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giovedì 14 maggio 2015

L’occhio del boscaiolo – don Bruno Ferrero -

Un boscaiolo non trovava più la sua ascia preferita. Aveva girato tutta la casa, rovistato un po' dappertutto. Niente da fare. L'ascia era sparita. Cominciò a pensare che qualcuno gliel'avesse rubata.
In preda a questo pensiero si affacciò alla finestra. Proprio in quel momento passava il figlio del suo vicino di casa.
"Ha proprio l'andatura di un ladro di asce!", pensò il boscaiolo. "E ha anche gli occhi da ladro di asce... e perfino i capelli da ladro di asce!".
Qualche giorno dopo, il boscaiolo trovò la sua ascia preferita sotto il divano, dove lui l'aveva buttata una sera tornando dal lavoro.
Felice per il ritrovamento, si affacciò alla finestra. Proprio il quel momento passava il figlio del suo vicino di casa.
"Non ha proprio l'andatura da ladro di asce!", pensò il boscaiolo. "Anzi, ha gli occhi da bravo ragazzo... e anche i capelli!".

Etichette di ogni tipo, viviamo di etichette. Attaccate sui pantaloni, sulle camicie, sulle scarpe e anche sulla fronte.
Affibbiamo etichette. Guardiamo il mondo come fosse un teatrino e a ciascuno diamo una parte da recitare: quello è il bello, quella la scema, quello il cattivo, quell'altro il traditore... E a decidere se uno deve fare il carnefice o la vittima, il più delle volte è il colore della cravatta.
Ha detto Gesù: "Non condannate e Dio non vi condannerà. Infatti Dio vi giudicherà con lo stesso criterio che usate voi per giudicare gli altri, vi misurerà con lo stesso metro che usate voi con loro. Perché stai a guardare la pagliuzza che è nell'occhio di un tuo fratello, e non ti preoccupi della trave che è nel tuo occhio?".


don Bruno Ferrero
da: "Quaranta Storie nel Deserto", Ed. Elledicì



Ogni volta che cadi, raccogli qualcosa. 

- Oswald Theodore Avery - 




Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone,
leggere una bella poesia,
vedere un bel quadro, e,
se possibile,
dire qualche parola ragionevole.


- Johann Von Goethe -


Buona giornata a tutti. :-)







martedì 7 aprile 2015

Come posso essere me stesso? (2) - Osho

Tu mi chiedi: Come posso essere me stesso?
Abbandona semplicemente ogni finzione, lascia semplicemente cadere questo assillo a voler essere qualcun altro; abbandona semplicemente questo desiderio di assomigliare a un Cristo, al Buddha, a Mahavira, a Krishna, al tuo vicino.
Smetti di alimentare qualsiasi competizione e lascia perdere qualsiasi confronto, e sarai te stesso: il confronto è il veleno.
Tu pensi sempre in funzione di ciò che fanno gli altri: se l’altro ha una casa sontuosa e una grossa macchina, tu sei infelice. 
Se l’altro ha una splendida donna, tu sei infelice. 
Se l’altro scala con successo i ranghi più alti del potere e della politica, tu sei infelice: continua a fare confronti, e ti ritroverai a imitare.
Se ti paragoni a persone ricche, inizierai a correre nella stessa direzione. 
Se ti paragoni a persone colte, inizierai ad accumulare sapere. 
Se ti paragoni ai cosiddetti santi, inizierai ad accumulare e vivrai una vita basata sull’imitazione; ed essere imitativi implica lasciarsi sfuggire totalmente ogni opportunità di essere sé stessi.
Lascia cadere ogni confronto: tu sei unico.
Nessun altro è simile a te, nessun altro è mai stato simile a te; e nessun altro sarà mai simile a te.
Tu sei semplicemente unico. E quando dico che sei unico, non sto dicendo che sei migliore di altri, ricorda: sto semplicemente dicendo che anche tutti gli altri sono unici. 
Essere unici è una qualità comune a ogni essere.
Essere unici non è un confronto: è naturale quanto lo è respirare. 
Tutti respirano e tutti sono unici.
Mentre sei vivo, sei unico: solo i cadaveri si assomigliano, le persone vive sono uniche. Non si assomigliano mai, non possono: la vita non segue mai alcun percorso ripetitivo.
Dio non si ripete mai: continua a cantare ogni giorno una canzone nuova, ogni giorno dipinge qualcosa di nuovo.
Rispetta la tua unicità, e lascia cadere il confronto: fare confronti è il colpevole. Nel momento in cui fai confronti, sei in trappola.
No, non fare alcun confronto con nessuno: l’altro non è te, tu non sei lui. 
Tu sarai te stesso, lui sarà se stesso: lascia che lo sia, e rilassati nel tuo essere. Inizia a godere qualsiasi cosa sei; deliziati nei momenti che la vita ti mette a disposizione.
Il confronto chiama in causa il futuro, il confronto mette in gioco l’ambizione e il confronto porta con sé la violenza: inizi a lottare, inizi a competere con la forza, diventi ostile.
La vita non è qualcosa di simile a una merce. 
La felicità non è qualcosa di simile a un bene di consumo; qualcosa che tu non puoi avere, se è posseduta da altri: «Come posso avere la felicità, se altri già la possiedono?», la felicità non è affatto un oggetto.
Ne puoi avere tanta quanta ne vuoi, dipende semplicemente da te. 
Nessuno può competere in quell’ambito, nessuno è in antagonismo con te: assomiglia a uno splendido giardino, tu puoi guardarlo e apprezzarlo, tanto quanto chiunque altro.
Il fatto che qualcun altro lo apprezzi e dica che è splendido, non ti preclude nulla, non ti toglie assolutamente nulla. 
Il giardino non ti viene meno, solo perché qualcun altro l’ha apprezzato; il fatto che quel giardino abbia stupito qualcuno con la sua bellezza non lo sminuisce minimamente ai tuoi occhi. Anzi, il giardino sarà ancora più splendido: poiché l’altro l’ha apprezzato, vi ha aggiunto una nuova dimensione.
In realtà, le persone felici aggiungono una qualità all’esistenza: il loro essere semplicemente felici genera vibrazioni di felicità.
Puoi apprezzare ancora di più questo mondo, se un numero maggiore di persone è felice.
No, non pensare in termini di competizione. 

