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mercoledì 10 luglio 2019

Ti amo bambina (1927) - Cesare Pavese

Ti amo bambina,
di una febbre sensuale
che mi rugge nel sangue
quando dal primo bacio,
carezzevole sulla guancia fresca,
ti passo sulle labbra,
le serro nelle mie
e ti lambisco la lingua
umida di amore,
libidinosamente,
e scontro i denti forti
nitidi nei miei denti,
e tutti e due mordiamo,
suggiamo senza posa
e una mia mano timida
dalla tua gola fresca
ti scivola sul petto
e si contragge e stringe sopra un seno,
piccolo, cedevole,
molle di amore
come la tua bocca è bagnata.
O quando lontano da te
dinanzi al tuo ritratto
mi struggo a contemplare
dove di tra lo scialle
il tuo corpo è nascosto,
ma s'indovina nitido
e in basso tra le frange,
appaiono accavallate
le belle gambe nervose,
ma molli come i seni,
e le lunghe fila nere s'indugiano
in perfide ambagi
sulle ginocchia
sulle cosce strette
che mai amerò.
E questo è pure quell'amore triste
- ma oh come lontano
in questa sera trepidante di speranza -
che si perdeva in sogno a contemplare
i tuoi capelli lievi,
il tuo viso distrutto
dal segreto soffrire,
i tuoi grandi occhi spalancati
vigili sul dolore
- ma come tutto questo è stanco e pallido! -
Mi tenta questa sera
una gioia più forte,
una speranza più ardente,
che mi freme nel cuore
al pensiero sensuale di te.
Eppure tu eri bella
in quel sogno lontano,
in quell'ardore triste,
e ancora mi riafferri,
tentatrice, così.
Oh potere divino
di confondere in te
le due gioie diverse
e lambirti d'amore
in un'oscurità piena di luce,
che mi lasci negli occhi
il tuo sogno e il tuo pianto,
ma mi bruci e mi scuota le membra
sussultanti,
strette contro le tue membra
frementi,
in un delirio d'anima e di sangue.
Questo, bambina,
Non ti fa paura?

- Cesare Pavese -

 6 settembre 1927


“Tutte quante le cose e la carne del mondo
e le voci, non valgono l’accesa carezza
di quel corpo e quegli occhi.”

- Cesare Pavese -


Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate.

- Cesare Pavese -


"Il futuro verrà da un lungo dolore e da un lungo silenzio."


- Cesare Pavese -
(Il mestiere di vivere - 16 febbraio 1936)


Buona giornata a tutti. :-)





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martedì 2 luglio 2019

La Marioneta - Johnny Welch

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di  stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma
in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. 
Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore,scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.

Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.

Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo. 

Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. 

Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per  la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo.


- Johnny Welch -
Inizialmente attribuita a Gabriel Garcia Marquez 




Avevo sempre creduto che morire d’amore non fosse altro che una licenza poetica. 
Quel pomeriggio, di nuovo a casa senza il gatto e senza lei, constatai che non solo era possibile morire, ma che io stesso, vecchio e senza nessuno, stavo morendo d’amore.

- Gabriel Garcia Marquez -
da: "Memoria delle mie puttane tristi"

Ignace Spiridon (1889-1920), La Gondole d' Amour


Quando fai sesso con una donna, e non la ami, è facile essere sicuri di sé.
Non ti poni il problema di piacere.
Vederla godere è solo la conferma che ci sai fare, per questo ti piace.
Ma tu prova a fare sesso con una donna che ami... comprenderai le mie paure.
Proverai la tremenda ansia di non essere abbastanza.
L’amore ci rende fragili...

