sabato 30 dicembre 2017

Prontuario per il brindisi di Capodanno – Erri de Luca

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

- Erri De Luca -
in: 'L'ospite incallito'




Deo Gratias

• Buon anno! 
• Speriamo il prossimo sia migliore!! 
• e già … 
Troppe volte nell'anno che sta terminando i desideri sono stati frustrati, l'orizzonte si è rivelato evanescente come un'illusione ottica, un miraggio. 
Su cosa si fonda allora l'augurio di un anno migliore? 
L'incognito, sconosciuto futuro potrà essere più propizio? Anche io ho fatto fatica in quest'anno. 
Ogni giorno è stata una piccola o grande battaglia. 
Piccole o grandi conquiste; piccole e grandi sconfitte. Cos'è andato come immaginato? pochissimo. 
Cos'è durato? Quasi nulla. Ho goduto di un sorriso e di una smorfia del mio bimbo. Tante volte forse, tanti attimi. Ma non sono riuscito a trattenerli, sono scomparsi. Ho realizzato lavori ben fatti, previsto impegni e scenari che sarebbero accaduti, ma tutto è passato e nuovi impegni sono venuti, altri lavori da realizzare. Incontri imprevisti, amici ritrovati ed altri nuovi. Insieme al dolore ed alla malattia di persone care. Già miei coetanei non sono più in questo mondo; o più giovani. 
Di che essere grati? Ecco, questo mi è accaduto: di essere sostenuto in tanta fatica. Grato per quelle persone che in alcuni momenti sono state faro di certezza: davanti alla propria, di fatica; o malattia, o imminenza di morte. Persone o momenti che hanno gettato luce su un divenire, su un futuro, carico di incognite. Incognite dolorose per la contraddittorietà con la sete di vita, con aspirazioni e impegni rimasti incompiuti. 
Amici pieni di certezza ragionevole che indicano un Tu a cui rivolgersi. 
Un Tu di cui parla la Storia, un Tu incontrato nella storia quotidiana. 
Questa è la gratitudine per il tempo trascorso e la speranza per quello a venire. L'aumento della certezza. Di un Destino buono che mi attende, attraverso le fatiche, le contraddizioni ed i limiti. 
Questo il guadagno di un anno. Deo Gratias.

- Daniele Salanitro -



Eccomi. 
Senza alcun desiderio di ringraziare. Al declinare di un anno di cui non so vedere la fine. All'inizio di un altro che vorrei non venisse. Potrei sforzarmi di trovare parole, non mi riesce difficile. E di fingere, confezionando l'assenza dentro un involucro colorato. Ed edificante.
Invece, semplicemente, non ce la faccio. Non posso cantare. A meno che le lacrime riescano a tessere un'armonia che non so percepire.
Canterai tu il Te Deum, anche per me, amico mio.
Perché tu sai meglio di me, ora come sempre, perché e per chi oggi dovrei rendere grazie.
E io, una volta ancora, ascolterò la voce del tuo silenzio.

- Franca Negri - 



Buona giornata a tutti. :-)





1 commento:

  1. Erri De Luca, Prontuario. Perché chiamarla poesia? Solo perché ogni tanto va a capo? Non è "poesia", ma un bel pensiero affettuoso per chi lavora a Capodanno, ammirevole e generoso. Poteva e doveva essere definita una considerazione altruistica scritta in prosa, no? La poesia è fatta di altro, di sublimazione, di metafore, di celebrazione della "parola" che sia scavata e unica, che sia una "scultura" e non una semplice gradevole e delicata riflessione su una situazione sociale e umana. Non vi sembra?

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