venerdì 26 ottobre 2012

Amo perché amo, amo per amare - San Bernardo di Chiaravalle, abate -


L'amore è sufficiente per se stesso,
piace per se stesso e in ragione di sé.
E' se stesso merito e premio. 
L'amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all'infuori di Sé.
Il suo vantaggio sta nell'esistere. 
Amo perché amo, amo per amare. 
Grande cosa è l'amore se si rifà al suo principio,
se ricondotto alla sua origine,
se riportato alla sua sorgente. 
Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere.  
L'amore è il solo tra tutti i moti dell'anima,
tra i sentimenti e gli affetti, con cui la creatura possa corrispondere
al Creatore, anche se non alla pari; l'unico con il quale possa contraccambiare il prossimo e, in questo caso, certo alla pari. 
Quando Dio ama, altro non desidera che essere amato.
Non per altro ama, se non per essere amato,
sapendo che coloro che l'ameranno si beeranno di questo stesso amore. 
L'amore dello Sposo, anzi lo Sposo-amore cerca soltanto il
ricambio dell'amore e la fedeltà.
Sia perciò lecito all'amata di riamare.
Perché la sposa, e la sposa dell'Amore non dovrebbe amare?
Perché non dovrebbe essere amato l'Amore?
Giustamente, rinunziando a tutti gli altri suoi affetti,
attende tutta e solo all'Amore, ella che nel ricambiare l'amore
mira a uguagliarlo.
Si obietterà, però, che, anche se la sposa si sarà tutta trasformata nell'Amore, non potrà mai raggiungere il livello della fonte perenne dell'amore.
E' certo che non potranno mai essere equiparati l'amante e l'Amore, l'anima e il Verbo, la sposa e lo Sposo, il Creatore e la creatura.
La sorgente, infatti, dà sempre molto più di quanto
basti all'assetato.
Ma che importa tutto questo?
Cesserà forse e svanirà del tutto il desiderio della sposa
che attende il momento delle nozze,
cesserà la brama di chi sospira, l'ardore di chi ama,
la fiducia di chi pregusta,
perché non è capace di correre alla pari con un gigante,
gareggiare in dolcezza col miele,
in mitezza con l'agnello,
in candore con il giglio,
in splendore con il sole,
in carità con colui che è l'Amore?
No certo.
Sebbene infatti la creatura ami meno, perché è inferiore,
se tuttavia ama con tutta se stessa,
non le resta nulla da aggiungere.
Nulla manca dove c'è tutto.
Perciò per lei amare così è aver celebrato le nozze,
poiché non può amare così ed essere poco amata.
Il matrimonio completo e perfetto sta nel consenso dei due,
a meno che uno dubiti che l'anima sia amata dal Verbo,
e prima e di più.
                                         (San Bernardo di Chiaravalle)
       Dai «Discorsi sul Cantico dei Cantici» di san Bernardo, abate
                 (Disc. 83, 4-6; Opera omnia, ed. Cisterc. 2 [1958] 300-302) 

«Quanto più si è buoni, tanto più si è cattivi,
se si attribuisce a proprio merito ciò per cui si è buoni.»

(San Bernardo di Chiaravalle)


Bernardo di Chiaravalle, 1090 –1153, francese, fondò l’ abbazia di Clairvaux e di altri monasteri.

Viene venerato come santo da Chiesa cattolica, Chiesa anglicana e Chiesa luterana. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III, fu dichiarato Dottore della Chiesa, da papa Pio VIII nel 1830. Nel 1953 papa Pio XII gli dedicò l'enciclica Doctor Mellifluus



«E' veramente un cavaliere senza macchia e senza paura 
colui che difende la propria Anima con l'armatura della Fede.»

(S. Bernardo di Chiaravalle)




Nessun commento:

Posta un commento