mercoledì 12 aprile 2017

Perchè quel Crocifisso ci rappresenta tutti - Natalia Ginzburg

«Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. 
Tace. 
È l'immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo?
II crocifisso non genera nessuna discriminazione. È muto e silenzioso. 
C'è stato sempre. Per i cattolici, è un simbolo religioso. 
Per altri, può essere niente, una parte del muro. Per altri, invece, può implicare una riflessione sulla storia, la cultura e l'identità italiana e sui valori condivisi della nostra società. 
E infine per qualcuno, per una minoranza minima, o magari per un solo bambino, può essere qualcosa di particolare, che suscita pensieri contrastanti. I diritti delle minoranze vanno rispettati; ma riflettiamo.
Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? 
II crocifisso è il segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi, evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non esistono altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino.
Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l'immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo, cancella l'idea di Dio ma conserva l'idea del prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c'è immagine. È vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti. Come mai li rappresenta tutti? 
Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli: tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini. E di esser venduti, traditi e martoriati e ammazzati per la propria fede o ideali, nella vita può succedere a tutti. A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola.
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto o accade di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. 
A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l'idea della croce nel nostro pensiero. Tutti, cattolici e laici, portiamo o porteremo il peso di una sventura, versando sangue e lacrime e cercando di non crollare. 
Questo dice il crocifisso. Lo dice a tutti, mica solo ai cattolici. 
Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente. 
Ha detto "ama il prossimo tuo come te stesso". Erano parole già scritte nell'Antico Testamento, ma sono divenute il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Sono il contrario di tutte le guerre. 
Il contrario degli aerei che gettano le bombe sulla gente indifesa. 
Il contrario degli stupri e dell'indifferenza che tanto spesso circonda le donne violentate nelle strade. 
Il contrario di ogni male, il più grande inno alla pace. Questo è il grandioso significato universale della croce, ecco perché quel crocifisso merita di essere esposto e difeso, sempre ed ovunque, da tutti ».

- Natalia Ginzburg -

(1916-1991), scrittrice di origine ebraica, atea, parlamentare del Partito Comunista. Tratto da "Lessico Familiare".




Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

- don Tonino Bello - 
Fonte : Pietre di Scarto di don Tonino Bello




“Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Gv 19,37). Guardare un pezzo di legno dove un Dio si è lasciato inchiodare al posto nostro. Ma è un Dio che parla. Forse quel Crocifisso che oggi hanno tolto dagli ospedali e dalle scuole, forse non parlava più. O meglio, Lui parlava, ma nessuno lo ascoltava più. Chiediamoci allora cosa pensiamo noi della Croce. E chiediamoci anche quanto siamo disposti a pagare per essere accanto a tutti gli uomini e donne “crocifissi”. Crocifissi nella loro malattia, nella loro solitudine, nella povertà ed emarginazione, crocifissi nel loro problemi, nei disastri familiari, nei figli drogati, nei vecchi abbandonati. O Cristo, Tu con la tua croce sollevi l’umanità dal peccato, fà che noi, con le nostre azioni, aiutiamo a sollevare l’umanità dalle sue croci.

- don Tonino Bello - 


Tratto da: Vegliare nella notte,don Tonino Bello, Edizioni San Paolo, 1995



Buona giornata a tutti. :-)







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