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mercoledì 22 maggio 2019

Il tuo cuore lo porto con me - Edward Estlin Cummings

Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
tu sei quel che luna sempre fu
e quel che un sole sempre canterà sei tu
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato Vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.

- Edward Estlin Cummings -




"Gli sposi ci tengono davvero che i loro figli nascano da genitori puri? 
Poniamo dentro di noi il senso che il corpo umano è chiamato alla resurrezione e che dovremmo preoccuparci di mantenere la sua dignità? 
Sapremo renderci conto che la sessualità umana è la prova di una fiducia, addirittura inaudibile, dimostrata da Dio all’uomo e alla donna e ci adoperiamo noi a non deludere questa fiducia? Abbiamo presente che ogni uomo è una persona e che non è lecito ridurre l’altro a un ruolo di oggetto, che si può guardare con concupiscenza, o che viene semplicemente usato? 
I fidanzati costruiscono la loro futura unione matrimoniale, nel modo in cui questo va fatto: cioè, iniziando a costruire l’unione di spirito? 

Lavorano gli sposi sull’approfondimento della loro unione matrimoniale - nonostante tutta la fatica, ed anche le oggettive difficoltà, che la vita porta con sé, nonostante le varie deficienze di cui tutti e due sono portatori? 
Ricordano essi che al momento del loro matrimonio davanti all'altare  il Cristo stesso si è impegnato ad essere sempre con loro, ad essere la loro luce e la loro forza? 
Ci tengono davvero gli sposi che questa presenza divina di Cristo colmi la loro vita matrimoniale e familiare? 
Davanti a Dio pongo queste domande a tutte le famiglie cattoliche, a tutti gli sposi, a tutti i genitori» 

- san Giovanni Paolo II -


L’amore porta alla luce 

le qualità elevate e nascoste di un amante, 

ciò che vi è in lui di raro ed eccezionale. 

Così trae in inganno su ciò che in lui 

rappresenta la norma.


- Friedrich Nietzsche - 






L’amore non muore mai di morte naturale. 
Muore per abbandono, per negligenza, per cecità, per averlo dato per scontato. 
Per non essere stato coltivato. 
Le omissioni sono più letali degli errori consumati.



- Anais Nin -







Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso. 



Auguri alla mia splendida figlia Laura nel giorno del suo compleanno.


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venerdì 17 maggio 2019

Diletta Madre – San Luigi Maria Grignion da Monfort

O Maria, la luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito; 
la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; 
la tua sublime contemplazione ponga freno alle mie distrazioni; 
la tua visione ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l’incendio di carità del tuo cuore dilati e infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; 
i tuoi meriti siano il mio ornamento presso il Signore.

Infine, carissima e diletta Madre, fà, se è possibile, 

che io non abbia altro spirito che il tuo 
per conoscere Gesù Cristo e i suoi voleri; 
che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; 
che io non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio, 
con puro e ardente amore come te.
Amen.



Virgo Potens


Maria viene a vivere nell’anima.

"Un’infinità di ottimi effetti produce nell’anima questa devozione fedelmente praticata [darsi interamente a Maria e per mezzo di lei a Gesù].

Il principale tra essi è che Maria viene a vivere nell’anima in modo che non è più l’anima che vive, ma è Maria che vive in essa e che viene a essere, per cosi dire, l’anima della stessa anima.

E quale meraviglia non opera Maria quando per una grazia veramente ineffabile viene ad essere Regina di un’anima?

È l’operatrice delle grandi meraviglie e lavora soprattutto nei cuori, e molte volte all’insaputa dell’anima stessa, poiché se questa si accorgesse di quanto avvie­ne in lei si esporrebbe al pericolo di perdere, a causa della vanità, questa sua bellezza.

Maria è la Vergine feconda, in tutte le anime in cui va a vivere fa germogliare la purezza di cuore e di corpo, la rettitudine delle intenzioni e abbondanti opere buone.

Non credere che Maria, la più feconda delle pure creature che giunse al punto di pro­durre un Dio, rimanga inoperosa in un’anima fedele.

Sarà proprio ella che farà vivere l’anima incessantemente per Gesù Cristo, e farà vivere Gesù nell’anima:

“Figlioli miei, che io di nuovo partorisco, finché non sia formato Cristo in voi” (cf Gal 2,20).

