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mercoledì 19 settembre 2018

I volti della paternità - papa Benedetto XVI

Forse l'uomo d'oggi non percepisce la bellezza, la grandezza e la consolazione profonda contenute nella parola «padre» con cui possiamo rivolgerci a Dio nella preghiera, perché la figura paterna spesso oggi non è sufficientemente presente, anche spesso non è sufficientemente positiva nella vita quotidiana. L'assenza del padre, il problema di un padre non presente nella vita del bambino è un grande problema del nostro tempo, perciò diventa difficile capire nella sua profondità che cosa vuol dire che Dio è Padre per noi. 
Da Gesù stesso, dal suo rapporto filiale con Dio, possiamo imparare che cosa significhi propriamente «padre», quale sia la vera natura del Padre che è nei cieli. 
Critici della religione hanno detto che parlare del «Padre», di Dio, sarebbe una proiezione dei nostri padri al cielo. Ma è vero il contrario: nel Vangelo, Cristo ci mostra chi è padre e come è un vero padre, così che possiamo intuire la vera paternità, imparare anche la vera paternità.

- papa Benedetto XVI - 
Udienza Generale, Piazza San Pietro Mercoledì, 23 maggio 2012



Non c’è possibilità di gioia senza coraggio. E poi, alla fine, è molto più divertente morire per qualche cosa che vivere per nulla e lasciarsi scorrere addosso la vita, come l’acqua su un sasso.
Coraggio vuol dire la capacità di fare buoni propositi.
Il più importante? Portare avanti le nostre famiglie. 
Per alcuni il compito sarà più dannatamente difficile, perché la malattia ha ghermito, oppure la povertà è in agguato, quella brutta, favorita da una tassazione sempre più pesante, da servizi sempre più pochi e sbrindellati. Persino la malattia e la povertà, però, sono meno infernali, della conflittualità permanente del litigio cronico, del “ma non ti rendi conto che dicendo così mi offendi” del “ma quanto puoi essere scemo/a”.
Qualsiasi famiglia resiste a qualsiasi cosa se c’è armonia al suo interno. Tanto più la barca è nella tempesta, tanto meno ci possiamo disperdere a fare risse nelle stive. 
Le nostre barchette sono nella tempesta. E noi le terremo a galla.
Prediamoci una battaglia, che sia la nostra per quest’anno e per quello venturo: manteniamo a galla la barchetta, manteniamo l’armonia all’interno della famiglia, anche a costo di cedere qualche volta, chissenefrega se una volta diamo ragione all’altro. 
Il matrimonio è basato su un continuo reciproco perdono. 
Qualsiasi convivenza è basata su un continuo reciproco perdono, altrimenti diventa l’inferno.
I voti per quest’anno e per quello venturo: che il coraggio illumini le vostre scelte, anche il coraggio estremo, da scalatore dell’Everest, di cedere in un litigio perché un graffio non diventi gangrena, il coraggio da eroe di rinunciare ad avere ragione. 
Che siate benedetti.
Che i vostri bambini scoppino di salute. 
Che siano pieni di fierezza per i loro genitori e di tenerezza. 
Che ognuno di voi sia fiero di se stesso e della sua vita.

- Silvana de Mari -


Difficilmente qualcuno... osa difendere la famiglia. 
Il mondo attorno a noi ha accettato un sistema sociale che nega la famiglia. Qualche volta aiuterà il bambino a dispetto della famiglia; la madre a dispetto della famiglia; il nonno a dispetto della famiglia. 
Non aiuterà la famiglia.

- Gilbert Keith Chesterton -
 G.K.’s Weekly, 20 Settembre 1930, cit. Blog Uomo vivo





Buona giornata a tutti. :-)





sabato 8 settembre 2018

8 settembre 2018 - Natività della Vergine Maria

La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. 
Però il vero significato e il fine di questo evento è l'incarnazione del Verbo. 
Infatti la Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio.
La beata Vergine Maria ci fa godere di un duplice beneficio: ci innalza alla conoscenza della verità, e ci libera dal dominio della lettera, esonerandoci dal suo servizio. 
In che modo e a quale condizione? 
L`ombra della notte si ritira all'appressarsi della luce del giorno, e la grazia ci reca la libertà in luogo della schiavitù della legge. 
La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l'Antico Testamento. 
Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova. 
Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. 
Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all'odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. 
Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell'universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.



