venerdì 17 agosto 2018

da: Leggere di Cesare Pavese

Accade coi libri come con le persone. 
Vanno presi sul serio. 
Ma appunto per ciò dobbiamo guardarci dal farcene idoli, cioè strumenti della nostra pigrizia. In questo l’uomo che tra i libri non vive, e per aprirli deve fare uno sforzo, ha un capitale di umiltà, d’inconsapevole forza – la sola che valga – che gli permette di accostarsi alle parole col rispetto e con l’ansia con cui si accosta a una persona prediletta. E questo vale molto più che la “cultura”, è anzi la vera cultura. 
Bisogno di comprendere gli altri, carità verso gli altri, ch’è poi l’unico modo di comprendere e amare se stessi: la cultura comincia di qui. 
I libri non sono gli uomini, sono mezzi per giungere a loro; chi li ama e non ama gli uomini, è un fatuo o un dannato.[…]

- Cesare Pavese - Leggere 
[articolo pubblicato su L’Unità di Torino, 20 maggio 1945]



Leggere, potere leggere, avere il gusto di leggere, è un privilegio.


È un privilegio della nostra intelligenza, che trova nei libri l'alimento primo dell'informazione e gli stimoli al confronto, alla critica, allo sviluppo.

È un privilegio della fantasia, che attraverso le parole scritte nei secoli si apre il varco verso l'esplorazione fantastica dell'immaginario, del mareggiare delle altre possibilità tra le quali si è costruita l'esperienza reale degli esseri umani. 

È un privilegio della nostra vita pratica, perfino economica: chi ha il gusto di leggere non è mai solo e, con spesa assai modesta, può intessere i più affascinanti colloqui, assistere agli spettacoli più fastosi.

Non c'è cocktail party, non c'è terrazza, non happening, non premiere che offra quello che chi ha gusto di lettura può trovare solo allungando la mano verso un qualsiasi modesto palchetto di biblioteca.

Non c'è Palazzo che valga quello di Armida, o quell' hegeliano castello del sapere dalle cento e cento porte, dove suonano solo le quiete voci della conoscenza e della fantasia. E mentre altre esperienze si consumano nel ripetersi, nel leggere, invece, come ha detto una volta un poeta, dieci e dieci volte possiamo tornare sullo stesso testo, ogni volta riscoprendone un nuovo senso, un più sottile piacere.

- Tullio De Mauro .

Fonte: "Il gusto della lettura"


''Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase che è stata scritta per me e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via. 
Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, né che sia un classico: se non sono anch’ io un pezzo dell’idiota di Dostoevskij, la mia lettura è vana. 
Perché il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge e non per il diritto ottenuto con l’acquisto. 
Perché ogni lettore pretende che in un rotolo di libro ci sia qualcosa scritto su di lui.''

- Erri de Luca - Alzaia -


Buona giornata a tutti. :-)






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