Come nel venire al mondo Gesù volle essere frutto di Maria, cosi lo è egualmente per ciascuna anima; e in quelle in cui Maria può abitare più liberamente si vede meglio come è suo frutto e capolavoro. (…)

Essendo Dio venuto al mondo, la prima volta, nell’umiltà e nel nascondimento per mezzo di Maria, non si potrebbe affermare che per mezzo di Maria verrà anche la seconda volta per regnare in tutti, come attende la Chiesa, e per giudicare i vivi e i morti?

Nessuno sa come e quando avverrà; ma so che Dio, i cui disegni si innalzano sui nostri più che il cielo sulla terra, verrà nel tempo e nel modo meno sospettato dagli uomini, compresi i più versati e competenti in Sacra Scrittura, la quale in questo punto resta molto oscura.

Io però credo anche, che negli ultimi tempi, e forse più presto di quel che si pensa, Dio susciterà grandi uomini pieni dello Spirito Santo e dello spirito di Maria per mezzo dei quali questa divina Sovrana farà grandi meraviglie sulla terra, per distruggervi il peccato e stabili­re nel mondo corrotto il regno di Gesù Cristo suo Figlio."

- San Luigi Maria Grignion da Monfort -
Da “La vera e perfetta devozione”, di San Luigi M. Grignion de Montfort (1673-1716), (nn. 55-59).



Poiché al momento della resa dei conti ti dovrai pentire di non avere impiegato bene questo tempo nel servizio di Dio, perché ora non lo ordini e non lo impieghi come vorresti aver fatto in punto di morte?


 - San Giovanni della Croce - 




"Chiediamo a Maria, di ottenerci il dono della fortezza in ogni vicenda della vita e nell’ora della morte". 


- san Giovanni Paolo II -



 Ave Maria

E te ne vai, Maria, fra l’altra gente
che si raccoglie intorno al Tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male,
nella stagione di essere madre.


Sai che fra un’ora forse piangerai
poi la Tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto,
nella stagione che illumina il viso.

Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come Te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore,
povero o ricco, umile o Messia.

Femmine un giorno e poi madri per sempre,
nella stagione che stagioni non sente.

- Fabrizio De André -




Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 25 aprile 2019

Amicizia - Jorge Luis Borges

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
Però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
Solamente posso offrirti la mia mano
Perchè ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
Però posso offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
Quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei ed essere tuo Amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico
In quel momento sei apparso tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo
non sei né in testa né alla fine della lista
Non sei ne il numero 1 né il numero finale e
Tanto meno ho la pretesa
Di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista
Basta che mi vuoi come amico
Non sono gran cosa,
Però sono tutto quello che posso essere.

- Jorge Luis Borges -




Ogni amico costituisce un mondo dentro di noi, 
un mondo mai nato fino al suo arrivo, ed
è solo tramite questo incontro che nasce un nuovo mondo.

- Anaïs Nin -


Il mio obiettivo è l'amicizia con il mondo intero, e io posso conciliare il massimo amore con la più severa opposizione all'ingiustizia.

- Mahatma Gandhi -


Chi trascura di educare il proprio figlio all'amicizia, 
lo perderà non appena avrà finito di essere bambino. 

- Charles Péguy -


Per il Sacramento dell'Amicizia

O Signore,
fa’ che tutti possano comprendere
che l’amicizia è sacramento
perché tu sei nostro Amico.
Fa’ che tutti possano conoscere
la gioia dell’amicizia con te,
in modo che possano essere amici
di tutti gli uomini
e di tutte le donne
in cammino sulle strade del mondo
e della vita.
Amen.

- San Giovanni Paolo II, papa -



mercoledì 17 aprile 2019

Il martirio di Rabbi Akiva

Secondo il Talmud, per cercare di eliminare per sempre l’Ebraismo, il governo Romano proibì ai Maestri Ebrei di insegnare la Torah.
Tuttavia, Rabbi Akiva si rifiutò di seguire questo decreto e fu catturato e condannato a morte.
Mentre il torturatore gli bruciava la pelle, il Rabbino sorrideva e recitava le preghiere della sera, collegandosi così con il sacrificio serale nel Tempio di Gerusalemme.
I suoi discepoli volevano risparmiargli quell’ultimo sforzo: “Maestro, ora però sei dispensato!”.
Ma Rabbi Akiva disse:
«Per tutta la vita mi sono tormentato a causa del verso:
“Amerai il Signore tuo Dio con tutta l’anima”, con il mio ultimo respiro, e mi sono sempre chiesto quando sarei stato capace di adempiere questo precetto, ed ora che finalmente posso adempierlo, non dovrei farlo?»
Allora egli cominciò a recitare lo Shemà:
“Ascolta Israele, Hashem è il nostro Dio, Hashem è uno” (Shemà Yisrael, Hashem Elohenu Hashem Echad) e morì mentre pronunciava l’ultima parola.
Si racconta che in quel momento una voce dal Cielo proclamò:
«Tu sei beato Akiva, il tuo respiro si è spento con “Echad”. Tu sei beato Akiva, avrai una parte nel Mondo Avvenire.»

