martedì 29 ottobre 2019

Messa e momenti di silenzio - Romano Guardini

Quando la Santa Messa viene celebrata come si deve, tacciono ad intervalli, nel suo sviluppo, sia la voce distinta del sacerdote sia quella dei fedeli. 
Il sacerdote parla a bassa voce o esegue, senza parole, ciò che il servizio divino prescrive; la comunità prende parte con l'intenzione degli occhi e dell'anima.

Che cosa significano questi momenti di silenzio? E che fare allora? Anzi cos'è in fondo, il silenzio?

Anzitutto, una cosa semplicissima: che ci sia proprio silenzio, e che non si parli, e che non sia dato di cogliere nessun rumore, nessun movimento, nessun fruscio di fogli, nessun colpo di tosse. 
Non vogliamo esagerare: gli uomini sono degli esseri viventi e si muovono, e un essere schiavo non sarebbe da preferirsi al disordine. 
Eppure silenzio è per l'appunto silenzio, e solo allora è silenzio quando positivamente lo si vuole.

Dipende dal valore che gli si dà: da qui dipende il godimento o il tedio che ci si prova. 
L'uno dice: "Non posso trattenere la tosse". L'altro: "In ginocchio non ce la faccio". 
Quando però assistono ad un concerto oppure a una conferenza che li affascina, soffocano ogni colpo di tosse, evitano la più lieve mossa, e nella sala regna quel silenzio che è, in fondo, la cosa più bella di tutte: il clima di chi sta in ascolto, dove prende risalto ciò che vi è di bello e di veramente importante... 
Così è: bisogna volere fermamente il silenzio, anche a prezzo di qualche sacrificio: allora lo si ha. 
Lo avete sperimentato una volta in tutto il suo valore? Non saprete più comprendere come se ne possa star senza.»

- Romano Guardini -
da: Il testamento di Gesù


«La bellezza della liturgia esige sempre qualche rinuncia da parte nostra: rinuncia alla banalità, alla fantasia, al capriccio. 
Alla liturgia, inoltre, bisogna dare il tempo e lo spazio di cui ha bisogno. 
Non bisogna avere fretta. 
Più che alla nostra iniziativa bisogna lasciare a Dio la libertà di parlarci e di raggiungerci attraverso la parola, la preghiera, i gesti, la musica, il canto, la luce, l'incenso, i profumi. 
La liturgia, come una composizione musicale, ha bisogno di spazio, di tempo e di silenzio, del distacco da noi stessi, perché le parole, i gesti e i segni possano parlarci di Dio.» 

- Mons. Guido Marini -
da: Liturgia e bellezza


«Il musicista deve essere liturgista, perché come ad un povero a pranzo si dà il cibo buono, e non ghiande, così per la mensa del Signore non si possono presentare quelle musiche orribili che sanno più di schizofonia che di altro. 
La colpa non è del Concilio ma di chi non lo ha capito e che invece presume di averlo capito.» 

- Mons. Giuseppe Liberto -
Direttore emerito del Coro della Cappella Sistina


Buona giornata a tutti. :-)


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