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domenica 31 marzo 2019

Il contadino e il poeta

Un contadino stanco della solita routine quotidiana, tra campi e duro lavoro, decise di vendere la sua tenuta. 
Dovendo scrivere il cartello per la vendita decise di chiedere aiuto al suo vicino che possedeva delle doti poetiche innate.
Il romantico vicino accettò volentieri e scrisse per lui un cartello che diceva:
"Vendo un pezzettino di cielo, adornato da bellissimi fiori e verdi alberi, con un fiume, dall'acqua cosi pura e dal colore più cristallino che abbiate mai visto."
Fatto ciò, il poeta dovette assentarsi per un po' di tempo, al suo rientro però, decise di andare a conoscere il suo nuovo vicino.
La sua sorpresa fu immensa nel vedere il solito contadino, impegnato nei suoi lavori agricoli.
Il poeta domandò quindi: "Amico non sei andato via dalla tenuta?"
Il contadino rispose sorridendo: "No, mio caro vicino, dopo aver letto il cartello che avevi scritto, ho capito che possedevo il pezzo più bello della terra e che non ne avrei trovato un altro migliore."

Non aspettare che arrivi un poeta per farti un cartello che ti dica quanto è meravigliosa la tua vita, la tua casa, la tua famiglia e tutto ciò che possiedi...

Ringrazia sempre Dio per la salute che hai, la vita che vivi, per la caparbietà che hai nel lottare per andare avanti.

Che il Signore benedica questo pezzettino di cielo che è la tua vita.

Il tuo risveglio al mattino è la parte migliore, perché è lì che Dio ti dice:
"Alzati, ti regalo un'altra opportunità."

Nasciamo per essere felici, non perfetti.
I giorni buoni ti danno felicità,
i giorni cattivi ti danno esperienza.
I tentativi ti mantengono forte,
le prove ti mantengono umano,
le cadute ti mantengono umile,
ma solo Dio ti mantiene in piedi.


“Innamorarsi è raro, ma non è difficile.
La vera impresa è conservare quel sogno d’amore anche dopo la sua trasformazione in realtà.
Perché se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola.”


- Massimo Gramellini -


L’amore dell’uomo e della donna è all’origine della famiglia umana e la coppia formata da un uomo e da una donna ha il suo fondamento nel disegno originario di Dio (cfr Gn 2,18-25). 
Imparare ad amarsi come coppia è un cammino meraviglioso, che tuttavia richiede un tirocinio impegnativo. 
Il periodo del fidanzamento, fondamentale per costruire la coppia, è un tempo di attesa e di preparazione, che va vissuto nella castità dei gesti e delle parole. 


- Papa Benedetto XVI - 
Messaggio ai giovani GMG 2007



L’amore materno fa sentire al bambino che è bello essere nato; instilla nel bambino l’amore per la vita e non solo il desiderio di restare vivo. 
La stessa idea può essere applicata ad un altro simbolismo biblico. 
La terra promessa (terra è sempre simbolo di madre) è descritta come “traboccante di latte e di miele”.
Il latte è il simbolo del primo aspetto dell’amore, quello per le cure e l’affermazione; il miele simboleggia la dolcezza della vita, l’amore per essa, e la felicità di sentirsi vivi.
La maggior parte delle madri è capace di dare “latte”, ma solo una minoranza di dare anche “miele”.
Per poter dare latte una madre non deve soltanto essere una “brava mamma”, ma una donna felice, e non tutte ci riescono.
L’amore della madre per la vita è contagioso, così come lo è la sua ansietà; ambedue gli stati d’animo hanno un effetto profondo sulla personalità del bambino; si distinguono subito tra i bambini - e gli adulti – coloro che ricevono soltanto “latte” e coloro che ricevono “latte e miele”.

Erich Fromm -

da "L’arte d’amare” 



Nel matrimonio tra uomo e donna sono radicati “la paternità e la maternità, è solo nel contesto della coniugalità che la nuova persona umana può essere introdotta nell’universo dell’essere in modo adeguato alla sua dignità. 
Non è prodotta, ma generata. E’ attesa come dono, non esigita come un diritto”.

- Card. Carlo Caffarra - 
da: Lectio Magistralis Verità e bontà della coniugalità
12 settembre 2013


“Nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia.”