(Questo racconto si trova nel Talmud Bavlì, Berachot 61b)


Caravaggio, La negazione di S. Pietro

Decisivo nella vicenda fu quello che avvenne nella notte tra il giovedì e il venerdì della Passione. 
Cristo, condotto fuori della casa del sommo sacerdote, fissò Pietro negli occhi. L’apostolo, che lo aveva appena rinnegato tre volte, folgorato da quello sguardo, comprese tutto. 
Gli tornarono alla mente le parole del Maestro e si sentì trafiggere il cuore. “E uscito, pianse amaramente”. 
Il pianto di Pietro ci scuota nell’intimo, sì da spingerci ad un’autentica purificazione interiore. 

- San Giovanni Paolo II, papa -



Una domanda e un rimprovero, le parole di Gesù rivolte ai discepoli, a Pietro, a ciascuno di noi. 
Il Vangelo di oggi è stretto in questa morsa perché fuoriesca il pus che giace nascosto nei nostri cuori e nelle nostre menti. 
Pensare secondo gli uomini, ecco il veleno. 
La parola greca che nel Vangelo indica il pensiero assume una gamma di significati che ruotano attorno a quello più profondo di sapienza. La stessa che diviene astuzia nel caso del serpente. Ma indica anche la sapienza creatrice di Dio, come appare in più testi della letteratura sapienziale, dove assume il senso di giudizio, perspicacia, discernimento. 
Nei Vangeli, il termine indica spesso una sapienza capace di valutare, aspirare a una meta, prendere posizione. 
Il pensiero è dunque legato alla sapienza, che può essere secondo la carne o secondo Dio. 
E' una sorta di Dna spirituale, la molecola chiave nell'economia della cellula. Come in una catena di informazioni, nel Dna è contenuta l'informazione genetica dalla quale partono tutte le informazioni su come deve essere fatta e su cosa deve produrre una cellula. L'informazione viene poi trasmessa alle generazioni successive. 
Potremmo allora chiederci quale sapienza è all'origine dei nostri pensieri, delle aspirazioni, delle scelte e dei nostri atti. Se il nostro Dna spirituale stia scrivendo una catena carnale o una catena divina. Se in noi tutto è scomposto, frammentato, se i dubbi la fanno da padrone, oppure se si vi è un centro, un'origine che infonde pace, gioia, gratitudine. Seguiamo il Signore o lo prendiamo in disparte scandalizzati dalla Croce? Appartiene a Cristo chi ne ha lo Spirito e il pensiero. 
Pensare secondo la carne, seguirne i desideri significa essere nemici di Dio. Pietro con i suoi pensieri umani, carnali, era un nemico di Dio, sino ad identificarsi con Satana diventando così scandalo, l'inciampo sul cammino di obbedienza che il Figlio doveva percorrere. 
Il pensiero di Pietro si era posto davanti e di traverso a quello di Dio. Gesù doveva soffrire ed essere rifiutato per risorgere. Era questa la missione di Cristo, del Messia, che Pietro aveva pur riconosciuto e confessato. 
Era il Figlio dell'uomo, l'Uomo che realizzava il pensiero di Dio. 
Era la Sapienza stessa di Dio, la scandalosa Sapienza della Croce. Per questa sapienza Egli doveva donare la vita, e non era un dovere morale, ma, come suggerisce l'originale greco, era una necessità di tipo naturale. Era nel suo Dna l'amore per i propri amici e anche per i propri nemici, sino alla morte. Lui pensava un amore infinito.
Altro aveva in mente Pietro. 
Altro abbiamo in mente noi. 
Anziani, sacerdoti, scribi, sono tutte categorie che ci portiamo dentro. Costituiscono la catena del Dna dei nostri pensieri: prestigio, potere, intelligenza, religione vista e usata come un totem capace di soddisfare i nostri desideri. 
