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sabato 9 agosto 2014

Nuova coscienza - Tiziano Terzani -

Sono convinto che ormai, in giro per il mondo, fra la gente più diversa, sta crescendo una nuova coscienza di che cosa è sbagliato e di che cosa va fatto. Questa nuova coscienza, a mio parere, è il grande bene del nostro tempo.
Va coltivata. 
La soluzione è dentro di noi, si tratta di conquistarla facendo ordine, buttando via ciò che è inutile e arrivando al nocciolo di chi siamo. 
Più che assaltare le cittadelle del potere, si tratta ormai di fare una lunga esistenza. 
Bisogna resistere alle tentazioni del benessere, alla felicità impacchettata; bisogna rinunciare a volere solo ciò che ci fa piacere. 
La strada da percorrere è ovvia: dobbiamo vivere più naturalmente, desiderare di meno, amare di più e anche i malanni diminuiranno. 
Invece che cercare medicine per le malattie cerchiamo di vivere in maniera che le malattie non insorgano.
E soprattutto basta con le guerre, con le armi.
Basta coi nemici. Bisogna riportare una dimensione spirituale nelle nostre vite ora intrappolate nella pania (pancia n.d.r.) della materia. 
Dobbiamo essere meno egoisti, meno presi dall'interesse personale e più dedicati al bene comune.


- Tiziano Terzani - 





La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall'esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l'intuizione, non attraverso l'intelletto. L'intelletto è limitato.

(Tiziano Terzani)




Nel fondo del cuore di tutti, c'è chiaro cosa è giusto e cosa non è giusto, cos'è il bene e cos'è il male, cos'è che dobbiamo fare, e non secondo una regola di un partito o di una religione, ma del cuore che è uguale per tutti..

- Tiziano Terzani - 




I miracoli esistono e sono miracoli perchè capitano una volta ogni tanto, perchè sono qualcosa di insolito, qualcosa che non capiamo, perchè sono un'eccezione alla regola del non-miracolo.



Buona giornata a tutti :-)

