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mercoledì 18 maggio 2016

Il problema è di non fare il gioco delle tre carte ... - Paolo Crepet

"Il problema è di non fare il gioco delle tre carte... 
C’è un problema: in quale pancia nasce un bambino... 
Questo è un problema che non è un problema giuridico, è innanzi tutto un problema psicologico, perché voi siete mamme e non ve lo devo dire io che quei nove mesi non sono solo una questione di crescita biologica: ci sono migliaia e migliaia di studi che testimoniano che tra la mamma e quel bambino che ha in pancia si stabilisce una relazione affettiva... 
Questa cosa succede anche con la adozioni: prendi un bambino e lo porti dall’Ucraina, piuttosto che dal Brasile... quando comincia ad avere 15, 16 anni ti fa una domandina, che è una domandina fondamentale: «Io di chi sono figlio?...
Vi assicuro che ci sono problemi su come si risponde a questa domanda, perché esiste un diritto fondamentale del bambino, visto che parlate di bambini, di sapere chi è la mia mamma e di volerla conoscere...
Cosa gli dici?... 
Sei nato da una monetina che ho tirato su... sono andata alla banca del seme?»...
Su una donna che non potendo avere un figlio chiede a un’altra donna di poter ospitare l’ovulo: «Orribile!... Nazismo... nazismo puro!... 
Voi parlate dei diritti degli adulti e non parlate dei diritti dei bambini... 
Mettiamo che la biotecnologia ci permetta - ci siamo già - di fare qualsiasi cosa: tu puoi avere un figlio a 65 anni, perché trovi un utero da qualche parte, nel mondo... lo troverai, perché anche questa è una cosa odiosa, perché queste cose qui sono fatte sulla base del censo... perché chi è che va in Canada a pagarsi quella roba lì?... 

Il figlio dell’operaio?... Cosa fa?... Difende la scelta dei miliardari?"...

- Paolo Crepet - 

psichiatra e sociologo
dalla trasmissione Tagadà, 12 gennaio 2016 su LA7




"Analogamente al piccolo dello scimpanzé, anche il bebè umano non è né "vincolato al nido" né "smanioso di uscirne": è un essere "unito alla madre", che in origine rimaneva costantemente attaccato a lei, in un modo o nell'altro, e vi rimane tuttora presso i popoli primitivi. 
Tutto il comportamento del neonato è disposto per questa forma di unione. Contrariamente a quanto si sente affermare di frequente, l'uomo non è fisiologicamente immaturo alla nascita. 
Dovremmo dire piuttosto che fin dal momento della nascita dispone di tutte quelle forme di movimento che gli sono consentite dal fatto di vivere sul corpo della madre alla quale si aggrappa saldamente, soprattutto, com'è facile notare, ai capelli. Soltanto la separazione dalla madre fa di lui un essere importante nel vero significato della parola. 
La nostra usanza di deporre i lattanti nel lettino è antibiologica e lo confermano gli strilli che l'"abbandonato" lancia più spesso dei bambini primitivi, e il nostro impiego di "simulatori del contatto" che lo tranquillizzano, ingannandolo con la parvenza dell'immediata vicinanza materna, vale a dire la tettarella o il dondolio della culla o della carrozzina."

- Wolfgang Wocler -
da: Gli animali questi peccatori



Madre surrogata. Utero in affitto. Parole tirate per i capelli, per dire una realtà che non è umana. [...] Nessuno qui condanna il desiderio di maternità o paternità, ci mancherebbe. Ma i figli non sono un diritto, sono un dono, e se la scienza ci può aiutare è chiaro che deve avere dei limiti. I figli devono avere un solo padre e una sola madre (un aggravante per l'orribile spettacolo degli omosessuali che abbracciano il loro figlio peluche), e dover dimostrare la cosa è talmente ridicolo che davvero sembra siano arrivati i tempi – direbbe Chesterton – in cui "tutto diventerà un credo... fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro, spade sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"... 