Gesù è infatti rifiutato proprio dai nostri pensieri, la cui immagine appare chiaramente nelle categorie "religiose" che storicamente lo condurranno al supplizio: 
"Sono le tre maschere dell'unico male, l'egoismo... Corrispondono alle tre concupiscenze sulle quali si struttura il mondo...e ai tre aspetti seducenti e illusori del frutto proibito, che già ad Eva parve buono, bello e desiderabile" (Silvano Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo). 
Il veleno di satana, il Dna impazzito dei nostri pensieri. Ma proprio qui appare la salvezza, per Pietro e per ciascuno di noi. L'amore infinito di Gesù, che chiama per nome il nostro pensiero corrotto, per tirar fuori ed espellere il veleno che ci distrugge. 
Satana e Pietro, tu ed io. Satana che occulta la verità scoprendone solo un pezzettino. Satana che mostra il rifiuto e la morte e nasconde la risurrezione. E Pietro ci casca, e sgrida il Signore. 
Non ha sentito, non ha potuto ascoltare la buona notizia che il Signore aveva annunciato subito dopo quella della passione, si era bloccato alla parte che riguardava il dover soffrire; il suo pensiero inquinato gli aveva sottratto l'epilogo di Gloria. Non aveva compreso l'amore, il dover morire per risuscitare, il dover caricarsi del rifiuto e dei peccati, per cancellarli e per risorgere, garanzia del perdono e della vita eterna. Lo capirà più tardi, quando l'evento annunciato si farà carne in Lui, la carne santificata dallo Spirito di Cristo risorto. Quando il pensiero sarà, per mezzo dello Spirito Santo, lo stesso pensiero di Cristo, e guiderà la sua carne ad essere offerta in una missione identica a quella del Signore. 
La Croce che ora rifiuta sarà il suo destino, la morte con la quale glorificherà chi ha rifiutato. E così per noi. 
Esattamente quello che stiamo oggi rifiutando sarà il nostro trofeo, il candelabro sul quale brillerà la luce del Padre in noi. 
Malattie, fallimenti, rifiuti. La nostra croce. 
Per ora però, Pietro deve scendere, tornare, convertirsi. Tornare a camminare dietro Gesù. La traduzione scelta non ci aiuta a capire l'amore di Gesù verso Pietro. In greco non dice "lungi da me" ma "dietro di me". Quest'ultima è l'espressione che caratterizza il discepolo. 
Gesù vuole Pietro vicino come vuole noi con Lui, ma al nostro posto. Non ci giudica, ci illumina. Ci dice la verità svelando quello che abbiamo nel cuore e nella mente. E ci attira a sé con amore, per imparare a seguirlo, a camminare umilmente ogni giorno dietro di Lui, per conoscerlo negli eventi della vita. Seguirlo e conoscerlo nella misura in cui conosciamo noi stessi. 
Siamo oggi chiamati a pregare con San Francesco:
"Chi sei tu Signore, e chi sono io?" (Considerazioni sulle stimmate). 
Camminare con Lui per ricevere da Lui, in dono, il suo Spirito, il Dna sano della Sapienza celeste, quella della Croce, per pensare le cose secondo Dio, quelle di lassù per vivere quaggiù. 
"Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. 
“Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità" (card. Joseph Ratzinger, Omelia nella Missa pro eligendo Romano Pontifice).

- don Antonello Iapicca -



Buona giornata a tutti. :-)











giovedì 4 aprile 2019

Se l'uomo non avesse il dolore .... difficilmente infilerebbe la strada della salvezza. - Carlo Carretto e Non abbiate paura - San Giovanni Paolo II, papa