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sabato 14 giugno 2014

La decisione - Tiziano Terzani -

Si trattava di decidere presto cosa fare. Il primo istinto fu quello di un animale ferito: ritirarsi in una tana. D'un tratto mi parve di avere poche forze e di doverle concentrare al massimo.
Decisi di non dire niente a nessuno, tranne ai figli e a quegli amici che avrebbero trovato incomprensibile il mio scomparire dal mondo.
Volevo mettere a fuoco la mia mente, non essere distratto da nulla e da nessuno.
Innanzitutto dovevo scegliere dove curarmi e in particolare come curarmi. Chemioterapia, radioterapia, chirurgia con tutte le loro - si dice - devastanti conseguenze non sono più le sole alternative. Anzi, oggi che tutto è messo in discussione, che tutto quel che è ufficiale è visto con sospetto, che ogni autorità ha perso prestigio e che ognuno si sente in diritto, senza alcun ritegno, di giudicare tutto e tutti, è diventato sempre più di moda dir male della medicina classica e un gran bene di quella « alternativa ».
I nomi, se non altro, suonano più attraenti: ayurveda, pranoterapia, agopuntura, yoga, omeopatia, erbe cinesi, reiki, e - perché no? - i guaritori, filippini o no. 
C'è sempre un sentito dire, una persona di cui qualcuno racconta, una storia che sembra essere fatta apposta per essere creduta e dare speranza in una di queste sempre più numerose « cure ».
Non le presi sul serio neanche per un attimo.
Eppure, molte di queste pratiche vengono dall'Asia, dove ho vissuto per trent'anni; alcune hanno le loro radici in India, dove ora ho casa!
Io stesso in passato non ho avuto problemi a ricorrerci: in Cina misi mio figlio Folco, allora undicenne, nelle mani di un agopunturista che gli curò l'asma, e solo un anno prima di dover decidere cosa fare con me avevo portato Leopold, il mio amico francese, dal medico personale del Dalai Lama all'Istituto Medico­Astrologico (sì, questa è la combinazione) di Dharamsa-la, perché gli sentisse i suoi diciassette polsi e gli prescrivesse delle - pare efficacissime - pillole nere, tipo cacherelli di pecora, per un'epatite.
E poi: sono stato io a dire e a scrivere che l'uomo occidentale, imboccando l'autostrada della scienza, ha troppo facilmente dimenticato i sentieri della sua vecchia saggezza e che ora, conquistando l'Asia col suo modello di modernità, rischia di far scomparire anche là una grande quantità di conoscenza legata alle tradizioni locali!
Non avevo cambiato idea, ma quando si trattò della mia sopravvivenza non ebbi un momento di esitazione: dovevo affidarmi a ciò che mi era più familiare, alla scienza, alla ragione occidentale. Non era solo una questione di tempo, e in questi casi non se ne ha tanto da sprecare, visto che tutte le cosiddette medicine alternative agiscono, quando agiscono, a lungo termine. Era che nel fondo non mi fidavo. E l'aver fiducia nella cura e in chi la somministra è un fattore importantissimo, direi fondamentale, nel processo di guarigione.
La fortuna nella vita aiuta e io ne ho avuta in generale più della normale dose.
Anche questa volta la fortuna fu dalla mia, o almeno io la sentii così; il che è in fondo esattamente la stessa cosa. Fra i colleghi giornalisti, vecchi d'Asia, ce n'era uno, corrispondente del New York Times, due volte premiato col Pulitzer, a cui ero legato da un'amicizia nata da alcune esperienze comuni: tutti e due eravamo stati arrestati ed espulsi dalla Cina; tutti e due, contro ogni logica di carriera, avevamo scelto, dopo sedi molto più «importanti », l'India come paese di cui occuparsi.
Ora ci legava un'altra coincidenza: un paio di anni prima l'amico aveva avuto lo stesso tipo di malanno ed era sopravvissuto. L'andai a trovare a Delhi e gli chiesi consiglio.
Quelli che avevano aggiustato lui, i « fixers » come li chiamava, erano a suo parere i migliori sul mercato. Gli credetti. 
Un paio di telefonate, un fax e nel giro di pochi giorni ero a New York, diciottesimo nella lista di un nuovo trattamento sperimentale, nella punta probabilmente più avanzata della medicina moderna occidentale: il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center o meglio l'MSKCC, come viene suggerito di scrivere sugli assegni, così che sulla presenza in quella istituzione possa essere mantenuta una certa discrezione anche con la propria banca.
(...)
Negli annunci economici del New York Times lessi di un monolocale da affittare su Central Park, lo andai a vedere e lo presi all'istante. 
Quei pochi metri quadrati di moquette grigia, ravvivati immediatamente con un paio di stoffe indonesiane e un piccolo bronzo cinese di Buddha sul davanzale di una grande, bassa finestra, divennero per alcuni mesi la mia tana.
A parte Angela e quelli dell'MSKCC, nessuno sapeva dov'ero. 
Il telefono non squillava mai, nessuno suonava alla porta; la sola via di comunicazione che avevo lasciata aperta col mondo era quella della posta elettronica coi suoi messaggi in bottiglia che approdavano di tanto in tanto sulla spiaggia cibernetica del mio computer, che poteva essere dovunque. 


- Tiziano Terzani -
da: "Un altro giro di giostra" 



Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. 
A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. 
Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. 
Ma non c'è più.


- Tiziano Terzani -


Immagine di Lucio Fontana - "Concetto spaziale"

La profezia era la scusa.
La verità è che uno ha una voglia di aggiungere un pizzico di poesia alla propria vita, di guardare al mondo con occhi nuovi, di rileggere i classici, di riscoprire che il sole sorge, che in cielo c'è la luna e che il tempo non è solo quello scandito dagli orologi. 

(Tiziano Terzani – da “Un indovino mi disse”)

Immagine di Claude Monet - "Early Morning"



Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. 
Nessuno può pensare di portarsi a casa un'alba o un tramonto.


(T. Terzani)


Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su.
È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco.
A salire c’è speranza.
Può non essere facile ma è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.