- Costanza Miriano - 



A questo cimitero di vittime della crudeltà umana nel nostro secolo si aggiunge ancora un altro grande cimitero: il cimitero dei non nati, cimitero degli indifesi, di cui perfino la propria madre non conobbe il volto, acconsentendo, oppure cedendo alla pressione, perché venisse loro tolta la vita ancora prima di nascere. 

- San Giovanni Paolo II, papa -
(dall'omelia all'aeroporto militare di Radom, Varsavia, 4 giugno 1991)



O Vergine Maria, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l´ora del riposo: non abbandonarmi!
Riconosco e ringrazio per i doni
e le luci di questo giorno.
Metti la tua mano sui miei occhi
come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L´anima mia è stanca di affanni,
e di tristezze.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta i miei pensieri e dolce sarà il mio riposo;
se tu mi benedici, domani,
con il sorriso riprenderò il nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore,
perché vegli nella notte e canti a Dio un amore eterno.
Amen



Buona giornata a tutti. :-)

sabato 11 luglio 2015

da: "L’embrione, un uomo: etica e genetica" - Jerome Lejeune

Voi sapete che vi sono in Australia dei bipedi, grandi più o meno come noi, dal pelo rossastro che, abitualmente, abortiscono i loro piccoli al secondo mese. Si tratta dei canguri.
Abortito spontaneamente al secondo mese, il piccolo canguro assomiglia ad una piccola salsiccia che misuri circa 2,5 cm di lunghezza. 
Gli arti sono ridotti ad un piccolo unghione sulla zampa anteriore, uno su quella posteriore, ed esso conosce solo la sensazione della pesantezza.
Espulso dalla vagina con l’aborto spontaneo, esso s’aggrappa alla pelliccia della madre e, sapendo lottare contro la pesantezza, sale in verticale automaticamente fino al marsupio e vi cade dentro, e vi resterà per sette mesi finendo il suo sviluppo, che assomiglia abbastanza, nella durata, allo sviluppo d’un piccolo essere umano.
Ciò che è straordinario, per il biologo, è il fatto che nel piccolo cervello d’una madre canguro la natura abbia, anche se non so come, iscritto una sorta di concetto di ‘cangurosità’ del piccolo canguro. 
Poiché questa piccola salsiccia è il solo animale ch’essa lasci entrare nel suo marsupio. 
Se un topo volesse installarvisi, essa lo eliminerebbe rapidamente.
Allora io mi dicevo che se la natura, in un cervello tanto piccolo quanto quello della madre canguro, ha inscritto la nozione che si tratta d’un membro della sua specie, che è suo figlio, mi sembra completamente impossibile che nel litro e mezzo che noi abbiamo nella nostra scatola cranica la natura non abbia posto un’intelligenza sufficiente per rendersi conto che i piccoli uomini non sono altro che uomini piccoli.
E tuttavia noi tutti qui apparteniamo ad una nazione che fu da lungo tempo civilizzata, e che ha abrogato con un voto ciò che tutti i medici avevano costantemente giurato, vale a dire: 
“Io non darò a nessuno, neppure se pregato, del veleno; parimenti non fornirò mezzi abortivi ad una donna”. 
(...)

- Jerome Lejeune -



“La compassione per i genitori è un sentimento che ogni medico dovrebbe avere. 
L'uomo che riesce ad annunciare a dei genitori che il loro bambino è gravemente malato senza sentire il cuore schiantarsi al pensiero del dolore che li assalirà, non è degno del suo mestiere. 
Non è commettendo un crimine che si protegge qualcuno da una disgrazia. 
E uccidere un bambino è semplicemente omicidio. 
Non si dà sollievo al dolore di un essere umano uccidendone un altro. 
Quando la medicina perde tale consapevolezza, non è più medicina.” 

- Jerome Lejeune - 




“Informazione è sostanzialmente qualcosa di immateriale, è pensiero, è parola. 
Al momento del concepimento, il pensiero, la parola, diviene carne, individuo vivente appartenente alla specie umana. Et verbum caro factum est.” 

