lunedì 25 giugno 2012

I poveri fanno paura – don Primo Mazzolari -

Incredibile che il più buono degli uomini, il più mansueto, colui che da secoli porta la croce di tutti, faccia paura!

Eppure, molti hanno paura del povero, come molti Farisei avevano paura di Cristo, non soltanto quando predicava, ma pur quando, condannato a morte, saliva il Calvario. Anche morto ave­vano così paura di Lui che misero le guardie al Sepolcro.

Non fa paura il povero, non fa paura la voce di giustizia che Dio fa sua, ma il numero dei poveri.

Io non li ho mai contati i poveri, perché non si possono con­tare: i poveri si abbracciano, non si contano. Eppure v’è chi tiene la statistica dei poveri e ne ha paura : paura di una pazienza che si può anche stancare, paura di un silenzio che potrebbe di­ventare un urlo, paura del loro lamento che potrebbe diventare un canto, paura dei loro stracci che potrebbero farsi bandiera, paura dei loro arnesi che potrebbero farsi barricata.

E sarebbe così facile andare incontro al povero! ci vuoi così poco a dargli speranza e fiducia! Invece, la paura non ha mai suggerito la strada giusta.

Ieri, fu la paura che pagò manganellatori: e non vorrei che oggi la paura consigliasse di nuovo a qualcuno di foraggiare quel qualsiasi movimento di reazione invece di essere giusti verso co­loro che hanno diritto alla giustizia di tutti.

Ma c’è da perdere, oggi a far lavorare.

Chi vi ha detto che si debba sempre guadagnare quando diamo il lavoro? Prima del guadagno, c’è l’uomo: prima del diritto al guadagno, il diritto di vivere. Sta scritto infatti: «tu non ucci­derai ».

Il guadagno può farci omicida: e Giuda ha venduto il Sangue del Giusto, per trenta denari.

***

La paura fa anche dire: — Non sono mai contenti i poveri. Diamo cinque ed è come non glieli avessimo dati: diamo dieci e il volto non cambia. La ragione c’è e non vi fa onore…

Date cinque e con la mano tenete il cuore chiuso: date dieci e il cuore lo tenete ancora più chiuso.

Perché teniamo il cuore chiuso con i poveri? crediamo forse ch’essi abbiano soltanto bisogno d’aumenti?

La povertà non si paga: la povertà si ama.

Per questo motivo non raggiungeremo mai l’incontro lungo la strada delle concessioni. Fino a quando ci sarà una classe che può concedere e una classe che può reclamare un diritto, non avremo il ponte.

***

Qualcuno trova più comodo e redditizio distrarre e stordire il povero con i divertimenti, onde fargli dimenticare che ha qualche cosa da chiedere una richiesta di giustizia da presentare. Per to­gliergli dignità, per togliere, al povero la sua eminente dignità, lo si stordisce.

I patrizi della decadenza avevano creato il tribunum volupta­tum per solazzare i poveri. Ho l’impressione che molti, borghesi e no, si assumerebbero volentieri, direttamente o indirettamente, il poco nobile ufficio.

I poveri che si divertono non fanno le barricate: i popoli che si abbruttiscono si possono comperare.
(Don Primo Mazzolari)
Fonte: Rivista “Adesso n. 7 – 15 aprile 1949”



I più poveri fra i poveri cercano nelle montagne di spazzatura dei ricchi

«La verità è un anelito dell'essere umano, e cercarla suppone sempre un esercizio di autentica libertà. Molti, tuttavia, preferiscono le scorciatoie e cercano di evitare questo compito. Alcuni, come Ponzio Pilato, ironizzano sulla possibilità di poter conoscere la verità, proclamando l'incapacità dell'uomo di raggiungerla o negando che esista una verità per tutti. Questo atteggiamento, come nel caso dello scetticismo e del relativismo, produce un cambiamento nel cuore, rendendo freddi, vacillanti, distanti dagli altri e rinchiusi in se stessi. Persone che si lavano le mani come il governatore romano e lasciano correre il fiume della storia senza compromettersi». (Papa Benedetto XVI)

Buona giornata a tutti :-)




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