- Tiziano Terzani - 



Buona giornata a tutti :-)


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mercoledì 16 ottobre 2013

Un cammino senza scorciatoie - Tiziano Terzani -

Si sa, capita a tanta gente, ma non si pensa mai che potrebbe capitare a noi. Questo era sempre stato anche il mio atteggiamento. Così, quando capitò a me, ero impreparato come tutti e in un primo momento fu come se davvero succedesse a qualcun altro. « Signor Terzani, lei ha il cancro », disse il medico, ma era come non parlasse a me, tanto è vero - e me ne accorsi subito, meravigliandomi - che non mi disperai, non mi commossi: come se in fondo la cosa non mi riguardasse.
Forse quella prima indifferenza fu solo un'istintiva forma di difesa, un modo per mantenere un contegno, per prendere le distanze, ma mi aiutò.
Riuscire a guardarsi con gli occhi di un sé fuori da sé serve sempre. Ed è un esercizio, questo, che si può imparare.
Passai ancora una notte in ospedale, da solo, a riflettere. 
Pensai a quanti altri prima di me, in quelle stesse stanze, avevano avuto simili notizie e trovai quella compagnia in qualche modo incoraggiante. 
Ero a Bologna. C'ero arrivato attraverso la solita trafila di piccoli passi, ognuno di per sé insignificante, ma nell'insieme decisivi, come tante cose nella vita: una persistente diarrea incominciata a Calcutta, vari esami all'Istituto delle Malattie Tropicali a Parigi, altri esami per scoprire la causa di un' inspiegabile anemia, finché un accorto medico italiano, non accontentandosi delle spiegazioni più ovvie, s'era messo con un suo strano strumento - un penetrante serpentaccio di gomma dall'occhio luminoso - a guardare nei recessi più reconditi del mio corpo e, per coltivata esperienza, aveva immediatamente riconosciuto quel che conosceva.
Gli ero grato per essere stato bravo e chiaro. Così potevo, con calma, e ora con una vera ragione, fare i miei conti, ristabilire le mie priorità e prendere le decisioni necessarie.
Stavo per compiere cinquantanove anni e mi venne da voltarmi indietro, come si fa per guardare con soddisfazione la salita che si è fatta, una volta arrivati in cima a una montagna.
La mia vita fino ad allora? Meravigliosa! Un'avventura dopo l'altra, un grande amore, nessun rimpianto, niente di importantissimo ancora da fare. Se da ragazzo, partendo per questo viaggio, mi fossi dato per meta quella di per sé già agognata da tanti di «piantare un albero, mettere al mondo un figlio e scrivere un verso», più o meno c'ero arrivato. E quasi senza accorgermene, senza sforzo e, strada facendo, divertendomi.
Quella notte in ospedale, nel silenzio rotto solo dal frusciare delle auto sull'asfalto bagnato della strada e da quello delle suore sul linoleum del corridoio, mi venne in mente un'immagine di me che da allora mi accompagna.
Mi parve che tutta la mia vita fosse stata come su una giostra: fin dall'inizio m'era toccato il cavallo bianco e su quello avevo girato e dondolato a mio piacimento senza che mai - me ne resi conto allora per la prima volta -, mai qualcuno fosse venuto a chiedermi se avevo il biglietto.
No. Davvero il biglietto non ce l'avevo.
Tutta la vita avevo viaggiato a ufo! Bene: ora passava il controllore, pagavo il dovuto e, se mi andava bene, magari riuscivo anche a fare... un altro giro di giostra.
(Tiziano Terzani)
Fonte: "Un Altro giro di giostra", ed. Longanesi & Co., 2004




Ogni giorno ci sono nuove storie di massacri, ingiustizie, torture ma ci si fa appena caso..
Siamo sopraffatti..
Pensiamo di non poterci fare nulla e così tutti diventiamo sempre più complici del più semplice dei crimini.. l'indifferenza !!

-T.Terzani-





«La regola secondo me è: quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all'erta.»

(Tiziano Terzani da “La fine è il mio inizio”)



Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. 
Per questo viaggiare non serve. 
Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. 
E’ inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé.

Tiziano Terzani




Preghiera della sera

E' buio dentro di me,
ma presso di te c'è luce.

Sono solo,
ma tu non mi abbandoni.

Sono impaurito,
ma presso di te c'è aiuto.

Sono inquieto,
ma presso di te c'è pace.

In me c'è amarezza,
ma presso di te c'è pazienza.

Io non comprendo le tue vie,
ma tu conosci la mia via.