- Jerôme Lejeune - 





"Non scoraggiate mai qualcuno che si sta impegnando per fare dei progressi. Non importa quanto lentamente migliora." 

- Platone - 


Buona giornata a tutti. :-)








mercoledì 29 aprile 2015

da: "Lettera a un bambino mai nato" - Oriana Fallaci

Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla. 
Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d'un tratto, in quel buio, s'è acceso un lampo di certezza: sì, c'eri. Esistevi. 
È stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore. E quando ha ripreso a battere con tonfi sordi, cannonate di sbalordimento, mi sono accorta di precipitare in un pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante. Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. 
Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. 
Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. 
Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. 
È paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio ventre. 
Non sono mai stata pronta ad accoglierti, anche se ti ho molto aspettato. Mi son sempre posta l'atroce domanda: e se nascere non ti piacesse? E se un giorno tu me lo rimproverassi gridando "Chi ti ha chiesto di mettermi al mondo, perché mi ci hai messo, perché?". 
La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele. Come faccio a sapere che non sarebbe giusto buttarti via, come faccio a intuire che non vuoi essere restituito al silenzio? Non puoi mica parlarmi. 
La tua goccia di vita è soltanto un nodo di cellule appena iniziate. Forse non è nemmeno vita ma possibilità di vita. Eppure darei tanto perché tu potessi aiutarmi con un cenno, un indizio. 
La mia mamma sostiene che glielo detti, che per questo mi mise al mondo. 
La mia mamma, vedi, non mi voleva. Ero incominciata per sbaglio, in un attimo di altrui distrazione. E perché non nascessi ogni sera scioglieva nell'acqua una medicina. Poi la beveva, piangendo. La bevve fino alla sera in cui mi mossi, dentro il suo ventre, e le tirai un calcio per dirle di non buttarmi via. Lei stava portando il bicchiere alle labbra. Subito lo allontanò e ne rovesciò il contenuto per terra. 
Qualche mese dopo mi rotolavo vittoriosa nel sole, e se ciò sia stato bene o male non so. Quando sono felice penso che sia stato bene, quando sono infelice penso che sia stato male. Però, anche quando sono infelice, penso che mi dispiacerebbe non essere nata perché nulla è peggiore del nulla. 
Io, te lo ripeto, non temo il dolore. Esso nasce con noi, cresce con noi, ad esso ci si abitua come al fatto d'avere due braccia e due gambe. 
Io, in fondo, non temo neanche di morire: perché se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente. 
Io temo il niente, il non esserci, il dover dire di non esserci stato, sia pure per caso, sia pure per sbaglio, sia pure per l'altrui distrazione. Molte donne si chiedono: mettere al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra. Forse hanno ragione loro. Ma il niente è da preferirsi al soffrire? 
Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente. E se allargo questo alla vita, al dilemma nascere o non nascere, finisco con l'esclamare che nascere è meglio di non nascere. Tuttavia è lecito imporre tale ragionamento anche a te? Non è come metterti al mondo per me stessa e basta? Non mi interessa metterti al mondo per me stessa e basta. Tanto più che non ho affatto bisogno di te.

- Oriana Fallaci -
da: "Lettera a un bambino mai nato", cap. 1



Le cose che il bambino ama
rimangono nel regno del cuore
fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita
è che la nostra anima
rimanga ad aleggiare
nei luoghi dove una volta
giocavamo.

- Kahlil Gibran - 




Neanche per un uomo la vita è facile, sai? Poiché avrai muscoli più saldi, ti chiederanno di portare fardelli più pesanti, ti imporranno arbitrarie responsabilità. Poiché avrai la barba, rideranno se tu piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza. Eppure, o proprio per questo, essere un uomo sarà un’avventura meravigliosa: un’impresa che non ti deluderà mai. Essere un uomo significa essere una persona.