- Gabriel García Márquez - 


Buona giornata a tutti. :-)






sabato 22 giugno 2019

Foglie d'erba (1855) – Walt Whitman

nella Poesia di saluto:

[…] Vedo le città della terra, e ne divento parte,
Sono un vero londinese, parigino, viennese,
Sono un abitante di San Pietroburgo, Berlino, Costantinopoli,
Sono di Adelaide, Sidney, Melbourne,
Sono di Manchester, Bristol, Edimburgo, Limerick,
Sono di Madrid, Cadige, Bercellona, Oporto, Lione, Brussels, Berna,
Francoforte, Stoccarda, Torino, Firenze,
Appartengo a Mosca, Cracovia, Varsavia – o più a nord a Cristiana o
Stoccolma – o a qualche strada in Islanda,
Scendo in tutte queste città, e di nuovo riemergo.
Vedo vapori che esalano da paesi inesplorati,
Vedo tipi selvaggi, l’arco e le frecce, la punta avvelenata, il feticcio e
l’obi.
Vedo le città africane e asiatiche,
Vedo Algeri, Tripoli, Derna, Mogadore, Timbuctu Monrovia,
Vedo le brulicanti folle di Pechino, Canton, Benares, Deli, Calcutta,
Vedo il crumano nella sua capanna, e il dahomey e l’ascianti nelle
loro capanne,
Vedo il turco che fuma l’oppio ad Aleppo,
Vedo le folle pittoresche alle fiere di Kiva e a quelle di Herat,
Vedo Teheran, vedo Muscat e Medina, e le sabbie tra loro – vedo le
carovane che procedono a fatica;
Vedo l’Egitto e gli Egiziani, vedo le piramidi e gli obelischi,
Guardo le storie incise, le canzoni, le filosofie, cesellate su lastre di
arenaria e blocchi di granito,
Vedo a Menfi le tombe di mummie, imbalsamate, fasciate in teli di
lino, che giacciono lì da secoli,
Guardo del Tebano deceduto le grandi orbite vuote, il collo piegato da
un lato, le mani incrociate sul petto.
Vedo i servi di tutto il mondo che lavorano,
Vedo i prigionieri in prigione,
Vedo i corpi umani imperfetti in tutto il mondo,
Vedo il cieco, il sordo-muto, gl’idioti, i gobbi, i pazzi,
Vedo i pirati, i ladri, i traditori, gli assassini, gli schiavisti della terra,
Vedo i bimbi indifesi, e i vecchi e le vecchie indifese.
Vedo maschi e femmine ovunque,
Vedo la serena confraternita dei filosofi,
Vedo l’atteggiamento costruttivo della mia razza,
Vedo i risultati della perseveranza e dell’attività della mia razza,
Vedo classi, colori, barbarie, civiltà e vado tra loro, mi mescolo
indiscriminatamente,
E saluto tutti gli abitanti della terra.
Tu, dove ti trovi inevitabilmente!
Tu, figlia e figlio d’Inghilterra!
Tu uomo libero d’Australia! Tu della Tasmania! Tu della Papuasia!
Tu donna libera degli stessi luoghi!
Tu delle possenti tribù e imperi slavi! Tu Russo in Russia!
Tu nero di oscura origine, anima divina africana, grande, bella testa,
nobili fattezze, dal superbo destino, perfettamente mio pari!
Tu norvegese! Svedese! Danese! Islandese! Tu prussiano!
Tu spagnolo di Spagna! Tu portoghese!
Tu donna e uomo di Francia!
Tu belga! Tu libero amante dei Paesi Bassi!
Tu austriaco risoluto! Tu lombardo! Unno! Boemo! Contadino della
Stiria!
Tu ai confini del Danubio!
Tu operaio del Reno, dell’Elba, o del Weser! E anche tu operaia!
Tu sardo! Tu bavarese! Tu svevo! Sassone! Valacco! Bulgaro!
Tu cittadino di Praga! Tu romano! Napoletano! Greco!
Tu agile torero nell’arena di Siviglia!
Tu montanaro che vivi senza legge sul Tauro o sul Caucaso!
Tu guardiano di cavalli di bucara, che sorvegli le giovenche e gli
stalloni che pascolano!
Tu persiano dal magnifico corpo, a tutta velocità sulla sella, che
