Visualizzazione post con etichetta anonimo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta anonimo. Mostra tutti i post

mercoledì 1 giugno 2016

Preghiera di una donna in cucina

Signore,
padrone delle pentole, dei piatti e delle casseruole,
fra cui io passo la mia giornata,
io non posso essere la santa che medita seduta ai piedi del Maestro
 e che ricama per Lui,
con mani candide, una candida veste di broccato.
Bisogna che io diventi una santa qui, in cucina.
Perciò fà in modo che io ti piaccia quando accendo i fornelli,
 quando sorveglio la minestra sul fuoco;
quando lavo i piatti o li asciugo.
Se ho le mani di Marta, che il mio cuore sia quello di Maria.
Quando lavo per terra, inginocchiata,
penso alle tue mani che hanno sanato tante piaghe ed assolto i nostri torti.
Se lucido le scarpe, penso ai tuoi sandali, Signore.
Scusami se non ho il tempo di pregare a lungo.
 Riscalda la mia casa con il Tuo cuore.
Non lasciarmi sola quando sono triste, e abbi pazienza con me, ascoltami,
se qualche volta, stanca, mi lamento.
Quando servo a tavola il pranzo che ho preparato, accettalo anche Tu,
perchè in ognuno dei miei cari

io servo Te, o mio Signore.


Cristo nella casa di Marta e Maria - Jan Brueghel (1601-Anversa, 1678) 

Donne... senza passato, senza futuro...
Donne con la sofferenza scritta nelle rughe del viso...
Donne che lottano... che pregano, 
anche se spesso non sanno chi...
Donne in ginocchio pronte ad umiliarsi 
per un amore non corrisposto...
Che sorridono davanti ai figli e piangono in silenzio nel buio...
Che credono in ciò che gli racconti...
che venerano un uomo come un Dio, ma Dio non è...
Donne coraggio che scendono in campo a difenderti e...
che sanno esserti accanto e coccolarti 
anche quando tu le rinneghi...
Donne che conoscono l'amore perché
è quello che ogni giorno donano a chi spesso non lo merita...
Donne che sanno perdonare, che sanno capire i tuoi sbagli e...
che ci credono ancora non una ma mille volte ancora...
Donne che deluse non ne possono più e tirano fuori...
tutta la loro rabbia, le loro ferite, 
il loro orgoglio calpestato e deriso...
Donne che sanno dire basta...
che ricordano come si fa a dire "No"...
e che lentamente, a fatica, con coraggio
riprendono in mano le redini della loro vita...
per essere poi ancora più forti, più dolci, più vere...
e... nuovamente pronte ad Amare...
Perché le donne vere sanno amare, amare e sempre amare...
Le donne non si dimenticano!!

S. Patrucco


Cercare di vivere serenamente significa essere semplici d’animo.
Capire e amare l’essenza delle cose.
Conoscere e meravigliarci di tutto ciò che ci circonda.
Godere delle piccole cose, dei piccoli gesti.
Vivere come ci suggerisce il cuore.
Salvaguardando e valorizzando la nostra unicità.
Accettandoci come siamo, cercando di migliorarci.
Vivendo sereni.
Riconoscendo e gioendo di ogni istante di felicità.
Perché quegli istanti sono la nostra vita.

- Agostino Degas -



Buona giornata a tutti. :-)





venerdì 20 maggio 2016

Il cane e l'asino -

Un giorno un taglialegna andava nel bosco con il proprio cane e il proprio asino. Il cammino era assai lungo e faticoso. A un certo punto della giornata il taglialegna si fermò in una radura, all'ombra di un faggio, dove si sdraiò e si addormentò beatamente.
Intanto l'asino si mise a brucare l'erba.
Il cane chiese all'asino: "Abbassati un attimo, nel paniere che hai sul dorso c'è del pane, lascia che ne prenda un pezzo, perché ho fame".
L'asino non voltò nemmeno il capo, non voleva perdere neanche un minuto, neanche un filo di quella soffice erba, il suo stomaco doveva riempirsi… Era così stanco!
Poi rispose a bocca piena: "Aspetta che si svegli il padrone, ti darà lui da mangiare". In quel momento sbucò dal margine del bosco un lupo che, a fauci spalancate, si avventò sull'asino.
L'asino chiese aiuto al cane: "Caro cane, aiutami, amico mio! ".
Il cane rispose: "Sono così stanco a affamato. Aspetta che il padrone si svegli, ti aiuterà lui"…
Povero asino, con la zampa sanguinante capì che ogni gentilezza e ogni favore bisogna farli a tempo debito, quando l'amico ne fa richiesta.