- ‪Oriana Fallaci -
Da: “Lettera a un bambino mai nato”




Vigliacco. Ipocrita vigliacco.
Tu che le telefonavi soltanto perché lo buttasse via.
Tu che per due mesi sei rimasto nascosto come un disertore.
Tu che sei andato da lei solo perché ti ho pregato.
Fate sempre così, vero? Vi spaventate e ci lasciate sole e al massimo tornate da noi in nome della paternità.
Tanto che vi costa la paternità?
Un ventre sfasciato da un ingrossamento ridicolo?
La pena del parto, la tortura dell’allattamento?
Il frutto della paternità vi viene scodellato dinanzi come una minestra già cotta, posato sul letto come una camicia stirata.
Non avete che da dargli un cognome se siete sposati, neanche quello se siete fuggiti.
Ogni responsabilità è della donna, ogni sofferenza, ogni insulto.
Puttana, le dite se ha fatto l’amore con voi.
La parola puttano non esiste nel dizionario: usarla è un errore di glottologia.
Sono millenni che ci imponete i vostri vocaboli, i vostri precetti, i vostri abusi.
Sono millenni che usate il nostro corpo senza rimetterci nulla.
Sono millenni che ci imponete il silenzio e ci relegate al compito di mamme.
In qualsiasi donna cercate una mamma.
A qualsiasi donna chiedete di farvi da madre: perfino se è vostra figlia.
Dite che non abbiamo i vostri muscoli e poi sfruttate la nostra fatica anche per farvi lucidare le scarpe.
Dite che non abbiamo il vostro cervello e poi sfruttate la nostra intelligenza anche per farvi amministrare il salario.
Eterni bambini, fino alla vecchiaia, restate bambini da imboccare, pulire, servire, consigliare, consolare, proteggere nelle vostre debolezze e nelle vostre pigrizie.
Io vi disprezzo.
E disprezzo me stessa per non saper fare a meno di voi, per non gridarvi più spesso: siamo stanche d’esservi mamme.
Siamo stanche di questa parola che avete santificata per il vostro interesse, il vostro egoismo.

- Oriana Fallaci - 
da: "Lettera a un bambino mai nato"



Buona giornata a tutti. :-)







sabato 11 aprile 2015

Della vita, non si fa mercato

Della  vita, non si fa mercato.
La vita è un dono fuori commercio. Nobile, sicuramente è il desiderio di divenire madre e padre. Ma questo non può avvenire  ad ogni costo. Un figlio esige e merita di nascere da un atto d'amore: dall’ incontro e dal dono totale e reciproco di un uomo e una donna, uniti in un autentico e stabile amore 
spon­sale.
Il fìglio stesso è dono,  amore, incontro e relazione. 
Nasce, in altri termini, da un atto del tutto gratuito, sottratto a ogni lo­gica utilitaristica o mercantile, perché l'amore non cerca il tornaconto personale. Così accade con i figli che, nati da un libero gesto creativo di una sposa e di uno sposo, sono a loro volta esseri liberi: liberi della libertà spirituale che deriva dall'essere, in ogni caso, primordialmente figli di Dio.
C'è in alcuni la tendenza, sia pure spesso inconsapevole, a considerare i figli  che devono nascere come degli "oggetti" di  cui si sente il bisogno per poter esaudire un proprio desiderio. 
Si potrebbe persino dire che il movente non è troppo diverso da quello che ci può spingere a sentire il bisogno di un'auto­mobile o di una bella vacanza. 
Il figlio viene così pensato, da subito, come un oggetto che sarà posseduto da chi lo avrà "pro­dotto"; una merce alla stregua di altre merci.
Ma della vita non si può fare mercato! 
Questa affermazione non è arbitraria, né una mera esortazione più o meno accetta­bile; è un fondamento decisivo della nostra società. 
Negandola, si insinua che gli esseri umani possano, tutto sommato, essere cose da possedere.

Tratto da  "Messaggio del Consiglio Episcopale permanente, 2002"





"Solo nella nostra epoca tutto ciò è solo un pericoloso stereotipo, che deve essere decostruito, smascherato nella sua falsità, per poi essere abbandonato e sostituito col “mondo nuovo”, col nuovo dis-ordine, quello dove il passato non conta più e non può più dirci né cosa né come: nessun vincolo, nessuna verità, solo una globale, contagiosa effimera pretesa di libera auto-creazione."
La grande sconfitta, in tutto, è dimenticare.

