito da un cielo limpido e azzurro senza l'ombra di una nuvola. Un grazioso leprottino se ne andava fischiettando allegramente tra le distese fiorite dei campi che circondavano la fattoria in cui viveva. Il tempo quel giorno era talmente bello che al piccolino venne una gran voglia di raggiungere il delizioso laghetto posto al limitare del bosco e, senza riflettere, oltrepassò con un agile salto il recinto di casa, dimenticando le raccomandazioni di mamma lepre che gli ripeteva sempre di non uscire mai dalla staccionata e di non parlare con gli sconosciuti. 
Si avviò così verso la meta ambita, ma il suo cammino venne bruscamente interrotto da un pericoloso cane che, balzandogli davanti gli chiese: "Mio piccolo amico, cosa fai tutto solo per la strada? Non sai che esistono animali che potrebbero assalirti?" Il leprotto preoccupato rispose: "Volevo andare al laghetto". 
Cogliendo al volo l'occasione l'astuto animale propose: "Posso accompagnarti se vuoi, così non correrai rischi inutili". Il cucciolo accettò volentieri, ma fatti solo pochi passi il cane gli piombò addosso catturandolo con una piccola rete che teneva nascosta. 
Il suo nemico gli legò tutte quattro le zampine impedendogli di fuggire e lo sistemò all'ombra di una pianta, allontanandosi alla ricerca di qualche pezzo di legno per il fuoco. Rimasto solo il leprottino cominciò a piangere. Aveva paura.

Sapeva che presto sarebbe finito in padella per diventare un ottimo arrostino. Ma proprio quando tutto sembrava perduto ecco che un grande e vecchio orso che aveva assistito. alla scena, approfittando dell'assenza del cane, lo andò a liberare. "Oh, grazie! Mi avete salvato la vita!". Strillò il cucciolo dalla gioia. "Smetti di gridare" borbottò il vecchio orso "e tornatene subito a casa. 

In men che non si dica il piccolino si precipitò alla fattoria dalla quale non sarebbe mai dovuto uscire. Quel pomeriggio egli aveva imparato una dura lezione

Morale: Dietro ai sorrisi eccessivi e alle cortesie gratuite di persone sconosciute si nasconde spesso un secondo fine subdolo e pericoloso.

IL CANE E IL MACELLAIO

Un cane balzò dentro una macelleria e, mentre il macellaio era occupato, afferrò un cuore e se la diede a gambe. Il macellaio si volse e, vedendolo fuggire, esclamò: “Ehi, galantuomo! Sta’ pur certo che ti terrò d’occhio dovunque tu sia; il cuore non l’hai mica portato via a me, sai; anzi a me ne hai aggiunto dell’altro.

La favola insegna che le sventure servono di ammaestramento agli uomini.


IL CANE E LA CONCHIGLIA

Un cane, abituato a ingollarsi delle uova, vide una conchiglia; convinto che fosse un uovo, spalancò la bocca e con un violento sforzo riuscì a mandarla giù. Quando poi sentì il peso e i dolori di stomaco: “Ben mi sta”, disse “perché m’ero messo in testa che tutte le cose fossero uova”.

Questa favola ci insegna che chi affronta un’impresa senza riflettere può impensatamente trovarsi impigliato fra strani fastidi.


Buona giornata a tutti :-)

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