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lunedì 23 febbraio 2015

La nostra fede è come cenere - Pie Charts -

Signore, la nostra fede è come cenere,
tiepida e inconsistente!
La nostra speranza è come cenere:
leggera e portata dal vento.
Il nostro sguardo è come la cenere:
grigio e spento.
Le nostre mani sono come la cenere:
quanta polvere!
La nostra comunità è come la cenere:
quanta dispersione!
Signore Dio nostro, ti ringraziamo
perché nel cammino di quaranta giorni
che oggi iniziamo,
il soffio del tuo Spirito
accende di nuovo il suo fuoco
che cova sotto le nostre ceneri.
Amen.


- Pie Charts -




Ecco che è venuto il tempo del digiuno,
pregherò sino a quando si apriranno 
le porte della misericordia,
fino a quando si illuminerà il volto 
di colui che il mio cuore ama,
fino a quando potrò di nuovo contemplare la sua gloria.
Non ho riempito la mia lampada 
dell'olio dello Spirito Santo;
spogliata di buone azioni,
la mia anima davanti a te mi rende indegno.
O mio Salvatore, salvami.



Coloro che devono nuotare nel mare e che conoscono l'arte del nuotare, si tuffano quando l'onda arriva su di loro, e si lasciano andare sott'acqua fino a che sia passata. E dopo continuano a nuotare senza difficoltà. 
Ma se essi vogliono opporsi all'onda, essa li respinge e li getta lontano. Appena essi si rimettono a nuotare, una nuova onda li investe; se essi resistono ancora, eccoli ancora respinti, e gettati lontano; essi si stancano solamente, senza avanzare. 
Si tuffino sotto l'onda, come ho detto, si abbassino, e quella passerà senza disturbarli; essi continueranno a nuotare sino a che vorranno, e porteranno a termine ciò che devono fare. 
Così è per le tentazioni. 
Sopportate con pazienza e umiltà, esse passano senza fare del male. Ma se si resta ad affliggersi, a turbarsi, ad accusare tutti, ciò ci fa soffrire rendendo più opprimente la tentazione, e ne risulta che essa è per noi non solo senza profitto, ma addirittura nociva.


- Santa Dorotea di Gaza -



"Supplichiamo con fervore Maria Santissima 
perché accompagni il nostro cammino quaresimale
con la sua protezione 
e ci aiuti ad imprimere 
nel nostro cuore e nella nostra vita
le parole di Gesù Cristo, 
per convertirci a Lui".

Dal Magistero di papa Benedetto XVI

(Angelus di domenica 26 febbraio 2012, 
I di Quaresima, Anno B)




Maria,
Madre di Gesù e Madre mia,
aiutami ad usare bene
questo Tempo di Quaresima
per trarne il massimo
profitto spirituale.
Cercherò di scoprire
i miei "punti deboli",
chiedendomi dove e quando
la mia fiducia in Dio vacilla.
Madre cara,
a Te affido
il mio cammino di conversione
e Ti dico:
Mamma, aiutami Tu;
il Tuo Cuore è il mio Rifugio!
Amen.




Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 31 marzo 2014

Sant'Antonio da Padova ci aiuta per la Quaresima -

Come nelle mani ci sono dieci dita, così dieci sono le specie di mortificazione:

1. La rinuncia alla propria volontà,
2. l’astinenza dal cibo e dalla bevanda,
3. la rigorosità del silenzio,
4. le veglie di preghiera durante la notte,
5. l’effusione delle lacrime,
6. il dedicare un congruo tempo alla lettura,
7. darsi da fare con fatica del corpo,
8. la generosa partecipazione alle necessità del prossimo,
9. il vestire dimessamente,
10. il disprezzo di se stessi.
         
                     S.Antonio di Padova, Serm. Dom. di Pentec.,1§7


Il digiuno di Cristo, durato quaranta giorni e quaranta notti, ci insegna in quale modo possiamo fare penitenza per i peccati commessi e come dobbiamo comportarci per non ricevere inutilmente la grazia di Dio. Ci dice l'Apostolo: «Vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio. Dice infatti il Signore per bocca di Isaia: Al momento favorevole ti ho esaudito, e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza» (2Cor 6,1-2; cf. Is 49,8). (Dom. I quar. §20)



Fa' attenzione che la soddisfazione, cioè la penitenza, consiste in tre cose: nell'orazione per ciò che riguarda Dio, nell'elemosina per ciò che riguarda il prossimo, e nel digiuno per ciò che riguarda noi stessi, affinché la carne, che nel piacere ha condotto al peccato, nell'espiazione e nella sofferenza conduca al perdono.
Si degni di concedercelo colui che è benedetto nei secoli. Amen. 

(sermone Merc. Ceneri §10)


Il nostro caro sant'Antonio, santo veramente adatto alla Quaresima perché - come tutti i santi francescani - sempre dedito alla conversione e alla penitenza, ci spiega almeno dieci modi diversi per dedicarsi a qualche esercizio penitenziale. 
La "disciplina della mortificazione", sebbene faticosa, non dev'essere per forza noiosa! 

La fantasia dei santi può aiutare anche noi a scegliere qualche modo adatto per preparaci alla Pasqua, oppure a renderci conto che ciò che già facciamo ha un valore aggiunto se lo offriamo con intenzione di riparazione per i peccati.


Buona giornata a tutti :-)

sabato 29 marzo 2014

Dai Fioretti di San Francesco, Capitolo VII -


Come san Francesco fece una quaresima in una isola del lago di Perugia,dove digiunò 40 dì e 40 notti, e non mangiò più che un mezzo pane.