- Louis-Ferdinand Céline -
da: "Viaggio al termine della notte"


Non è possibile una famiglia senza il sogno. Quando in una famiglia si perde la capacità di sognare, i bambini non crescono e l’amore non cresce, la vita si affievolisce e si spegne. Per questo vi raccomando che la sera, quando fate l’esame di coscienza, ci sia anche questa domanda: oggi ho sognato il futuro dei miei figli? Oggi ho sognato l’amore del mio sposo, della mia sposa? Oggi ho sognato i miei genitori, i miei nonni che hanno portato avanti la storia fino a me?  

- Papa Francesco - 





..Quando si contesta l’esistenza della famiglia, quando la paternità e maternità umane vengono diffamate come un ostacolo per l’affermarsi della libertà, quando il rispetto, l’obbedienza, la fedeltà, la pazienza, la bontà, la fiducia sono considerate invenzioni della classe dominante, mentre le vere virtù di un uomo libero sono l’odio, la diffidenza e la disubbidienza, e sono proprio questi gli ideali che si propongono ai nostri bambini, allora viene posto in gioco anche il Creatore e la sua creazione. 
Questa creazione deve cedere il posto a un mondo nuovo, che l’uomo stesso si costruirà. 
Seguendo la logica di una simile impostazione, di fatto soltanto l’odio sarà la via che conduce all’amore, dove però questa logica poggia sull’antilogica dell’autodistruzione. 
E, infatti, quando si diffama la realtà intera, quando si offende il Creatore, si sradica l’uomo stesso dalla sua realtà. 
Lo intravediamo, anzi lo tocchiamo con mano nel modo stesso in cui si affronta il problema dell’ambiente. Qui si osserva che l’uomo non può vivere contro la terra, in quanto è proprio di essa che deve vivere. 
Ma ciò vale anche per l’intera sfera della realtà, benché non siamo ancora disposti ad ammetterlo...

+ cardinale Joseph Ratzinger -
da "Il Dio di Gesù Cristo" -









Buona giornata a tutti. :-)









venerdì 14 novembre 2014

Noi cannibali e i Figli di Medea - Oriana Fallaci

Ti dileggiano con le parole retrogrado oscurantista reazionario e posando a neo illuministi, a progressisti, avanguardisti, ti buttano in faccia le solite banalità. Strillano che non si può imporre le mutande alla Scienza, che il Sapere non può essere imbrigliato, che il Progresso non può essere fermato, che i fatti sono più forti dei ragionamenti, che il mondo va avanti malgrado gli ottusi come te.
Come me. Con burattinesco sussiego dichiarano che l' embrione non è un essere umano: è una semplice proposta di essere umano anzi di essere vivente, un semplice grumo di cellule non pensanti. Con pagliaccesca sicurezza proclamano che non ha un' anima, che l' anima esiste se esiste il pensiero, che la sede del pensiero è il cervello, e il cervello incomincia a svilupparsi due settimane dopo che l' embrione si è attaccato all' utero materno. O che un feto incomincia a pensare solo all' ottavo o nono mese di gravidanza, che secondo San Tommaso d' Aquino fino al quarto mese siamo animali e quindi tanto vale proteggere gli embrioni degli scimpanzé. 
E inutile obiettare che San Tommaso d' Aquino visse nel 1200, che di genetica se ne intendeva quanto io mi intendo di ciclismo e di pugilato. Inutile replicare che ripararsi dietro il sillogismo Cervello Pensiero Anima uguale Umano è una scemenza.
Un' offesa alla logica. Anche gli animali hanno un cervello, perbacco. 