Solo così nasce la vera amicizia e la ricompensa…



L'amore non nasce da uno sforzo di volontà, riservato ai più bravi; l'amore viene da Dio, non dalla mia bravu­ra: amare comincia con il lasciarsi amare. Non sia­mo più bravi degli altri, siamo più ricchi. Ricchi di Dio.

- Padre Ermes Ronchi - 


Quanto è difficile parlare di pace oggi! 
Ci siamo illusi, nei decenni scorsi, di potere immaginare un mondo basato sulla reciproca tolleranza e sul rispetto delle diversità. 
L'inizio del terzo millennio, invece, ci ha posti davanti alla cruda realtà di un mondo in perenne lotta, in continua guerra. 
La pace, così tanto agognata, frutto della giustizia, come scrive il profeta Isaia, resta una chimera. Anche chi ha alzato forte la voce per chiedere la pace, spesso si è trovato a farlo con toni combattivi. Gesù, oggi, ci offre una soluzione, una differente chiave di lettura: la pace è suo dono ed è diversa da quella che propone il mondo. È suo dono: non solo una conquista ma l'accoglienza di una prospettiva diversa. Possiamo diventare testimoni di pace perché pacificati nel nostro intimo, possiamo costruire spazi di dialogo perché abbiamo un orizzonte di riferimento, il sogno di Dio. La pace, allora, va anzitutto coltivata in noi stessi, lasciando che sia la Parola a convertirci, mettendo noi a fuoco i nostri peccati e chiedendone perdono al Signore. 
Con un cuore pacificato diventeremo capaci, allora, di accogliere l'altro nella sua dimensione più profonda.

- Paolo Curtaz - 



Salve, o saldo fondamento della fede; 
Salve, o splendido contrassegno della grazia!
Salve, Tu per cui fu spogliato l'inferno; 
Salve, Tu per cui fummo rivestiti di gloria!
Salve, o voce perpetua degli Apostoli; 
Salve, o degli atleti invincibile coraggio!
Salve, o difesa contro i nemici invisibili; 
Salve, o ingresso alle porte del Paradiso!
Salve, perchè i cieli rallegransi insieme con la terra;
Salve, perché la terra tripudia insieme con i cieli!
Amen. 

Ave Maria!


Buona giornata a tutti, :-)


seguimi sul mio canale YouTube





sabato 7 maggio 2016

Un po' di zucchero


Mancavano, cinque minuti, alle sedici!
Trenta bambini, tutti della Quinta Elementare, quel pomeriggio, erano, eccezionalmente, irrequieti: agitati, emozionati, chiassosi, rumorosi...

Alle ore sedici, in punto, arrivò la maestra, per iniziare l’esame scritto, di Catechismo: i promossi sarebbero stati ammessi, alla Prima Comunione, esattamente una settimana dopo!
Immediatamente, un silenzio generale piombò, nella sala, dove erano seduti i bambini, in attesa delle domande!
Prima domanda:
"Chi mi sa dire, con parole sue, chi è Dio?", cominciò, a dettare, la maestra...
Seconda domanda:
"Come fate, a sapere, che Dio esiste, se nessuno l’ha mai visto?".
Dopo venti minuti, tutti avevano consegnate le risposte!
La maestra lesse, ad una ad una, le prime ventinove: erano, più, o meno, ripetizione, di parole dette, e ascoltate, molte volte!
"Dio è nostro Padre: ha fatto la terra, il mare, e tutto ciò che esiste!".
Le risposte erano esatte, per cui si erano guadagnati la promozione, alla Prima Comunione...
Poi, chiamò Ernestino, un piccolo, vispo, bambino biondo: lo fece avvicinare al suo tavolo, e gli consegnò il suo foglietto, dicendogli di leggerlo, ad alta voce, davanti a tutti i suoi compagni!
Ernestino, temendo una pesante umiliazione, davanti a tutta la classe, con la conseguente bocciatura, cominciò a piangere...
La maestra lo rassicurò, e lo incoraggiò!
Singhiozzando, Ernestino, lesse: "Dio è come lo zucchero, che la mamma, ogni mattina, scioglie nel latte, per prepararmi la colazione! Io non vedo lo zucchero, nella tazza, ma, se la mamma non lo mette, ne sento, subito, la mancanza... Ecco, Dio è così, anche se non lo vediamo! Se lui non c’è, la nostra vita è amara: è senza gusto!".
Un applauso forte riempì l’aula, e la maestra ringraziò Ernestino, per la risposta, così originale, semplice, e vera...
Poi, completò: "Vedete, bambini: ciò, che ci fa saggi, non è il sapere molte cose, ma l’essere convinti, che Dio fa parte, della nostra vita!".