scagli la freccia centrando il bersaglio!
Tu uomo e donna della Cina! Tu tartaro della tua terra!
Tu donna del mondo sottomessa ai tuoi doveri!
Tu ebreo errante ancora in tarda età che ti esponi a ogni rischio pur di
toccare una volta la terra siriana!
Tu altro ebreo che attendi in ogni terra il tuo Messia!
Tu armeno pensoso che rifletti accanto a un affluente dell’Eufrate! Tu
che scruti tra le rovine di Ninive! Tu che scali il monte Ararat!
Tu pellegrino dal piede stanco che accogli con gioia il lontano
baluginare dei minareti della Mecca!
Tu sceicco lungo la striscia che va da Suez a Babel-mandel, che guidi
le tue famiglie e le tue tribù!
Tu coltivatore di olive che curi i tuoi frutti nei campi fuori Nazareth,
Damasco o Lago di Tiberiade!
Tu mercante del Tibet nelle distese dell’interno, o che contratti nelle
botteghe di Lassa!
Tu uomo o donna del Giappone! Tu che vivi in Madagascar, Cylon,
Sumatra, Borneo!
Tutti voi dei continenti dell’Asia, Africa, Europa, Australia, poco
importa dove siate!
Tutti voi sulle innumerevoli isole degli arcipelaghi del mare!
E voi dei secoli futuri, quando mi ascolterete!
E voi in qualunque luogo che non specifico meglio ma che
ugualmente includo!
Vi saluto a nome mio e dell’America.
Ognuno di noi inevitabile,
Ognuno di noi illimitato – ognuno o ognuna con il suo diritto su
questa terra,
Ognuno di noi partecipe dell’eterno disegno su questa terra,
Ognuno di noi altrettanto divino qui come chiunque altro.
Tu ottentotto con il palato che schiocca!
Voi orde con i capelli lanosi! Voi bianchi o neri possessori di schiavi!
Voi schiavi che spargete gocce di sudore o gocce di sangue!
Voi delinquenti, persone deformi, idioti!
Voi forme umane con imperscrutabili e sempre inquietanti espressioni
da bruti!
Tu povero kobu che il più miserabile guarda dall’alto in basso,
nonostante il tuo luminoso linguaggio e la tua spiritualità!
Voi aborigeni quasi estinti delle colline dello Hutah, Oregon,
California!
Tu pigmeo del Camciatka, groenlandese, lappone!
Tu negro australe, nudo, rosso, fuligginoso, con labbra carnose che
prostrato ti cerchi il cibo!
Tu cafri, berbero, sudanese!
Tu sparuto, rozzo, ignorante beduino!
Voi sciami di appestati a Madras, Nankin, Kabul, Cairo!
Tu che ti bagni nel Gange!
Tu vagabondo disperso in Amazzonia! Tu della Patagonia! Tu uomo
delle Figi!
Tu peone del Messico! Tu servo della gleba russo! Tu mulatto della
Carolina, Texas, Tennessee!
Non rifiuto di darti la mano, né metto altri davanti a te,
Non dico nemmeno un parola contro di te.
Il mio spirito pieno di compassione e determinazione ha attraversato
tutta la terra,
Ho cercato fratelli, sorelle, amanti e li ho trovati che mi aspettavano
ovunque.
Penso di essere sorto con voi, voi nebbie, e di essermi spostato verso
lontani continenti, ed essermi calato lì, con le mie buone
ragioni,
Penso di aver soffiato con voi, voi venti,
Penso, acque, di aver accarezzato ogni sponda insieme a voi,
Penso di aver solcato quanto ogni fiume o ogni stretto del globo ha
solcato,
Penso di aver preso posizione sul fondo delle penisole e in ogni
incavo della roccia.
In ogni città penetrata da luce o calore, in quelle città sono penetrato
anch’io,
In ogni isola dove gli uccelli inseguono il loro percorso, anch’io mi
alzo in volo seguendo il mio percorso,
Trovo la mia casa ovunque ci siano dimore di uomini.