Anche gli animali hanno un pensiero. Ergo, stando a quel sillogismo, anche loro dovrebbero avere un' anima ed essere considerati umani. 
Inutile osservare, infine, che sulla formazione del cervello anima non sappiamo un bel nulla. Neanche ciò che si sapeva sull' atomo quando Enrico Fermi scisse quello dell' uranio 235 e scoprì che il suo nucleo misura un centomiliardesimo di millimetro eppure può disintegrare in un lampo città come Hiroshima e Nagasaki. E se l' infinitamente piccolo contenesse molto di più dell' infinitamente grande? E se il cervello anima dell' embrione misurasse ancor meno di un centomiliardesimo di millimetro e la miopia morale ( nonché intellettuale) non riuscisse a individuarlo? E se di conseguenza l' embrione pensasse, soffrisse come soffriamo noi quando Zarqawi ci taglia la testa col suo coltello halal?
* * * 

Il fatto è che le loro affermazioni mai suffragate da prove sono teorie e basta, presunte certezze per convenienza e opportunismo spacciate come assolute certezze, punti di vista sbandierati nel presuntuoso miraggio di ricevere un Nobel al quale senza alcun pudore e senza alcun merito ambiscono fortissimamente. Sono un dogma che non vale più del mio. Anzi vale assai meno del mio che è privo di calcoli, di convenienze, di opportunismi. Qual è il mio? Bè, è quello che esprimo in "Lettera a un bambino mai nato" , libro che incomincia con queste parole: « Stanotte ho saputo che c' eri. Una goccia di vita scappata dal nulla » . È quello che ribadii nell' intervista al Foglio quando i neoilluministi e progressisti e avanguardisti approvavano la condanna a morte di Terri Schindler o se vuoi Terri Schiavo. 
(Secondo loro, colpevole di non aver più un pensiero, di non aver più un' anima, di non poter assistere ogni domenica alla Messa che ha nome Partita di Calcio).
Oh sì: a mia volta senza aver le prove che Fermi fornì sul nucleo dell' atomo, io credo che fin dal momento in cui lo spermatozoo feconda l' ovulo e la cellula primaria diventa due cellule poi quattro poi otto poi sedici insomma prende a moltiplicarsi, noi siamo ciò che saremo. 
Cioè esseri umani. Forse non ancora persone, visto che una persona è il risultato dell' essenza innata e delle esperienze acquisite dopo la nascita: ma di sicuro un essere umano. 
L' embrione che sboccia nell' ovulo d' un pidocchio è un pidocchio. 
L' embrione che sboccia nell' ovulo di un cane è un cane. (L' esempio del cane lo porta anche monsignor Sgreccia). 
L' embrione che sboccia nell' ovulo di un elefante è un elefante. 
L' embrione che sboccia nell' ovulo di un essere umano è un essere umano e non me ne importa nulla che stavolta la mia opinione coincida con quella della Chiesa Cattolica. 
Con quella di Papa Wojtyla e di Papa Ratzinger, con quella del Cardinale Ruini, dei vescovi, degli arcivescovi, dei preti che si opposero al divorzio e all' aborto. (Anch' io detesto l' aborto e per il voto in favore dell' aborto ebbi strazianti dilemmi. Ma considero il divorzio una conquista della civiltà e per il divorzio mi battei con le unghie e coi denti).

- Fallaci Oriana -







Non lasciatevi intruppare dai dogmi, dalle uniformi, dalle dottrine. Non lasciatevi turlupinare da chi vi comanda, da chi vi promette, da chi vi spaventa, da chi vuole sostituire un padrone con un nuovo padrone. Non siate gregge perdio. Non riparatevi sotto l’ombrello delle colpe altrui. Lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà. La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere. 

- Oriana Fallaci - 






I mediocri del Politically Correct negano sempre il merito.
Sostituiscono sempre la qualità con la quantità. Ma è la qualità che muove il mondo, cari miei, non la quantità.
Il mondo va avanti grazie ai pochi che hanno qualità, che valgono, che rendono, non grazie a voi che siete tanti e scemi.

