lunedì 29 dicembre 2014

Il Saggio e il Professore - Nyogen Senzaki -

Un saggio maestro giapponese, noto per la saggezza delle sue dottrine, ricevette la visita di un dotto professore di università, che era andato da lui per interrogarlo sul suo pensiero. Il saggio maestro, secondo l’usanza, prima di tutto servì il thé: cominciò a versarlo, colmando la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare tranquillamente, con una espressione serena e sorridente. Il professore guardava il thé traboccare, ed era talmente stupito, da non riuscire a chiedere spiegazione di una distrazione così contraria alla norme della buona educazione. 
Ad un certo punto non riuscì più a contenersi: “E’ ricolma! Non ce ne sta più” – esclamò spazientito. 
“Come questa tazza – disse il saggio imperturbabile – tu sei ricolmo della tua cultura, delle tue sicurezze, delle tue congetture erudite e complesse. E allora, come posso parlarti della mia dottrina, che è comprensibile solo agli animi semplici e aperti, se prima non vuoti la tua tazza?” 

- Nyogen Senzaki -






"Le persone hanno delegato le loro anime ai preti, la salute ai medici, i soldi ai banchieri e i figli alla scuola, e così hanno smesso di controllare la propria vita."

(Raymon Grace)



"Fin da quando nasciamo gli altri ci dicono che il mondo è in un determinato modo, e naturalmente noi non abbiamo altra scelta che accettare che il mondo sia come gli altri ci hanno detto che è. Il bambino apprende come deve percepire il mondo per essere pienamente integrato. Passo dopo passo, gli viene resa familiare una descrizione del mondo, che egli impara a percepire, mantenere e difendere come "la vera realtà". La ragione ci induce a dimenticare che la descrizione è soltanto una descrizione, e prima che arriviamo a capirlo, molti di noi hanno intrappolato la loro essenza in un circolo vizioso da cui emergono solo di rado nell'arco della vita."

(Carlos Castaneda)




"La maggior parte degli uomini è schiava di antichi tabù, retaggi ereditari e condizionamenti ambientali; essa è dominata dal pensiero, dal modo di vivere e di agire degli altri, nonchè dalle proprie emozioni e sentimenti. 
Pur non avendo alcun controllo su di sè e sulla propria vita, ribatte indignata: "Io faccio quello che voglio, agisco come mi pare e piace..." senza però spiegare da cosa ha avuto origine il suo "quel che voglio". 
Quanti pochi sono i pensieri e le azioni originali di un uomo medio! La triste realtà è che la maggior parte degli individui non è che il prodotto, il riflesso di altre personalità infinitamente più forti; il problema principale consiste nel fatto che questi individui non si rendono conto di possedere, oltre al "Me", quel qualcosa chiamato "Io" che, se lasciato inattivo, si atrofizza e perde di forza."

(Kybalion)




Buona giornata a tutti e tutte. :-)






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