- Walt Whitman -




sabato 1 giugno 2019

Prendersi il tempo non è mai una perdita di tempo

Noi siamo gli smaniosi della fretta.
Ma, sapete, è un’inezia
In quel che eterno permane
Il fuggire del Tempo.
Ogni precipitarsi è già morto:
Da ciò che sta fermo ci viene
L’iniziazione.
Gioventù, non dissolvere
Nella velocità il tuo animo,
non forzarti a volare.
Perché riposo è tutto:
L’oscuro e il luminoso,
Il libro, il fiore.

- Rainer Maria Rilke -




«Rifletti lentamente, ma metti in atto rapidamente le tue decisioni».

- Isocrate -



La riflessione non deve mai essere precipitosa se deve ispirare azioni fruttuose.
Prendersi il tempo non è mai una perdita di tempo. 
Un successo è sempre nutrito da una lunga maturazione. 
Quando ci sembra che le cose si compiano troppo lentamente, dovremmo pensare al centometrista che ha alle spalle anni di preparazione, di disciplina perseverante e di sforzi continui e si gioca la carriera in una corsa che dura meno di dieci secondi. 
Minuzia della preparazione, rapidità dell'azione: questo dominio di ritmi radicalmente diversi è probabilmente il preambolo fondamentale di una riuscita durevole.





Tu che stabilisci ogni autorità,
concedi a giudici e magistrati
d’essere capisaldi di virtù
nel tuo santo timore;
concedi ai parlamentari saggezza vera;
ai nostri grandi,
di non far niente contro
ma tutto a favore della verità;
ai tribunali dona i giudizi giusti
nel valutare cose che ci riguardano tutti,
senza preferenze, senza parzialità.
Dio del cielo e della terra,
da’ la forza della pace
a tutti gli eserciti cristiani.
Concedi alle popolazioni
d’essere subordinate alla democrazia,
non per paura della polizia
ma per scelta di coscienza.
Concedi a pastori e contadini buoni frutti,
ai pescatori pesce in abbondanza;
ai commercianti, di non prevalere
l’uno sull’altro,
ai meccanici e industriali
comportamenti legali,
da’ lavoro al più ordinario dipendente,
fino al giovane disoccupato.

John Henry Newman -

Fonte: “Ho pensato  a te, Signore. Preghiamo con John Henry Newman”, Ed. Paoline


Buona giornata a tutti. :-)

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domenica 19 maggio 2019

Nobody but you - Charles Bukowski

Nessuno può salvarti se non
tu stesso.
Sarai continuamente messo
in situazioni praticamente
impossibili.
Ti metteranno continuamente alla prova
con sotterfugi, inganni e
sforzi
per farti capitolare, arrendere e/o morire silenziosamente
dentro.

Nessuno può salvarti se non
tu stesso
e sarà abbastanza facile fallire
davvero facilissimo
ma non farlo, non farlo, non farlo.
Guardali e basta.
Ascoltali.
Vuoi diventare così?
Un essere senza volto, senza cervello, senza cuore?
Vuoi provare
la morte prima della morte?

Nessuno può salvarti se non
tu stesso
e vale la pena di salvarti.
È una guerra non facile da vincere
ma se c’è qualcosa che vale la pena vincere
è questa.

Pensaci su
pensa al fatto di salvare il tuo io.

Il tuo io spirituale.
il tuo io viscerale.
il tuo io magico che canta e
il tuo io bellissimo.
Salvalo.
Non unirti ai morti-di-spirito.

Mantieni il tuo io
con umorismo e benevolenza
e alla fine
se necessario
scommetti sulla tua vita mentre combatti,
fottitene dei pronostici, fottitene
del prezzo.

Solo tu puoi salvare il tuo
io.

Fallo! Fallo!

Allora saprai esattamente di cosa
sto parlando.


- Charles Bukowski -


Pensate a tutti i milioni di persone che vivono insieme anche se non gli piace,
odiano il lavoro ma hanno paura di perderlo,
non c'è da meravigliarsi se hanno la faccia che hanno...
  
- Charles Bukowski -


Attenti a quelli che cercano continuamente la folla;
da soli non sono nessuno. 

Attenti agli uomini comuni, alle donne comuni. 

Attenti al loro amore, il loro è un amore comune,
che mira alla mediocrità ma c'è il genio nel loro odio.

C'è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti.

Per uccidere chiunque.

- Charles Bukowski -



Buona giornata a tutti :-)

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