- Oriana Fallaci -






Buona giornata a tutti. :-)




sabato 16 agosto 2014

Preghiera per mio figlio -

Dammi un figlio, Signore,
che sia abbastanza forte
da riconoscere la sua debolezza
e abbastanza coraggioso
da affrontare se stesso davanti alla paura.
Dagli la forza di restare in piedi,
dopo una sconfitta onorevole,
così come la forza di restare umile
e semplice dopo la vittoria.
Dammi un figlio, Signore,
in cui i desideri non rimpiazzino le azioni,
un figlio che conosca Te e sappia
conoscere se stesso.
Fa che percorra, Te ne prego,
non il sentiero dell’agiatezza
e della comodità,
ma quello dello sforzo e della sfida
nella lotta contro le difficoltà.
Insegnagli a tenersi dritto nella tempesta,
ma ad avere comprensione per coloro
che sono deboli.
Dammi un figlio che abbia un cuore puro
e un ideale elevato,
un figlio che sappia dominarsi prima
di voler dominare gli altri,
un figlio che sappia ridere
senza dimenticare come si fa a piangere,
che avanzi verso il futuro senza dimenticarsi il passato.
E dopo tutto questo Signore,
dagli, Te ne prego, il senso dell’umorismo,
così che viva con serietà, ma sappia
guardare se stesso senza mai prendersi
troppo sul serio.
Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre
la semplicità della vera grandezza,
l’apertura di spirito della vera sapienza,
e la dolcezza della vera forza.
E allora io, sua madre, potrò mormorare.
“Non ho vissuto invano”.
























Le leggi che permetteranno il matrimonio a persone dello stesso sesso mettono in gioco l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. Sono in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e una madre. E' in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un'invidia che cerca astutamente di distruggere l'immagine di Dio, cioè l'uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è una semplicemente lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. E' una mossa del padre della menzogna che cerca di confondere e d'ingannare i figli di Dio. 

- Jorge Mario card. Bergoglio -


Se si ricerca a quale fine sia ordinata la divina istituzione dei matrimoni, apparirà evidentissimo che Dio volle in essi racchiudere fonti ricchissime di pubblica utilità. E in verità, oltre che provvedere alla propagazione del genere umano, essi hanno anche lo scopo di rendere migliore e più facile la vita dei coniugati, e ciò per più ragioni, quali gli scambievoli aiuti nell’alleviare le loro necessità, l’amore costante e fedele, la comunanza di tutti i beni, la grazia celeste che proviene dal sacramento. 
I matrimoni poi contribuiscono assai alla salvezza delle famiglie, giacché finché saranno conformi alla natura e risponderanno pienamente ai consigli di Dio potranno... rafforzare la concordia degli animi tra i genitori, garantire la retta educazione dei figli e moderare la patria potestà sull’esempio della potestà divina.

- Papa Leone XIII -


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




domenica 25 maggio 2014

È in atto una strage di innocenti – Oriana Fallaci -



















"There are moments in Life when keeping silent becomes a fault, and speaking an obligation. A civic duty, a moral challenge, a categorical imperative from which we cannot escape." Oriana Fallaci