Il verace servo di Cristo san Francesco, perocchè in certe cose fu quasi un altro Cristo, dato al mondo per salute della gente, Iddio Padre il volle fare in molti atti conforme e simile al suo figliuolo Gesù Cristo; siccome ci dimostra nel venerabile collegio dei dodici compagni, e nel mirabile misterio delle sagrate istimate, e nel continuato digiuno della santa quaresima, la qual’egli fea in questo modo. 

Essendo una volta san Francesco, il dì del carnasciale, allato al lago di Perugia in casa d’un suo divoto, col quale era la notte albergato, fu inspirato da Dio, ch’egli andasse a fare quella Quaresima in un’ isola del lago; di che san Francesco pregò questo suo divoto che, per amor di Cristo, lo portasse colla sua navicella in un’isola del lago, ove non abitasse persona, e questo facesse la notte del dì della Cenere, sì che persona non se n’avvedesse, e costui per l’amore della grande divozione ch’ avea a san Francesco sollecitamente adempiette il suo priego e portollo alla detta isola, e san Francesco non portò seco se non due panelli. 
Ed essendo giunto nell’isola, e l’amico partendosi per tornare a casa, san Francesco il pregò caramente che non rivelasse a persona come fosse ivi, ed egli non venisse per lui se non il giovedì santo: e così si partì colui. 
E san Francesco rimase solo: e non essendovi nessuna abitazione nella quale si potesse riducere, entrò in una siepe molto folta, la quale molti pruni e arboscelli aveano acconcio a modo d’uno covacciolo, ovvero d’una capannetta; ed in questo luogo si puose in orazione a contemplare le cose celestiali. E ivi stelle tutta la quaresima, senza mangiare e senza bere altro che la metade d’uno di quelli panelli, secondo che trovò il suo divoto il giovedì santo, quando tornò a lui; il quale trovò di due panetti uno intiero, e l’altro mezzo. 
Si crede che san Francesco non mangiasse per riverenza del digiuno di Cristo benedetto, il quale digiunò quaranta dì e quaranta notti, senza pigliare nessuno cibo materiale; e così con quel mezzo pane cacciò da sè il veleno della vanagloria, e ad esempio di Cristo digiunò quaranta dì e quaranta notti ; e poi in quello luogo dove san Francesco avea fatta così maravigliosa astinenza fece Iddio molti miracoli per li suoi meriti; per la qual cosa cominciarono gli uomini a edificarvi delle case e abitarvi; e in poco tempo si fece un castello buono e grande, ed evvi il luogo de’ frati, che si chiama il luogo dell’Isola; e ancora gli uomini e le donne di quello castello hanno grande riverenza e divozione in quello luogo dove san Francesco fece la detta quaresima.



‌‌‌‌Strappa da te la vanità, non fu luomo
A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
‌‌‌‌Strappa da te la vanità, ti dico strappala.

(Ezra Pound, Canti Pisani - LXXXI)



Se sei in condizione di sopportare il digiuno, farai bene a digiunare qualche giorno in più di quelli che comanda la Chiesa; perché, oltre all’effetto ordinario del digiuno, che è quello di liberare lo spirito, sottomettere la carne, praticare la virtù e accrescere l’eterna ricompensa in cielo, il digiuno ci dà modo di dominare i nostri appetiti, e mantenere la sensualità e il corpo sottomessi allo spirito; e anche se i digiuni non saranno molti, il nemico quando si accorgerà che sappiamo digiunare, ci temerà di più.
Il mercoledì, il venerdì e il sabato sono i giorni che i primi cristiani più facilmente consacravano alla astinenza: scegline uno tra di essi per digiunare, secondo quanto ti consiglierà la tua devozione e la discrezione del tuo direttore spirituale.

- San Francesco di Sales - 



Buona giornata a tutti :-)







mercoledì 16 gennaio 2013

Il digiuno che piace al Signore



Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive nel fratello.


Digiuna dall’amarezza del risentimento:
riempiti di generosità nel perdono.


Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano ed edificano.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di attenzione per gli altri.


Digiuna dal pensare alle cose grandi:
riempiti di attenzione per quelle piccole.
Digiuna dalle parole vuote e inutili:
riempiti della Parola di verità.


Digiuna dalla tristezza:
riempi il tuo volto di gioia.
Digiuna dallo scoraggiamento:
riempiti di entusiasmo nella fede.


Digiuna dalle paure:
riempi la tua vita della presenza di Dio.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.


Digiuna dall’essere pretenzioso:
riempiti di gratitudine per il molto che hai.
Digiuna dalle reazioni emotive:
riempiti di pazienza, tolleranza e autocontrollo.


Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.


Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall’ansia per le tue cure:
riempiti del gusto dell’essenziale.


Digiuna dal catastrofismo:
riempiti dello sguardo di Dio salvatore.
Digiuna dalle tue voglie smodate:
riempiti del gusto della volontà di Dio.


Digiuna dal pensiero di essere un arrivato:
riempiti del senso del tuo limite e del provvisorio.
Digiuna da tutto ciò che ti allontana da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a lui ti avvicina.




"Il sentimento di angoscia dovuto all’urgenza dei problemi (sociali) non deve far perdere di vista ciò che è essenziale, né far dimenticare la risposta di Gesù al Tentatore (Mt 4,4): “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (cf. Dt 8,3). Così alcuni, di fronte all’urgenza di condividere il pane, sono tentati di dimenticare e rinviare al domani l’evangelizzazione: prima il pane, e poi la Parola. È un errore fondamentale separare, anzi contrapporre le due cose. D’altra parte, il senso cristiano suggerisce spontaneamente a molti di fare l’una e l’altra." (Benedetto XVI) 



La noia è la malattia delle persone felici; i disgraziati non si annoiano hanno troppo da fare. (Abel Dufresner). 




Se potete, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. (Romani 12,18)