Questa foto esprime a pieno il significato della frase sopra.
L'amore quando è vero dura per sempre,
 nonostante tutte le difficoltà che ci sono e che ci saranno.

Buona giornata a tutti :-)




sabato 30 marzo 2019

Come sei bella, amica mia, come sei bella! - Dal Cantico dei Cantici, IV, 1-16




Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome come un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Galaad.
I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.




Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.




Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell’incenso.
Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.



Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!




Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L’odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.




I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
nardo e zafferano, cannella e cinnamomo
con ogni specie d’alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.
Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.
Levati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino,
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.

Cantico dei Cantici, IV, 1-6 
Fonte: La sacra Bibbia, Conferenza Episcopale Italiana, 1974 Roma




Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio

Cantico dei Cantici 8:6-7

Buona giornata a tutti. :-)



sabato 16 febbraio 2019

C'è un bambino in ognuno di noi.

C’è sempre quel momento lì.
Quando si girano verso di te. Stanno giocando a rincorrersi, stanno parlando, facendo merenda, e poi si girano verso di te. Mezzo secondo, non di più.
Ti guardano, vogliono vedere se li stai guardando, se li tieni d’occhio. Cercano nel tuo sguardo qualcosa che sembri almeno un po’ un’approvazione. 
Un sorriso. O anche solo, semplicemente, la conferma che te ne sta fregando qualcosa.
Poi tornano a fare quel che stavano facendo.
Ovvio che non puoi guardarli sempre. Non tutti. Che chissà quante volte mi sarà successo, che lui si girava, mi cercava, e io avevo la testa girata dall’altra parte.
Ma ci sono giorni, come oggi per dire, in cui mi sembra che sì ok la storia, sì ok i verbi, ma tutto quel che dobbiamo fare è cercare di essere lì, sforzarci di essere lì, quando si girano a cercare il nostro sguardo.
Fargli sapere che ce ne frega qualcosa, di quello che stanno facendo.
Fargli sempre sapere che siamo lì.

La cosa più semplice, e la più difficile del mondo.

- Enrico Galiano - 




Quando nel corso degli umani eventi è in pericolo la propria sanità mentale, diventa necessario alzare una voce nel deserto.

È in nome della giustizia per le genti... ma soprattutto per me... che pronuncio la seguente dichiarazione, nella speranza che assicuri la pace della mente a tante persone.

La dichiarazione dei diritti del bambino

Articolo primo: è severamente proibito a chiunque abbia l'abitudine di mangiare aglio avvicinarsi a meno di cinque chilometri da un lattante, pena l'annegamento per sputo.

Articolo secondo: qualunque idiota venga sorpreso a fare il solletico sotto i piedi di un lattante fino a farlo svenire, o a buttarlo in aria appena mangiato, incorrerà in severissime pene pecuniarie.

Articolo terzo: il lattante colpevole di minzione improvvisa in grembo ad amici o parenti in visita avrà diritto a un veloce cambio di pannolini. Pubbliche dichiarazioni, descrizione di particolari e visite turistiche al sopramenzionato non sono considerati necessari.

Articolo quarto: la decisione di mangiare o meno omogeneizzato di pollo spetta al «nutrito», non alla «nutrice». Se poi il nutrito deciderà di sputare l'omogeneizzato di pollo di cui sopra in faccia alla nutrice, l'atto dovrà essere considerato l'espressione di un'opinione, non una dichiarazione di guerra.

Articolo quinto: ai bambini dev'esser lasciata piena libertà di vocalizzo, anche in chiesa, nei luoghi pubblici, durante i film e nelle ore notturne.
Non hanno ancora avuto modo di imparare che le risate e l'allegria devono durare tutta una vita e quindi non vanno sprecate.

Primo emendamento: è severamente proibito alloggiare un neonato in una casa priva di teneri abbracci, amore e risate.


- Bombeck Erma -
 Fonte: “Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me capitano solo i noccioli?” di Erma Bombeck




C'è un bambino in ognuno di noi. Ha delle necessità. disperatamente ci chiama.
Desidera vivere spensierato, leggero. E' stato caricato con troppi doveri e regole.
Gli è stata rubata una parte dell'infanzia. Solo tu puoi dargli ciò di cui più ha bisogno.
Lo puoi fare.
Fallo giocare, lascia che si diverta, che faccia scemate, che rida, che salti spensierato e libero e divertiti con lui.
Tutto ciò che dai a lui lo dai a te. La sua gratitudine sarà immensa.