No, non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei dottor Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia morale. Ossia senza ragionare con la propria testa, senza ascoltare la propria coscienza, magari senza conoscere il significato delle parole staminale, ovocita, blastocita, eterologo, clonazione, e certo senza chiedersi o senza capire che cosa v' è dietro l' offensiva per la libertà illimitata della ricerca scientifica.
Infatti il 12 giugno non userò la scheda elettorale, e con tutto il cuore mi auguro che l' offensiva fallisca penosamente.
Auspicio rafforzatosi quando al Liceo Mamiani di Roma il più autorevole promotore dei quattro quesiti referendari ha scandito una battuta che sembra una facezia da capocomico del vecchio theatre varieté: « Se l' embrione è vita, masturbarsi è suicidio » .
(Signor mio, anziché di masturbazione a quei liceali io avrei parlato di Libertà. Gli avrei ricordato quel che dice Platone quando nel Libro VIII de La Repubblica scrive che dalla libertà degenerata in licenza nasce e si sviluppa una malapianta: la malapianta della tirannia. Infatti qui non si tratta di masturbarsi. Si tratta di spiegare alla gente che la libertà illimitata cioè privata d' ogni freno e d' ogni senso morale non è più Libertà ma licenza. Incoscienza, arbitrio.  Si tratta di chiarire che per mantenere la Libertà, proteggere la Libertà, alla libertà bisogna porre limiti col raziocinio e il buon senso. Con l' etica. Si tratta di riconoscere la differenza che passa tra lecito e illecito).  
Non mi piace, questo referendum, perché a parte l' astuto ricatto con cui la cosiddetta clonazione terapeutica giustifica le sue nequizie cioè promette di guarire le malattie, a parte l' ovvio tornaconto di chi con quel ricatto si riempie le tasche (ad esempio l' industria farmaceutica il cui cinismo supera il cinismo dei mercanti d' armi), dietro questo referendum v' è un progetto anzi un proposito inaccettabile e terrificante.
Il progetto di reinventare l' Uomo in laboratorio, trasformarlo in un prodotto da vendere come una bistecca o una bomba.
Il proposito di sostituirsi alla Natura, manipolare la Natura, cambiare anzi sfigurare le radici della Vita, disumanizzarla massacrando le creature più inermi e indifese.
Cioè i nostri figli mai nati, i nostri futuri noi stessi, gli embrioni umani che dormono nei congelatori delle banche o degli Istituti di Ricerca.
Massacrarli riducendoli a farmaci da iniettare o da trangugiare, oppure facendoli crescere quel tanto che basta per macellarli come si macella un bove o un agnello, poi ricavarne tessuti e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un' automobile.
Tutto ciò mi ricorda il Mondo Nuovo di Huxley, sì, l' abominevole mondo degli uomini Alfa e Beta e Gamma, ma soprattutto mi ricorda le oscenità dell' eugenetica con cui Hitler sognava di creare una società costituita soltanto da biondi con gli occhi azzurri.
Mi ricorda i campi di Auschwitz e di Mauthausen, di Dachau e di Birkenau dove, per affrettare la produzione della razza ariana ossia intensificare i parti gemellari delle bionde con gli occhi azzurri, il dottor Mengele conduceva gli esperimenti sui bambini gemelli. Grazie all'illimitata libertà di ricerca concessagli da Hitler li martirizzava, li assassinava, a volte li vivisezionava.
Dunque bando alle chiacchiere e alle ipocrisie: se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti gli Istituti di Ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei congelatori, il discorso non cambia.
Non a caso, quando otto anni fa gli inglesi crearono la pecora Dolly, invece di esaltarmi ebbi un brivido d' orrore e dissi: « Siamo fritti. Qui ci ritroviamo con una società fatta di cloni. Qui si torna al nazismo » . Frankenstein e i loro mecenati ( giuristi, giornalisti, editorialisti, attrici, filosofi, grilli canterini, membri dell' Accademia dei Lincei, politici in cerca di voti, medici in cerca di gloria) non vogliono sentirselo dire quel « Siamo fritti, qui ci ritroviamo con una società fatta di cloni, qui si torna al nazismo » .
Quando porti il discorso su Hitler e sul nazismo, su Mengele, fanno gli offesi anzi gli scandalizzati.
Cianciano di pregiudizi, protestano che il paragone è illegittimo. Poi nel più tipico stile bolscevico ti mettono alla gogna.
Ti chiamano bigotto, baciapile, servo del Papa e del Cardinale Ruini, mercenario della Chiesa Cattolica.

(Fallaci Oriana)




Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico.

- Martin Buber -






Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da una malattia? 
E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra.




Maria, Madre dei bimbi non nati



Madre di bimbi non nati,

accogli nel tuo grembo verginale 
tutti i piccoli uccisi dall'umana crudeltà.

Il Tuo Cuore Immacolato e Addolorato 
ottenga Divina Misericordia per i piccoli martiri innocenti 
e grazia di contrizione per quelli che hanno praticato 
e collaborato alla loro uccisione.

Prega per tutti, Santa Madre di Dio 
e perdonaci perchè abbiamo peccato 
contro Dio e contro di Te.
Amen.




Buona giornata a tutti. :-)