(Dietrich Bonhoeffer)




Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 20 agosto 2013

Perchè il morire ci deve fare così paura? - Tiziano Terzani -

“C’è un concetto che l’India ti dà: che è nata, è morta, è nata e morta tanta gente; e che quest' esperienza del nascere, vivere e morire è quella più comune agli uomini.
Perché il morire ci deve far così paura? 
È la cosa che hanno fatto tutti! 
Miliardi e miliardi e miliardi di uomini, gli assiro­babilonesi, gli ottentotti, tutti ci sono passati. E quando tocca a noi, ah! siamo persi.
Ma come?! L’hanno fatto tutti.
Se ci pensi bene, questa è una bella riflessione che molti han­no fatto ovviamente: la terra sulla quale viviamo in verità è un grande cimitero!
Un grande, immenso cimitero pieno di tutto quello che è stato. 
Se scavassimo, troveremmo dovunque ossa ormai ridotte in polvere, resti di vita. 
Ti immagini i miliardi di miliardi di miliardi di esseri che sono morti su questa terra? So­no tutti lì!  
Noi camminiamo continuamente su un enorme ci­mitero  strano, perché i cimiteri come noi li concepiamo so­no luoghi di dolore, di sofferenza, di pianto, circondati da ci­pressi neri. Mentre in verità il grande cimitero della terra è bellissimo, perché è la natura. 
Ci crescono sopra i fiori, ci corrono sopra le formiche, gli elefanti.
Ride.
Se la vedi così e torni a far parte di tutto questo, forse quel che resta di te è quella vita indivisibile, quella forza, quella in­telligenza a cui puoi mettere una barba e chiamarla Dio, ma che è qualcosa che la nostra mente non riesce a capire e che for­se è la grande mente che tiene tutto assieme.”

(Tiziano Terzani)
Fonte: “La fine è il mio inizio”  di  Tiziano  Terzani-Longanesi





Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con se stessi.
Le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle.

- Tiziano Terzani -


….ho bisogno di sentirmi libero. e questa libertà è faticosa perché ogni volta, davanti ad una situazione, quando bisogna decidere cosa pensare, cosa fare, si può solo ricorrere alla propria testa, al proprio cuore e non alla facile linea, pronta all’uso, di un partito o alle parole di un testo sacro.

- Tiziano Terzani -




E' importante per l'uomo aver attorno a sè un po' di natura, osservarla, impararne la logica e goderne..


Come può un bambino crescere mentalmente sano nel mezzo di una città, senza sentire, accanto al ritmo della propria vita, quello della vita degli animali e delle piante?

Mai come nel nostro tempo l'uomo si è così allontanato dalla natura, e questo è forse stato il più grande dei nostri errori !!



-T. Terzani -





Oggigiorno tutti vogliono essere sani, snelli e belli. 
Il fatto che la salute non si faccia ancora sentire in senso negativo non vuol dire niente.
L'organismo cresce e si sviluppa fino a vent'anni poi comincia il processo inverso. 
Esiste una legge poco piacevole che dice: se non c'è sviluppo, comincia il degrado. 
Se prima la salute ci veniva semplicemente data, dopo i 40 e per qualcuno anche prima, per averla bisogna lottare con consapevolezza.

                                                           Preghiera della sera


Signore, benedici la nostra casa 
perché sia un luogo di amore e di accoglienza. 
Guarda alla nostra famiglia 
perché in essa regni la pace. 
Veglia su ognuno di noi 
perché cammini sempre nella verità e nella carità. 
Accogli il nostro lavoro 
perché ci procuri il pane quotidiano 
e sia un servizio ai fratelli. 
Benedici tutti noi 
perché arriviamo nel tuo Regno. Amen


Dal sussidio pastorale : "Tu che annunci liete notizie". CEI


Buona giornata a tutti. :-)

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domenica 28 ottobre 2012

Una strada c’è nella vita - Tiziano Terzani -

Una strada c’è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici: “oh’, guarda, c’è un filo”. Quando vivi, non lo vedi il filo, eppure c’è.

Perchè tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitro, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te, che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

Vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta, e io sono particolarmente fortunato perchè, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall’esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. 
L’intelletto è limitato. L’ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce sul tetto da cui si vede il mondo o sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell’ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.

Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. E' più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è speranza. E' difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.
Il coraggio è il superamento della paura.
Finirai per trovarla la via…se prima hai il coraggio di perderti.

(Tiziano Terzani)
Fonte: Tiziano Terzani da “Un altro giro di giostra”



La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. 
Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. 
E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. 
E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. 
Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. 
Non ci sono scorciatoie che posso indicare. 
I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. 
L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo.


- Tiziano Terzani -




Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento. Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi rincresce solo che non potrò scriverne.

- Tiziano Terzani  -


Buona giornata a tutti. :-)