"Se la nostra vita è amara, forse, è perché manca lo zucchero...".



La fiducia non si acquista per mezzo della forza. 
Neppure si ottiene con le sole dichiarazioni. 
La fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti. 

- San  Giovanni Paolo II, papa - 



O graziosa Bambina,
nella felice tua nascita hai rallegrato il Cielo,
consolato il mondo, atterrito l'inferno;
hai recato sollievo ai caduti, conforto ai mesti,
salute ai malati, la gioia a tutti,
Ti supplichiamo:
rinasci spiritualmente in noi,
rinnova il nostro spirito a servirti;
riaccendi il nostro cuore ad amarti,
fà fiorire in noi quelle virtù
con le quali possiamo sempre più piacerti.
O grande piccina Maria, sii per noi "Madre",
conforto negli affanni, speranza nei pericoli,
difesa nelle tentazioni, salvezza nella morte.


Amen.



























Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 22 aprile 2016

Il vero tempo

Un turista si fermò, per caso, nei pressi di un grazioso villaggio, immerso nella campagna.
La sua attenzione fu attirata dal piccolo cimitero: era circondato da un recinto di legno lucido e c'erano tanti alberi,  uccelli e fiori incantevoli.


Il turista s'incamminò lentamente in mezzo alle lapidi bianche, distribuite a "casaccio" in mezzo agli alberi. Cominciò a leggere le iscrizioni.

La prima: Giovanni Tareg, visse 8 anni, 6 mesi, 2 settimane e 3 giorni. Un bambino così piccolo seppellito in quel luogo... Incuriosito, l'uomo lesse l'iscrizione sulla pietra di fianco; diceva: Denis Kalib, visse 5 anni, 8 mesi e 3 settimane. Un altro bambino... Una per una, prese a leggere le lapidi.
Recavano tutte iscrizioni simili: un nome e il tempo di vita esatto del defunto, ma la persona che aveva vissuto più a lungo aveva superato a malapena gli undici anni... Si sentì pervadere da un grande dolore, si sedette e scoppiò in lacrime.

Una persona anziana, che stava passando, rimase a guardarlo piangere in silenzio e poi gli chiese se stesse piangendo per qualche famigliare.
«No, no, nessun famigliare!», disse il turista. «Ma che cosa succede in questo paese?
Che cosa c'è di così terribile da queste parti? Quale orribile maledizione grava su questa gente, per cui tutti muoiono bambini?». 

L'anziana sorrise e disse: «Stia sereno. Non esiste nessuna maledizione.

Semplicemente qui seguiamo un'antica usanza. Quando un giovane compie quindici anni, i suoi genitori gli regalano un "quadernetto", come questo qui che tengo appeso al collo.

Ed è tradizione che a partire da quel momento, ogni volta che uno di noi vive intensamente qualcosa, apre il "quadernetto" e annota quanto tempo è durato il momento di intensa e profonda felicità. 
Si è innamorato... Per quanto tempo è durata la grande passione? Una settimana? Due? Tre settimane e mezzo?
E poi... l'emozione del primo bacio quanto è durata? Il minuto e mezzo del bacio? Due giorni? Una settimana? 

E la gravidanza o la nascita del primo figlio? E il matrimonio degli amici? E il viaggio più desiderato? E l'incontro con il fratello che ritorna da un paese lontano? E la soddisfazione per un lavoro fatto bene? Per quanto tempo è durata la felicità di quelle situazioni? Ore? Giorni? 
E così continuiamo ad annotare sul "quadernetto" ciascun momento, in cui assaporiamo la felicità e la gioia di vivere. 
Quando qualcuno muore, è nostra abitudine aprire il suo "quadernetto" e sommare il tempo in cui ha assaporato una soddisfazione piena e perfetta, per scriverlo sulla sua tomba».«E perché? », disse il turista.
«Perché secondo noi quello è l'unico, vero tempo vissuto...».



Vive veramente solo colui che è capace di amare, perché si affida a Dio!
Tu, quanto tempo della tua vita hai, finora, veramente vissuto?"...




“Potrei dire a quell’attimo: fermati dunque sei così bello." 

