Dove erano, quando Gesù agonizzava sulla croce, quelli
che lo avevano acclamato come Messia mentre entrava in Gerusalemme?
Debole è l’uomo (anche il potere del procuratore romano Pilato è profondamente debole e svela una ributtante pavidità).
Debolissimo è l’uomo, pieno di incoerenza e fragilità, facile al dubbio e ancor più allo scandalo. Potente invece è Cristo Crocifisso nella Sua obbedienza al Padre. Incrollabile è la Sua decisione, senza limiti la Sua fedeltà.
Per questo, alla fine, contro di Lui il mondo non può nulla. Infatti Gesù non indietreggia ma, come ci ha detto la Prima Lettura, va verso l’estremo sacrificio con sovrana libertà: «… non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi» (Is 50,5-6).
Non lo piegano l’insolenza dei soldati, la fuga dei discepoli, la perfidia dei sacerdoti, il coalizzarsi complice dei potenti: «In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia» (Lc 23,12).
Debole è l’uomo (anche il potere del procuratore romano Pilato è profondamente debole e svela una ributtante pavidità).
Debolissimo è l’uomo, pieno di incoerenza e fragilità, facile al dubbio e ancor più allo scandalo. Potente invece è Cristo Crocifisso nella Sua obbedienza al Padre. Incrollabile è la Sua decisione, senza limiti la Sua fedeltà.
Per questo, alla fine, contro di Lui il mondo non può nulla. Infatti Gesù non indietreggia ma, come ci ha detto la Prima Lettura, va verso l’estremo sacrificio con sovrana libertà: «… non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi» (Is 50,5-6).
Non lo piegano l’insolenza dei soldati, la fuga dei discepoli, la perfidia dei sacerdoti, il coalizzarsi complice dei potenti: «In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia» (Lc 23,12).
Nulla dimostra l’onnipotenza di Dio come il forte
abbandono di Cristo durante la sua passione. Potente infatti in Gesù è l’amore,
cioè il dono totale di Sé dell’Uomo della croce, deriso, umiliato, incoronato
di spine, flagellato, messo a morte barbaramente.
La Fede e il Signore Crocefisso:
Nel pomeriggio del venerdì santo sulla collina del Calvario
ci sono tre crocifissi: spettacolo tremendo e crudele agli occhi dei
circostanti. Ma agli occhi degli angeli, che vedono al fondo delle cose, è la
raffigurazione più eloquente dell’intero destino umano.
C’è, appeso alla croce, il Figlio di Dio fatto uomo, che porta a compimento la sua missione e viene costituito così principio del rinnovamento del mondo; c’è il malfattore pentito che, con un breve e intenso atto di fede, si assimila interiormente a Cristo e raggiunge una salvezza insperata; ma c’è anche il malfattore ribelle che impreca contro Gesù. Siamo tutti rappresentati in questa scena, in ciò che possiamo decidere e in ciò che non possiamo decidere.
Possiamo decidere di credere, vale a dire di affidarci al disegno del Padre che ci vuole «conformi all’immagine del Figlio suo» (cfr. Rm 8,29); e così, nelle nostre immancabili sofferenze, diventiamo in Gesù comprincipio della
redenzione dell’universo. Ma possiamo anche decidere di non credere, perché siamo liberi di fronte all’atto di fede.
Non siamo invece liberi di schiodarci dalla croce di un’esistenza che non è mai senza pena.
Il Signore ci aiuti a scegliere bene. Allora il nostro venerdì santo sfocerà nella Pasqua di gioia e di gloria. Perché questa è la fede: ripercorrere sino in fondo, sino al lieto fine, la vicenda salvifica del Crocifisso Risorto.
C’è, appeso alla croce, il Figlio di Dio fatto uomo, che porta a compimento la sua missione e viene costituito così principio del rinnovamento del mondo; c’è il malfattore pentito che, con un breve e intenso atto di fede, si assimila interiormente a Cristo e raggiunge una salvezza insperata; ma c’è anche il malfattore ribelle che impreca contro Gesù. Siamo tutti rappresentati in questa scena, in ciò che possiamo decidere e in ciò che non possiamo decidere.
Possiamo decidere di credere, vale a dire di affidarci al disegno del Padre che ci vuole «conformi all’immagine del Figlio suo» (cfr. Rm 8,29); e così, nelle nostre immancabili sofferenze, diventiamo in Gesù comprincipio della
redenzione dell’universo. Ma possiamo anche decidere di non credere, perché siamo liberi di fronte all’atto di fede.
Non siamo invece liberi di schiodarci dalla croce di un’esistenza che non è mai senza pena.
Il Signore ci aiuti a scegliere bene. Allora il nostro venerdì santo sfocerà nella Pasqua di gioia e di gloria. Perché questa è la fede: ripercorrere sino in fondo, sino al lieto fine, la vicenda salvifica del Crocifisso Risorto.
O Cristo, Verbo del
Padre,
glorioso re delle vergini,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
glorioso re delle vergini,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
Cibo e bevanda di
vita,
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
Illumina col tuo
Spirito
l'oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.
l'oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.
Buona giornata a tutti. :-)
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