mercoledì 14 giugno 2017

Sofferenza che trasfigura (2) - don Marino Gobbin

Alla mia mamma

Ti guardo, o mamma, seduta accanto al mio capezzale.
Il viso segnato da rughe, un velo d’argento è sceso sui tuoi capelli.
E la stanchezza pesa sui tuoi dolci occhi.
Il tuo respiro è affannoso.
Un tubicino ti lega sempre alla bombola d’ossigeno.
Gli anni passano, mamma, e le tue forze vengono meno.
La fede in Dio ti dà forza e… la corona del rosario scorre tra le dita, unendoti sempre al tuo Signore.
Quanto hai sofferto per me, o mamma,
quante preghiere hai innalzato al Signore perché io accettassi la croce!
La tua vita per me hai sacrificato.
Notte e giorno con affanno sempre pronta ad aiutarmi nelle mie necessità, sempre pronta a curare le mie ferite, ad asciugare il sudore del mio dolore.
Ti fai Cirenea, aiutandomi a portare la croce.
Martire d’amore sei, o mamma, su questa terra.
Ora sei debole, o mamma,
tale da non potermi accudire come tu vuoi,
ma nel tuo cuore non si è ridotto il materno amore.
Grazie, o mamma, per quello che hai fatto,
per quello che fai e per quello che ancora farai per il tuo figlio infermo.

- Nino Baglieri - 

Da: “Sulle ali della croce. Nino Baglieri e… tanta voglia di vivere”, a cura di Giuseppe Ruta. Editore Elledici 2008, pp. 162-163




Nino Baglieri, nato il 1° maggio 1951 e scomparso il 2 marzo 2007 a Modica in Sicilia all’età di 56 anni, l’ho conosciuto alcuni anni fa recandomi in Sicilia a dare gli Esercizi Spirituali a un gruppo di consacrati secolari della Famiglia Salesiana, i volontari Con Don Bosco. 
Sono rimasto in silenzio, attonito di fronte alla serenità e alla pace che trasmetteva la sua presenza. Quest’anno che mi sono recato nuovamente a dare una predicazione al gruppo, e lui mancava, ho percepito viva la sua presenza e il dono della sua vita per i fratelli consacrati e per la Chiesa e i giovani. In quell’occasione ma anche quest’anno era lui colui che insieme a Dio dava gli esercizi! 
Io balbettavo parole… Nino per quasi quaranta anni ha vissuto la sua vita fra il letto e la sedia a rotelle, perché divenuto tetraplegico in seguito a un incidente sul lavoro. Infatti, dopo aver frequentato le scuole elementari e aver intrapreso il mestiere di muratore, a diciassette anni, il 6 Maggio 1968, precipita da un’impalcatura alta 17 metri. 
Ricoverato d’urgenza, Nino si accorge con amarezza di essere rimasto completamente paralizzato. 
Inizia così il suo cammino di sofferenza, passando da un centro ospedaliero all’altro, ma senza alcun miglioramento. 
E in quei primi momenti c’è stato chi, senza sensibilità e delicatezza, ha suggerito alla madre una soluzione drastica: l’eutanasia! 
Lei si oppose con tutte le forze, decisa a consegnarsi in tutto e per sempre per questo figlio bisognoso di tutto e in un tempo in cui nessun aiuto gli era riconosciuto e neppure l’incidente… 
Dopo l’incidente, egli ha vissuto un periodo di ribellione e disperazione durato circa dieci anni, che si trasformerà in cammino di conversione quando, attraverso la preghiera di un sacerdote accompagnato da alcuni giovani, riceve l’effusione dello Spirito Santo. 
Era il 24 marzo 1978, venerdì santo, alle quattro del pomeriggio. Da quel momento la sua vita subisce la svolta, accetta la Croce e dice il suo "si" al Signore. Incomincia a leggere il Vangelo e la Bibbia: riscopre le meraviglie della fede. Tutto ciò ne delineerà indelebilmente il carattere, fino a diventare una figura di spicco nel panorama ecclesiale della Diocesi di Noto e della Famiglia Salesiana. Aiutando alcuni ragazzini, vicini di casa, a fare i compiti, impara a scrivere con la bocca. Redige, così, le sue memorie, le lettere a persone di ogni categoria in varie parti del mondo, personalizza immagini-ricordo che omaggia a quanti vanno a visitarlo. 
Alla matita dedica una sua preghiera affidandogli un compito impegnativo diventare lo strumento di grazia e di santità per i fratelli. E con quale maestria la usava! 
Allora non c’erano ancora i computer con cui si poteva dialogare semplicemente con gli occhi, lui si è industriato, si è esercitato… 
La sua matita poteva rompere silenzio e omertà, farlo uscire di casa senza neppur muoversi, raggiungere i cuori anche i nostri cuori… 
Testardo e caparbio ne ha fatto una lode all’Eterno amore.

- Don Marino Gobbin -




Buona giornata a tutti. :-)


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