- J. W. Goethe - 
Faust II, atto V


E tu lo sai cosa sia il tempo?
"Che cosa è, allora, il tempo?
Se nessuno me lo chiede, lo so;
se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so.

dal Libro XI de "Le confessioni" di S. Agostino



Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro.
La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene.
Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.

- Lucio Anneo Seneca -
da: "Lettere a Lucilio"



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




domenica 17 aprile 2016

La barchetta

Un ragazzo aveva fatto una barchetta e mostrandola diceva: “È mia, l’ho fatta io”. Un giorno, tutto giubilante, portò la sua barchetta sulla riva del lago e la fece galleggiare nell’acqua limpida. 
Improvvisamente una raffica di vento investì la barchetta portandola lontano fino a farla scomparire completamente. Il ragazzo ritornò a casa tutto triste senza quel suo gran tesoro andato perduto.
Passarono settimane e mesi. Poi un giorno il ragazzo, passando davanti ad un negozio di giocattoli, vide, incredibilmente, proprio la sua barchetta. 
Era proprio la sua. Pieno di gioia, il ragazzo entrò nel negozio come un razzo e raccontò al proprietario la storia della barchetta esposta: essa era veramente di sua proprietà, perché l’aveva fatta lui.
“Mi dispiace - disse il proprietario del negozio - ma ora la barchetta è mia. Se la vuoi devi pagarla”.
Rattristatosi, il ragazzo uscì dal negozio. Era deciso a riavere la sua barchetta, anche se ciò significava lavorare e risparmiare fino ad avere il denaro sufficiente. Finalmente quel giorno arrivò: con il denaro in mano entrò nel negozio, mise la somma guadagnata con tanta fatica sul bancone e disse, rivolgendosi al negoziante: “Sono tornato per comperare la barca; ora è mia”. E mentre usciva, continuava a dire felice: “Tu sei mia. Due volte mia. “Mia” perché ti ho fatta, “mia” perché ora ti ho comperata”.

Dio, non solo ti ha creato, ma in Cristo egli ha inoltre pagato il prezzo per comprarti e farti nuovamente suo.




 Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente solo perché poteva fare troppo poco. 

- Edmund Burke - 





"Essere cristiani significa considerare la via di Gesù Cristo come la via giusta per l’essere uomini – come quella via che conduce alla meta, ad un’umanità pienamente realizzata e autentica (...). . L’uomo può scegliere una via comoda e scansare ogni fatica. Può anche scendere verso il basso, il volgare. Può sprofondare nella palude della menzogna e della disonestà. Gesù cammina avanti a noi, e va verso l’alto. Egli ci conduce verso ciò che è grande, puro, ci conduce verso l’aria salubre delle altezze: verso la vita secondo verità; verso il coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti; verso la pazienza che sopporta e sostiene l’altro. Egli conduce verso la disponibilità per i sofferenti, per gli abbandonati; verso la fedeltà che sta dalla parte dell’altro anche quando la situazione si rende difficile. Conduce verso la disponibilità a recare aiuto; verso la bontà che non si lascia disarmare neppure dall’ingratitudine. Egli ci conduce verso l’amore – ci conduce verso Dio"

(papa Benedetto XVI)

Domenica delle Palme 2010




 «Dio eterno, immenso, che tutto dà, che tutto può, mi si è rivelato, in certo modo, nelle opere di creazione. 
L'ho ve­duto, Dio, quasi furtivamente e da lon­tano, come Mosè; l'ho visto e sono rima­sto muto, attonito di ammirazione e di stupore. 
Ho saputo scoprire una qualche or­ma dei suoi piedi nelle opere della crea­zione ed in queste opere, fatte dalla sua mano, anche nelle più piccole, in quelle che parrebbero nulle, quale perfezione inesplicabile!
« L'utilità che a noi da esse deriva, at­testa la bontà di Colui che le ha fatte. 
« La loro bellezza e la loro armonia di­mostrano la sapienza di Lui.
« La conservazione e la fecondità ine­sauribile proclamano la sua potenza. 
O Signore, quanto sono magnifiche le ope­re tue! Non le ha conosciute lo stolto e non vi ha posto mente».