- Gustav Birth -



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


sabato 9 febbraio 2019

L'Amore vero non si improvvisa - papa Benedetto XVI

"È esistita un'epoca in cui gli esseri erano veramente capaci di amarsi e di restare fedeli, e perciò a quel tempo non esisteva l'istituzione del matrimonio. Il matrimonio è stato istituito perché gli esseri umani non sapevano più amare.
È stato per costringerli a rispettare i propri impegni che si sono dovute inventare delle leggi, dei sacramenti, ecc.
Quando c'è l'amore, si ha forse bisogno di carte, di contratti, di un sindaco o di un curato?
E poi, tutte quelle carte, quei sindaci e quei curati possono forse impedire alle coppie sposate di tradirsi, di sbranarsi e di separarsi? No, purtroppo.
Quando c'è l'amore, non si ha bisogno di nient'altro perché duri eternante, nemmeno della benedizione dei sacerdoti, perché Dio ha già dato la Sua benedizione.
Dio è nell'amore di coloro che si amano veramente, ed è questa l'unica benedizione autentica: l'amore stesso." 

- Omraam Mikhaël Aïvanhov -




"Il problema delle persone, soprattutto nell'amore, è che si vuole possedere l'altro. E quando, anziché il dono, c'è il desiderio di possesso, si inquina tutto. Molti matrimoni falliscono per questo. Perché, quando tu vuoi possedere, riduci automaticamente l'altro a un oggetto. 
Non è più una persona, un interlocutore, ma diventa un possesso. 
È il contrario dell'amore. L'amore è spento, a quel punto."

- padre Raniero Cantalamessa - 
sacerdote, teologo e predicatore italiano dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini



L'Amore vero non si improvvisa

Riappropriatevi, cari giovani, del valore della famiglia; amatela non solo per tradizione, ma per una scelta matura e consapevole: amate la vostra famiglia di origine e preparatevi ad amare anche quella che con l’aiuto di Dio voi stessi formerete.
Dico: “preparatevi”, perché l’amore vero non si improvvisa.
L’amore è fatto, oltre che di sentimento, di responsabilità, di costanza, e anche di senso del dovere.
Tutto questo lo si impara attraverso l’esercizio prolungato delle virtù cristiane della fiducia, della purezza, dell’abbandono alla Provvidenza, della preghiera...

- papaBenedetto XVI –
Cagliari 07 settembre 2008




“Dobbiamo iniziare con l’essere felici
perché è il più grande servizio che si possa rendere all’umanità. 
Se siamo felici, c’è almeno un luogo di felicità.
 La felicità deve però continuamente accrescersi,
e si accresce man mano che altre persone diventano un po’ più felici.
 Se nella vostra vita avete reso felice anche una sola persona,
non avete perduto il vostro tempo;
se avete fatto felice un cane, oppure una pianta fiorita
in un giorno di primavera che vi ha dato l’impressione di rispondervi, 
ne valeva la pena.
Credo che la nostra vita sia perduta se questo dono,
che è dentro di noi, non riesce ad essere comunicato.
 Se nessuno vuole il dono che è in voi,
offritelo a tutti gli esseri, alla vita, al vento!
 Il vento lo porterà a quelli che ne hanno più bisogno…
 E’ il momento di dare!
 Io dono e accolgo coloro che possono avere bisogno.”

- Jean-Yves Leloup -
La montagna nell’oceano



Buona giornata a tutti. :-)







domenica 13 gennaio 2019

I figli crescono bene quando crescono bene i loro genitori - Gloria Steinem


«Sono troppo poche […] le teorie sul modo di allevare i bambini che assumono come punto di partenza  l’infanzia dei genitori.
Quello di trattare i nostri figli altrettanto bene di quanto facciamo con noi stessi è un principio reversibile: verso noi stessi dovremmo comportarci come ci comportiamo con i nostri figli. 
Tuttavia coloro che dentro di sé portano un bambino sofferente e maltrattato, le cui esigenze non vengono mai prese in considerazione, potrebbero fare confusione fra “trattare altrettanto bene” e “trattare allo stesso modo”, e una simile confusione avrebbe esiti disastrosi: basta pensare ai tre errori più frequenti che si possono fare allevando un figlio, che voglio sommariamente elencare:

Dare al nostro figlio ciò che avremmo desiderato e non abbiamo mai avuto

Ciò significa che al figlio viene dato ciò che corrisponde ai desideri del genitore, non ai desideri del figlio: indipendentemente dalle sue esigenze e bisogni reali, gli si offre quel che i genitori avevano desiderato per se stessi da piccoli. 
Con un’ulteriore complicazione: il bambino che il genitore porta dentro di sé, sentendosi tuttora inascoltato nelle sue richieste, tenderà a provare un sentimento di gelosia nei confronti del figlio, pretendendo da lui obbedienza e gratitudine a mo’ di compensazione.

