venerdì 7 giugno 2019

Trenta piccoli denari

Vi pare che si possa raccontare la storia di trenta monete? Ma che storia può mai essere, vi chiederete subito! Eppure anche trenta denari possono avere una loro particolare ragione nella complicata vicenda umana.
Un siclo d'argento era allora un comune soldo come ce n'erano tanti, ma quei trenta sicli avevano qualcosa che li rendeva speciali: stavano sempre insieme, come un'unica famiglia.
Da quando erano stati coniati, come avvinti da una magia, il destino non li aveva più divisi.
E ne avevano passate di avventure! Prima in un filatoio fra lane e tinture, poi nelle mani di un mercante che viaggiava per tutta la Palestina con i suoi tessuti, dopo ancora scambiati addirittura con un vecchio tappeto trovato in casa di un pastore, che se li godette ben poco perché dei ladri glieli rubarono qualche giorno dopo.
Ma loro erano sempre insieme, come un compatto gruppo di fratellini giocosi e ciarlieri. Con il loro tintinnio allegro prendevano la vita così, come veniva, sempre pronti a esplorare qualche nuova tasca.
A volte, quando la mano di un uomo si tuffava nel loro buio alloggio, si affrettavano a presentarsi tutti insieme, presi per un attimo dalla paura di venire separati.
Questo però non avvenne mai. Anche quando le loro peripezie li portavano in giro per i mercati di tante città, sembrava sempre che miracolosamente ogni scambio valesse esattamente trenta denari.
Avevano conosciuto quasi ogni tipo d'essere umano: l'onesto e il disonesto, la buona moglie e la meretrice, il saggio e lo stolto. Il mondo ormai non li stupiva più.
Sapevano riconoscere le emozioni di chi li possedeva dal tocco della sua mano, metallici spettatori di una recita che non apparteneva loro ma di cui intuivano di far parte.
Finché un giorno la loro attenzione fu attratta da un uomo del tutto particolare.
Il fatto accadde proprio nella confusione di un mercato. La gente era tanta e sparsa a frotte fra le bancarelle. I trenta denari, che si affacciavano dalla mano di un mercante come da un comodo balcone, occhieggiavano qua e là, quando all'improvviso, incrociando lo sguardo di quell'uomo, furono percorsi da un brivido strano.
Fu come se da quegli occhi si sprigionasse un'energia che sentivano far parte di tutto ciò che li circondava ma, contemporaneamente, anche della loro stessa essenza.
Lui aveva guardato proprio loro, ne erano certi, come se li avesse riconosciuti chiamandoli a un appuntamento che avrebbe accomunato i loro destini. 

Fu un attimo breve, ma non poterono dimenticarlo. Da quel giorno, ad ogni minima occasione, scrutavano tutt'intorno nella speranza di rivederlo o alla ricerca di un suo segno.
Passando di mano in mano, i trenta sicli giunsero fin sulla maestosa soglia del Tempio di Gerusalemme, dove un sacerdote si incaricò di custodirli.
Anche se intimoriti da quel luogo, così silenzioso e insolito per loro, i trenta fratellini pensarono che un po' di pace non guasta mai e oziarono tranquilli in attesa del loro destino.
L'appuntamento non si fece attendere a lungo. Qualche sera dopo, infatti, il piccolo scrigno nel quale erano custoditi si riaprì e di loro fu fatta una piccola manciata da consegnare a un uomo chiamato Giuda.
Curiosi com'erano, vollero subito sapere che cosa quell'uomo aveva dato in cambio del loro valore e, ormai più furbi del più furbo dei mercanti, tesero occhi e orecchie intuendo, dal bisbigliare delle voci nell'ora già tarda, che la merce doveva essere "interessante".
Udirono così di essere stati barattati con la vita di un uomo.
Erano stati scambiati con ogni sorta di merce e di servizi, ma quello mai! Un vero disonore! Per la prima volta furono percorsi dalla collera, dal violento desiderio di non dover essere passivi attori di un simile vergognoso misfatto: ma come fare?
Erano disperati e rimpiansero il giorno in cui qualcuno li aveva tratti da un informe amalgama d'argento.
L'uomo che li aveva appena ricevuti si stava intanto dirigendo con passo veloce verso la periferia della città. Non li aveva riposti nella tasca ma li teneva stretti in una mano. Ne percepivano l'acre odore di sudore e il fremito dell'ansia che percorreva le lunghe e forti dita.
A poca distanza da loro altri passi stavano avvicinandosi, accompagnati da un rumore metallico di armi che urtano fra loro intonando il lugubre canto della morte.
A un tratto tutto intorno si fece più calmo, mentre la brezza notturna accarezzava con grazia lieve quello che pareva il palcoscenico di un dramma. L'uomo si fermò e improvvisamente aprì la mano, come se si fosse accorto solo in quel momento di tenere stretta lava incandescente.
I nostri impauriti amici si ammassarono l'uno sull'altro nell'erba umida guardandosi intorno. Erano in un boschetto di ulivi e proprio lì, di fronte a loro, lo videro. Era proprio l'uomo del mercato!
Anche lui li sfiorò con gli occhi tristi e a loro parve uno sguardo pieno di comprensiva connivenza. Solo allora compresero quanto fosse stato necessario il loro scomodo e involontario ruolo affinché tutto acquistasse il proprio significato.
Da allora trenta piccoli denari furono riuniti per sempre nel simbolo stesso del Tradimento.

- Leggenda medievale - 
da: "Leggende Cristiane. Storie straordinarie di santi, martiri, eremiti e pellegrini", a cura di Roberta Bellinzaghi, © 2004 - Edizioni Piemme S.p.A. 


Buona giornata a tutti. :-)




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