- Car­lo Linneo -
naturalista svedese



Buona giornata a tutti. :-)




sabato 3 ottobre 2015

La formica n. 49.783.511 -

Un formicaio ai piedi di un vecchio abete. 
Milioni di formiche nere corrono senza sosta, perfettamente organizzate. Sezione trasporto aghi e foglie; sezione ricerca semi, insetti, larve; sezione allevamento e cura piccoli; comitato difesa dagli assalti...
Un giorno la formica n. 49.783.511 si fermò. 
Ansimando s'appoggiò al lungo ago che stava trascinando e alzò lo sguardo. 
Si sentiva svenire... abituata a scansare i fili d'erba, i sassolini, i bruchi, ora i suoi occhi si smarrivano nell'azzurro immenso del cielo, il cuore le scoppiava d'emozione guardando il grande tronco, i rami ordinati, il verde brillante.
"N. 49.783.511 - gridò il capo settore - gli altri sgobbano e tu poltrisci! T'assegno un quarto d'ora supplementare!".
La sera la formica n. 49.783.511 fece il recupero di lavoro. Poi mentre tutte s'infilavano nelle tane, restò fuori e scoprì le stelle. Un incanto!
Tutta la notte ebbe gli occhi pieni di luce. 
Da allora i turni supplementari aumentavano, ma lei non si preoccupava. Diceva a tutti: "Alzate gli occhi. c'è qualcosa di grande sopra di noi, non possiamo portare solo larve e semi. 
Non avete mai guardato nemmeno l'abete!".
La prendevano in giro: "Tu guardi e guardi, ma come riempiamo le riserve di cibo? Chi ripara la casa quando piove?".
La formica n. 49.783.511 lavorava, s'impegnava, rendeva bello il suo formicaio. Ma brontolavano lo stesso: "Se guardare il cielo fosse utile, dovresti essere più brava di noi, invece sei anche tu come noi. Le stelle non servono a niente".

Che volete, per capire che cos'è guardare il cielo bisogna provare, spiegare non si può.
Hai mai provato a spiegare la preghiera? C'è sempre un tizio pieno di "saggezza", che ti risponde: "uomo n. 789.451.331 smettila. Bisogna studiare, lavorare, produrre; fare sport per mantenersi sani; bisogna cambiare il mondo, avere mentalità scientifica; bisogna divertirsi, essere moderni...".

Il formicaio umano va avanti. Io credo d'essere importante perché porto aghi d'abete, o rivoluzionario perché faccio confusione.
E non ho il coraggio di guardare il cielo.





Prova a guardarti intorno e cerca la causa più profonda della felicità umana, cerca le persone che sono veramente felici.
Sono felici i ricchi, coloro che hanno successo, chi ha potere, chi vive nell'ozio, nel baccano, nel piacere?
Se guardi con una certa attenzione, sotto le apparenze, ti accorgi che non sempre chi ha è felice, anzi spesso succede esattamente l'opposto, chi ha qualcosa ha sempre paura di perderlo, quindi ansia, tristezza, apprensione sono i suoi compagni.
Quando invece ti è capitato di trovare delle persone felici, a qualunque ceto appartengano, forse ti sei accorto che sono persone che hanno una profonda interiorità, sono persone che sanno vedere e godere delle piccole cose, sono dotate di una grande semplicità. 
Le persone felici mancano di invidie insensate, non sono impazienti, ansiose, esaltate. 
Quasi sempre possiedono anche una buona dose di umorismo e sanno sorridere anche di se stessi.



E' la cosa più facile del mondo possedere questa vita e questa gioia: devi soltanto credere e amare; eppure c'è gente che consuma la propria vita in immani fatiche, difficoltà e sacrifici per ottenere cose che rendono la vera vita impossibile. 

- Padre Thomas Merton -



Buona giornata a tutti. :-)

venerdì 11 settembre 2015

Una leggenda

Era un sabato mattina e tutti i colori uscirono per andare al mercato.
“Buongiorno, signor Blu” disse il Signor Arancione.
“Buongiorno a Lei signor Arancione, ha visto che bel cielo azzurro oggi?”.
“E' solo azzurro! Io sono più bello, perché sono arancione: il colore della vitalità, delle vitamine, delle carote e delle arance!”.
“Ma che vi viene in mente?”, interviene il signor Verde, “Io sono il colore più bello: sono il colore dei prati e delle foglie degli alberi!”.
“Vorreste che fosse vero! In realtà, sono io il colore più affascinante, perché sono il rosso, il colore della passione! Tutti i cuoricini che disegnano i bambini sono di questo colore, sono il colore dell'amore!”.
“Anch'io sono disegnato spesso dai bambini, cari Signori! Sono il Giallo colore del sole!”.
I colori si mettono a litigare: "Sono io il più bello...". "Non è vero, sono io". 
E il cielo comincia a diventare grigio. 
Le nuvole spuntano all'orizzonte e… Boom! 
I tuoni si fanno sentire e sono molto arrabbiati, perché i colori non dovrebbero litigare. Sono gli amici dei bambini, sempre presenti nei loro astucci e disponibili a farli divertire aiutandoli a inventare mille disegni! I colori impauriti dai tuoni e dai fulmini si abbracciano e nello stesso istante spunta il sole da dietro una nuvola. Ed ecco la magia: appare un meraviglioso arcobaleno in cui sono presenti tutti i colori.
I Signori Colori hanno capito che tutti sono belli e importanti e, infatti, l'arcobaleno non sarebbe così stupendo se fosse composto da un unico e solo colore: è bellissimo proprio perché lo compongono tutti insieme, in un affettuoso e suggestivo abbraccio.