Servirci di nostro figlio per vivere la vita che noi non abbiamo potuto vivere

Il padre che spinge il figlio alla professione che lui stesso aveva tanto sognato, la madre che fa della figlia il sostituto di quel compagno adulto che il marito non riesce a essere; i genitori che spingono i figli verso successi e traguardi che sono essenzialmente degli status symbol… questi e altri ancora sono tutti sistemi di subordinazione del sé autentico dei figli a vecchie e nuove aspirazione dei genitori.

Fare a nostro figlio quel che è stato fatto a noi per giustificare e normalizzare la nostra infanzia

In mancanza di una scelta liberatoria quale quella di volgere il nostro cammino, di rivedere, di ripensare, e soprattutto di capire che ciò che ci hanno fatto era sbagliato, immeritato e non necessariamente fatto “per il nostro bene”, noi genitori tendiamo inevitabilmente a riproporre ai figli, anche se in forme diverse, gli stessi abusi che abbiamo dovuto subire nell’infanzia.
In ciascuno dei casi che ho appena menzionato il bambino bisognoso del passato che vive dentro il genitore tende a sovrapporsi continuamente al bambino reale del presente. 

È soprattutto nell’ultimo caso citato, quello dell’abuso che si trasmette da una generazione all’altra, che oggi si sta iniziando a prendere coscienza della gravità del fenomeno. […] Come ha detto W. D. Wall, un esperto inglese di psicologia dell’infanzia, “i figli crescono bene quando crescono bene i loro genitori”.»

- Gloria Steinem - 
Da: «Autostima»; titolo originale: «Revolution from Within», Little, Brown & Company, 1992; traduzione dall’inglese di Serena Lauzi e Annabianca Mazzoni, Milano, Rizzoli, 1992, pp. 99-100



Il fondamento di ogni stato è l’educazione dei suoi giovani. 

- Diogene -




L’educazione è semplicemente l’anima di una comunità, che passa da una generazione all’altra.

Gilbert K. Chesterton  -






Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 7 dicembre 2018

Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al posto dei vostri figli - Sant'Ambrogio

1. L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto necessario.
2. Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna.
3. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.

4. Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare.

5. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è insopportabile una vita vissuta per niente.

6. Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l’arte, la forza anche di sorridere. 
E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato: e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.

7. I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.

da: "Sette dialoghi con Ambrogio, Vescovo di Milano" (Centro Ambrosiano, 1996).


Il Vescovo Ambrogio ripeteva: «Omnia Christus est nobis! – Cristo è tutto per noi!». 
E spiegava: «Omnia Christus est nobis! 
Se vuoi curare una ferita, Egli è il medico; se sei riarso dalla febbre, Egli è la fonte; se sei oppresso dall’iniquità, Egli è la giustizia; se hai bisogno di aiuto, Egli è la forza; se temi la morte, Egli è la vita; se desideri il cielo, Egli è la via; se sei nelle tenebre, Egli è la luce ... 
Gustate e vedete come è buono il Signore: beato è l’uomo che spera in Lui!»



«Il Signore ci conceda di navigare,
allo spirare di un vento favorevole,
sopra una nave veloce;
di fermarci in un porto sicuro;
di non conoscere da parte degli spiriti maligni
tentazioni più gravi
di quanto siamo in grado di sostenere;
di ignorare i naufragi della fede;
di possedere una calma profonda,
e, se qualche avvenimento susciti contro di noi
i flutti di questo mondo,
di avere, vigile al timone per aiutarci,
il Signore Gesù,
il quale con la sua parola comandi,
plachi la tempesta,
stenda nuovamente sul mare la bonaccia.
A lui onore e gloria,
lode, perennità dai secoli e ora e sempre
e per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

- Sant’Ambrogio - 


Buona giornata a tutti. :-)

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