mercoledì 27 marzo 2019

Quando le donne sono affamate …. - Oberhammer Simona

Certe volte le donne hanno molta fame. 
Aprono il frigorifero e vorrebbero ingoiare tutto quello che c'è dentro. 
Entrano in una pasticceria e vorrebbero ingurgitare ogni cosa, fino a scoppiare. 
Mangiano la cioccolata e vorrebbero non smettere mai. 
Mangiano i biscotti e ne finiscono due pacchi. 
Mangiano le patatine e vanno avanti fino a star male.
C'è una bocca affamata dentro di loro: grida per essere riempita, scalpita come una bestia selvaggia per ricevere ciò che vuole: cibo! cibo! cibo!

Ma il cibo è solo l'involucro di quello che la bocca affamata chiede. 
Dietro quella voglia famelica c'è di più: c'è la voglia di qualcosa che faccia sentire vive. 
E' la donna che arde di fame di se stessa, pallida della sua passione, a digiuno della sua anima.

Le donne affamate spesso non seguono la loro vera natura: hanno smesso di cantare, hanno intrappolato le loro parole da qualche parte, hanno appoggiato la penna, hanno scelto di essere “troppo in ordine”, “troppo carine” , “troppo compiacenti”, "troppo perfette", "tropo simpatiche", "troppo disponibili". 
Sono lontane dalla loro vita profonda, passionale, nutriente, rigenerante: spesso svalutano il proprio lavoro, si sentono in colpa se non sono disponibili per tutti, si autoimpongono di stare zitte, di non esprimersi, accantonano le loro aspirazioni, mettono sotto sale i loro desideri. 
Hanno arrotolato la passione e hanno stretto un laccio attorno, hanno scritto la parola “rassegnazione” sul muro della loro camera, hanno appoggiato la penna, hanno gettato la tela e poi giurato di guardare dall'altra parte, per non vederla più. 
Spesso queste donne hanno la sensazione di essere “immobilizzate” e in questo immobilismo si costringono a non andare, a non muoversi, a non pretendere, a non diventare, a non scoprire. 
La loro vita è “una bocca vuota” e il cibo diventa la metafora di un nutrimento che non arriva da un'altra parte.
Ma non è una situazione irreversibile.

È semplicemente necessario "un risveglio”.

Bisogna avvicinarsi all'anima, che giace da qualche parte con le ossa spezzate, e ricomporla.
Come fare?
Chiedendo a noi stesse cosa davvero desideriamo. Non è così difficile come sembra. Nel momento in cui ci chiniamo pietose sulla nostra anima esangue lei si rianima. Le basta poco. Un po’ di ascolto, una riflessione vera, una risposta sincera: rivolta a noi. 
Le donne sanno molto bene cosa vogliono, quando se lo chiedono con sguardo sincero. 
Conoscono il motivo di quella bocca affamata, di quelle mani tese per ricevere altro cibo. 
Quando risvegliamo la nostra anima lei non parla in modo criptato: ci dice a chiare lettere quale direzione prendere. 
E' un'amica sicura, fidata, compassionevole, stimolante….
lei ha le risposte che cerchiamo… e allora che, come per magia, quella bocca affamata si chiude e dentro di noi nasce una nuova energia, la voglia di vivere davvero la nostra vita...

- Simona Oberhammer -
Fonte: La Via Femminile





Riuscite a immaginare un mondo privo di uomini? 
Tasso di criminalità ridotto allo zero e un sacco di donne, grasse e felici.

- Nicole Hollander - 

Illustrazione : (Duane Bryers)

Tra sogni nel cassetto e scheletri nell’armadio 
io apro il frigorifero, dove trovo solide certezze…


dal web


Illustrazione (Duane Bryes)


Molto spesso noi donne siamo grasse, ma voi uomini siete pesanti, 
e per questo mettersi a dieta non basta.

- Geppi Cucciari - 

Illustrazione (Duane Bryes)


Buona giornata a tutti. :-)








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