"Il tempo che ti è assegnato è così breve che se perdi un secondo hai già perduto tutta la vita, perché non dura di più, dura solo quanto il tempo che perdi. 
Se dunque hai imboccato una via, prosegui per quella, in qualunque circostanza, non puoi che guadagnare, non corri alcun pericolo, alla fine forse precipiterai, ma se ti fossi voltato indietro fin dopo i primi passi e fossi sceso giù per la scala, saresti precipitato fin da principio, e non forse, ma certissimamente."

- Franz Kafka - 
da: "Patrocinatori" (Fürsprecher), racconto breve, 1922



Sono sempre felice sai perché? 
Perché io non aspetto niente da nessuno. L’attesa fa sempre male. 
I problemi non sono eterni e hanno sempre una soluzione. L'unica cosa che non ha soluzione è la morte. 
Non permettere a nessuno di offenderti, di umiliarti. Non devi assolutamente farti abbassare l'autostima. 
Le urla sono l'arma dei vigliacchi, di coloro che non hanno ragione. Troverai sempre persone che ti vogliono dare la colpa del loro fallimento ma ognuno avrà ciò che merita. Goditi la vita, perché è molto breve, amala pienamente, e sii sempre felice e sorridente, vivi la tua vita intensamente. 
E ricorda: prima di discutere, respira; prima di parlare, ascolta; prima di criticare, esaminati; prima di scrivere, pensa; prima di far male, senti; prima di arrenderti, prova; Prima di morire, vivi.

erroneamente attribuita dal web a  W.Shakespeare





Buona giornata a tutti. :-)



sabato 8 agosto 2015

Il frutto nella fontana -

Una donna si recò alla fontana, piccolo specchio tremolante, limpidissimo, tra gli alberi del bosco.
Mentre s'apprestava a immergere l'anfora per attingere l'acqua, la donna vi scorse un grosso frutto roseo, cosi bello che pareva dire: "Prendimi!"
Allungò il braccio per afferrarlo, ma quello sparì, come nuotando, e riapparve soltanto quando la donna ritirò la mano dall'acqua. Così per due o tre volte.
Allora la donna pensò di prosciugare la fontana e si mise al lavoro per estrarre l'acqua. Lavorò a lungo, sempre tenendo d'occhio il frutto misterioso. Ma quando ebbe estratto tutta l'acqua s'accorse che il frutto non c'era più.
Delusa per quell'incantesimo, stava per tornarsene a casa, quando udì una voce tra gli alberi. Un uccelletto posato sui rami più bassi parlava:
-Perchè cerchi laggiù nel pantano? Guarda in alto. Il frutto è lassù.
La donna alzò gli occhi e, appeso ad un ramo sopra la fontana, scorse il bellissimo frutto, di cui nell'acqua aveva visto solo il riflesso...

(Favole africane)

>> il frutto riflesso nell'acqua è simbolo dei beni illusori e irraggiungibili che spesso inseguiamo, ricerchiamo la felicità nel possesso di un oggetto o di un luogo.
Ma spesso rimaniamo delusi, poichè ricerchiamo la felicità nella direzione sbagliata <<



Lo stile di Dio è la «semplicità»: inutile cercarlo nello «spettacolo mondano». Anche nella nostra vita egli agisce sempre «nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole»... «Volevano lo spettacolo». 
Ma «lo stile del buon Dio non è fare lo spettacolo: Dio agisce nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole»...
Perché «il Signore fa le cose semplicemente. 
Ti parla silenziosamente al cuore.

- papa Francesco -





Il silenzio è una spada nella lotta spirituale; non raggiungerà mai la santità un'anima ciarliera. 

- Santa Faustina Kowalska -






Buona giornata a tutti :-)