È assurdo chiedersi: «Se qualcun altro è felice, come posso esserlo io?».
Non devi affatto saltare addosso agli altri per sottrarre loro la felicità, non devi affatto competere.
Ricorda: se la gente è infelice, ti sarà estremamente difficile essere felice.
La felicità è qualcosa di disponibile per chiunque: chiunque apra il suo cuore, troverà sempre la felicità pronta ad accoglierlo. 

Chiamo Dio questa felicità.
Non è qualcosa che si deve realizzare, non assomiglia alla lotta per conquistare un posto di potere: se qualcuno è diventato il presidente di una nazione, nessun altro a quel punto può diventarlo; questo è vero.
D’altro canto, se una persona si è illuminata, questo non impedisce a qualcun altro di illuminarsi: di fatto, è d’aiuto! 
Poiché il Buddha si è illuminato, è diventato più facile per te illuminarti. Poiché il Cristo si è illuminato, è diventato più facile per te illuminarti.
Qualcuno ha percorso il sentiero: restano delle impronte, ti ha lasciato tracce sottili; ti puoi muovere più facilmente, con maggior confidenza, con minor esitazione.
L’intero pianeta Terra si può illuminare, ogni singolo individuo si può illuminare; ma non è possibile per tutti diventare presidente: in una nazione come l’India, con centinaia di milioni di abitanti, solo una persona può diventare il presidente; ovviamente è qualcosa che implica molta competizione. Ma tutti quei milioni di individui si possono illuminare: questo non è un problema.
Tutto ciò che è divino è esente da competizione, e il tuo essere è divino; pertanto, limitati a districare la situazione. 
La società ha portato la tua testa a uno stato di assoluta confusione: ti ha insegnato uno stile di vita competitivo. 
La religiosità è uno stile di vita per nulla competitivo. 
La società è ambizione, la religiosità è assolutamente libera da qualsiasi ambizione; e solo quando sei del tutto libero da qualsiasi ambizione, allora puoi essere te stesso. 
È semplice!

- Osho -
Tratto da "Essere se Stessi"




Occorre imparare una grande lezione: esistono cose al di là di te, che non puoi ottenere con la forza, puoi solo rimanere aperto, disponibile, in attesa e quelle cose accadono. Nel momento in cui diventi teso perchè le vuoi afferrare a tutti i costi, quelle cose ti sfuggono.

- Osho -




Se conosci il tuo valore,
perché mai ti dovresti preoccupare
dell'accettazione o del rifiuto degli altri?

- Osho -




A tutti noi viene insegnato ad essere colti, non ad essere innocenti o a percepire la meraviglia dell'esistenza, ci vengono insegnati i nomi dei fiori, degli alberi e non come entrare in comunicazione con loro, in sintonia con l'esistenza. L'esistenza è un mistero e non è accessibile a coloro che vogliono sempre analizzare, selezionare, ma solo a coloro che sono disposti ad innamorarsene, a danzare con lei. 

- Osho - 





Buona giornata a tutti  :-)





mercoledì 7 gennaio 2015

Cade la neve di Ada Negri e Nebbia di Giovanni Pascoli -

Sui campi e su le strade,
silenziosa e lieve,
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
ne l'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.
In mille immote forme,
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini,
dorme.
Tutto d'intorno è pace;
chiuso in oblìo profondo,
indifferente il mondo
tace.

- Ada Negri - 
(1870 - 1945)



Un albero secco fuori dalla mia finestra solitario leva nel cielo freddo i suoi rami bruni: Il vento sabbioso la neve e il gelo non possono ferirlo. 
Ogni giorno quell'albero mi dà pensieri di gioia, da quei rami secchi indovino il verde a venire.

W.Ya-p'ing
da Albero Secco



"Inverno” acquerello su carta cotone di Celeste Gurgone

Nebbia – Giovanni Pascoli

E guardai nella valle: era sparito
tutto: sommerso! Era un gran mare piano,
grigio, senz'onde, senza lidi, unito.
E c'era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli sparsi per quel mondo vano.
E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.
Ed un cane uggiolava senza fine.

- Giovanni Pascoli - 
(1855 - 1912)





La neve cadeva pesante, approfondiva il silenzio, veniva immediatamente dal cielo e portava con sé un mistero inesplicabile. Qualche fiocco restava appeso alla finestra e sembrava una piccola stella piena di luce. Altri cadevano sul davanzale e coprivano lentamente le briciole che aspettavano gli uccelli.
Una volta pregai la nonna: «Nonna, raccontami anche una storia del cielo». Allora la nonna domandò: «Perché anche?». «Perché la neve viene di lassù e dice sicuramente che in cielo è tutto bianco».


- Adrienne von Speyr -




Chiudo gli occhi, e sento il tocco gelido del cielo, sogno di riaprirli e di ritrovarmi in un piccolo paradiso e lo sguardo ora si perde, in un candido paesaggio, non è l'immaginazione è il potere magico della neve, attutisce i rumori con il suo candido manto e mi regala... un piccolo minuscolo, straordinario sogno.

- Stephen Littleword -





Buona giornata a tutti  :-)