venerdì 11 novembre 2011

Preghiera alla SS. Trinità - Sant'Agostino

Signore nostro Dio, crediamo in te, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Perché la Verità non avrebbe detto:
Andate, battezzate tutte le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, se Tu non fossi Trinità.
Né avresti ordinato, Signore Dio, che fossimo battezzati nel nome di chi non fosse Signore Dio.
E una voce divina non avrebbe detto: Ascolta Israele:
Il Signore Dio tuo è un Dio unico, se Tu non fossi Trinità in tal modo da essere un solo Signore e Dio. E se Tu fossi Dio Padre e fossi pure il Figlio tuo Verbo, Gesù Cristo, e il Vostro Dono lo Spirito Santo, non leggeremmo nelle Sacre Scritture: Dio ha mandato il Figlio suo, né Tu, o Unigenito, diresti dello Spirito Santo: Colui che il Padre manderà in mio nome e: Colui che io manderò da presso il Padre.
Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede,
per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con l'intelligenza ciò che ho creduto,
ed ho molto disputato e molto faticato.
Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore.
Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta.
Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella,
guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza;
dove mi hai aperto ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso,
aprimi quando busso.
Fa' che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te.
Aumenta in me questi doni, fino a quando Tu mi abbia riformato interamente.
So che sta scritto: Quando si parla molto, non manca il peccato,
ma potessi parlare soltanto per predicare la tua parola e dire le tue lodi!
Non soltanto eviterei allora il peccato, ma acquisterei meriti preziosi,
pur parlando molto.
Perché quell'uomo di cui Tu fosti la felicità non avrebbe comandato di peccare al suo vero figlio nella fede, quando gli scrisse:
Predica la parola, insisti a tempo e fuori tempo.
Non si dovrà dire che ha molto parlato colui che non taceva la tua parola, Signore, non solo a tempo, ma anche fuori tempo?
Ma non c'erano molte parole, perché c'era solo il necessario.
Liberami, o mio Dio, dalla moltitudine di parole di cui soffro nell'interno della mia anima misera alla tua presenza e che si rifugia nella tua misericordia.
Infatti non tace il pensiero, anche quando tace la mia bocca.
Se almeno non pensassi se non ciò che ti è grato, certamente non ti pregherei di liberarmi dalla moltitudine di parole.
Ma molti sono i miei pensieri, tali quali Tu sai che sono i pensieri degli uomini, cioè vani.
Concedimi di non consentirvi e, anche quando vi trovo qualche diletto, di condannarli almeno e di non abbandonarmi ad essi come in una specie di sonno. Né essi prendano su di me tanta forza da influire in qualche modo sulla mia attività, ma almeno siano al sicuro dal loro influsso i miei giudizi, sia al sicuro la mia coscienza, con la tua protezione.
Parlando di Te un sapiente nel suo libro, che si chiama Ecclesiastico, ha detto: Molto potremmo dire senza giungere alla meta, la somma di tutte le parole è: Lui è tutto.
Quando dunque arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole che diciamo senza giungere a Te; Tu resterai, solo, tutto in tutti, e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te.
Signore, unico Dio, Dio-Trinità, sappiano essere riconoscenti anche i tuoi per tutto ciò che è tuo di quanto ho scritto in questi libri.
Se in essi c'è del mio, siimi indulgente Tu e lo siano i tuoi.
Amen.

(Sant’Agostino)
  La disputa del Sacramento (1509)
  Raffaello Sanzio
 Stanza della Segnatura, Vaticano
  Durante il Sacco di Roma del 1527, i Lanzichenecchi penetrarono fin dentro i Palazzi Papali, e in segno di spregio verso il Papa, lasciarono numerose scritte e graffiti vandalici: alcuni di questi sono ancora visibili, in controluce, nella parte inferiore della Disputa.


Nella parte inferiore  dell’affresco è raffigurata  la Chiesa militante, in quella superiore e la Chiesa trionfante. Il dipinto è dedicato quindi alla teologia, disciplina attraverso la quale l'anima può arrivare alla verità nel campo della fede. Nella Chiesa trionfante è rappresentata la Trinità con Gesù al centro di una grande aureola luminosa con serafini e cherubini, al suo fianco Maria e Giovanni Battista. Sotto di lui quattro angioletti mostrano le Sacre Scritture (uno per evangelista, con brani di ciascuno, da sinistra Matteo, Marco, Luca e Giovanni) vicini alla colomba dello Spirito Santo e al centro l’ostensorio con l’ostia consacrata. Attorno a Gesù corrono gli scranni dei santi e dei profeti, mentre in alto una cupola di raggi dorati, in rilievo eseguiti con lo stucco, in cui si intravede uno sciame di testine angeliche a monocromo, circonda l'apparizione di Dio con aureola quadrata, che con una mano benedice e ha il globo nell’altra. La composizione si incentra nell'ostia consacrata, chesi eleva al cielo nell'ostensorio raffigurato al centro dell'opera (per effetti prospettici visto dal basso) al centro dell'altare.


Nessun commento:

Posta un commento