"...Dio aveva infiniti modi di fare un mondo diverso.
Lui è Dio, è il dio dell'impossibile.
Poteva fare un mondo senza sofferenze, poteva fare un mondo non assoggettato al dolore, poteva fare suo figlio immerso nelle gioie dell'eros come in un perenne viaggio di nozze. No! Non l'ha fatto.
Gli ha lasciato un po' di eros ma gli ha chiesto di abituarsi all'agape del sacrificio.
Gli ha regalato albe stupende, ma gliele ha mescolate a notti di tragedia.
Gli ha dato salute e forza fatte apposta per soffocarlo nel momento in cui non se l'attende. Come terribile metastasi del male.
E' inutile trovare la scusa che non è Dio che vuole il male, che il dolore è colpa dell'uomo e dell'ecologia distrutta.
No,no!
Io so che Dio può tutto e, se volesse, potrebbe bloccarmi il cancro che ho addosso e mi distrugge.
Non lo fa.
A me piace la soluzione di Giacobbe: mi sembra più semplice.
E' lui che mi ha azzoppato.
Discutete pure all'infinito, come i quattro teologi accanto a Giobbe, sul perchè del dolore e del perchè Dio lasci il dolore su questa terra.
Io preferisco dire: "E' Lui".
E' Lui che mi ha distrutto i campi. E' Lui che ha permesso che i nemici uccidano i miei figli.
E' Lui che mia ha portato su questo letamaio.
Non ci sono due potenze.
Ce n'è una sola: Dio!
Lui può.
Però non interviene e lascia che io soffra, permette che la guerra venga dichiarata, non dice nulla quando quattro boss della mafia mi avvelenano una provincia, lascia che la mano crudele del soldato e del poliziotto torturi il fratello per farlo parlare.
Qui sta una parte del mistero del dolore.
Dio permette.
Dio mi ferisce.
Dio mi distrugge i raccolti.
Dio imperversa nella tempesta.
Dio mi conduce alla morte.
Ma è proprio nel ferirmi che tira fuori il meglio di me.
Se non fossi ferito, sarei insopportabile nelle mie diaboliche sicurezze.
Ferito, rimango calmo e imparo a piangere; piangendo imparo a capire gli altri, imparo la beatitudine della povertà.
E' così.
Se l'uomo non avesse il dolore, se non passasse nel limite della sofferenza, difficilmente infilerebbe la strada della salvezza.
Se in Egitto il popolo avesse avuto la libertà, Mosè non avrebbe potuto convincerlo a tentare l'avventura della liberazione.
Se nel deserto avesse trovato al posto dei serpenti, della fame e della sete, oasi incantate, non sarebbe mai giunto alla terra promessa.
Non esiste stimolo a marciare verso il nostro domani, più efficace della nostra sofferenza.
Ed è per questo che Dio colpì Giacobbe all'anca."

- Carlo Carretto -
da:  "Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli"



Fratelli e Sorelle!
Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Non abbiate paura!
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,

i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!
Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”.
Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi 
– vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – 
permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! Di vita eterna.


- san Giovanni Paolo II, papa -


Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 2 aprile 2019

San Giovanni Paolo II - Preghiera di intercessione

Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza,
non deve sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio.
Non abbiate paura quando l’amore richiede sacrificio.
Non abbiate paura della croce di Cristo.
La croce è l’Albero della Vita.
È sorgente di ogni gioia e di ogni pace.
Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo.
È l’unico modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca,
ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce.
Non abbiate paura di andare controcorrente!


- san Giovanni Paolo II, papa - 
Omelia – 4 Aprile 2004


"La profonda e rapida trasformazione delle cose esige, con più urgenza, che non vi sia alcuno che, non prestando attenzione al corso delle cose e intorpidito dall'inerzia, si contenti di un'etica puramente individualistica.
Il dovere della giustizia e dell'amore viene sempre più assolto per il fatto che ognuno, interessandosi al bene comune secondo le proprie capacità e le necessità degli altri, promuove e aiuta anche le istituzioni pubbliche e private che servono a migliorare le condizioni di vita degli uomini.
Vi sono di quelli che, pur professando opinioni larghe e generose, tuttavia continuano a vivere in pratica come se non avessero alcuna cura delle necessità della società." 

- san Giovanni Paolo II, papa - 
Enciclica Gaudium es Spes, n.30




Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la Sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e,
con la potestà di Cristo, servire l'uomo e l'umanità intera!
Non abbiate paura!
Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!
Alla Sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati,
i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo....
Non abbiate paura!
Cristo sa cosa è dentro l'uomo.
Solo Lui lo sa!
Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È  invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete a Cristo di parlare all'uomo.
Solo Lui ha parole di vita, sì! Di Vita Eterna.


- San Giovanni Paolo II, papa - 



 O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa 
san Giovanni Paolo II 
e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della Tua paternità, 
la gloria della Croce di Cristo 
e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella Tua infinita misericordia 
e nella materna intercessione di Maria, 
ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore 
e ci ha indicato la santità come misura alta 
della vita cristiana ordinaria 
quale strada per raggiungere la comunione eterna con Te. 
Concedici, per sua intercessione, 
secondo la Tua volontà, 
la grazia che imploriamo … (chiedere la grazia ...) 
Amen.


San Giovanni Paolo II, prega per noi!!!


Buona giornata a tutti. :-)