"Dal primo momento della vita Maria è totalmente trasparente per Dio, è come un’icona raggiante della bontà divina"

- Card.Joseph Ratzinger -
Santa Casa di Loreto l'8 settembre 1991


I fortunati genitori di Maria furono S. Gioachino e S. Anna.
La nascita della SS. Vergine fu preannunziata fin dall'inizio quando il Signore promise all'umanità decaduta un'altra donna che avrebbe schiacciato il capo al
 serpente. E giunta la pienezza dei tempi, Maria apparve come stella mattutina nel mare tempestoso del mondo, pura, santa, piena di grazia.
Maria nacque santa, poiché fu concepita senza macchia originale e piena di ogni grazia. 
La grazia che ebbe la SS. Vergine sorpassò la grazia non solo di ciascun santo, ma di tutti gli Angeli ed i Beati del cielo, e questo ben a ragione perché Maria era destinata a divenire Madre di Dio. Ora se Maria fu eletta ad essere Madre di Dio, era necessario che Dio l'adornasse d'una grazie corrispondente alla dignità eccelsa cui l'aveva destinata. Inoltre Maria era destinata ad essere mediatrice d tutte le grazie e perciò ebbe una grazia superiore quella di tutte le altre creature.

La SS. Trinità concorse a gara per preparare la Madre di Dio. Concorse il Padre rendendo Maria immune dalla macchia originale, perché era la sua figlia e figlia primogenita: «Io uscii dalla bocca dell'Altissimo primogenita prima di tutte le creature »; perché la destinò a riparatrice del mondo e mediatrice di pace tra gli uomini e Dio, e infine perché la prescelse come Madre del suo Unigenito. Concorse il Figliuolo che aveva eletto Maria per sua Madre: Maria fu degna del divin Salvatore. Concorse lo Spirito Santo conservandola intatta perché doveva essere la sua sposa. E sappiamo che questo Sposo Divino amò Maria più che tutti gli altri Santi ed Angeli assieme.

E Maria corrispose a tutti i favori celesti: fin dal primo istante usò fedelmente delle grazie che le erano state concesse.

Ai piedi della culla di Maria diciamole con San Bernardo: 
"Ricordati, o Maria, che non per te fosti fatta così grande, ma per noi poveri peccatori."



O Vergine nascente,

speranza e aurora di salvezza al mondo intero,
volgi benigna il tuo sguardo materno a noi tutti, 
qui riuniti per celebrare e proclamare le tue glorie!

O Vergine fedele,

che sei stata sempre pronta e sollecita ad accogliere, conservare e meditare la Parola di Dio,
fa’ che anche noi, in mezzo alle drammatiche vicende della storia,
sappiamo mantenere sempre intatta la nostra fede cristiana,
tesoro prezioso tramandatoci dai Padri!

O Vergine potente,

che col tuo piede schiacci il capo del serpente tentatore,
fa’ che realizziamo, giorno dopo giorno, le nostre promesse battesimali, con le quali abbiamo rinunziato a Satana, alle sue opere ed alle sue seduzioni,
e sappiamo dare al mondo una lieta testimonianza della speranza cristiana.

O Vergine clemente,

che hai sempre aperto il tuo cuore materno alle invocazioni dell’umanità, talvolta divisa dal disamore ed anche, purtroppo, dall’odio e dalla guerra, fa’ che sappiamo sempre crescere tutti, secondo l’insegnamento del tuo figlio, nell’unità e nella pace, per essere degni figli dell’unico Padre celeste.

Amen!


- Giovanni Paolo II, papa -


Buona giornata a tutti e Buon Compleanno a Gabriele. 💜



giovedì 23 agosto 2018

dai "Discorsi" di Paolo VI

Guai a me se non predicassi il Vangelo" (Cor 9,16)

Io sono mandato da Lui, da Cristo stesso per questo.
Io sono apostolo, io sono testimone.
Quanto più è lontana la meta,
quanto più difficile è la mia missione,
tanto più urgente è l'amore che a ciò mi spinge.
Io devo confessare il suo nome:
Gesù è il Cristo Figlio di Dio vivo!

Egli è il rivelatore di Dio invisibile.
È il primogenito di ogni creatura.
È il fondamento di ogni cosa.
Egli è il Maestro dell'umanità.
Egli è il Redentore.
Egli è nato, è morto, è risorto per noi.
Egli è il centro della storia e del mondo.
Egli è colui che ci conosce e ci ama.
Egli è il compagno e l'amico della nostra vita.
Egli è l'uomo del dolore e della speranza.

È colui che deve venire
e che deve un giorno essere il nostro giudice e,
come noi speriamo,
la pienezza eterna della nostra esistenza:
la nostra felicità.
Io non finirei più di parlare di Lui.
Egli è la Luce e la Verità;
anzi, Egli è la Via, la Verità e la Vita (Gv 14, 6).
Egli è il pane, la fonte di acqua viva
per la nostra fame e per la nostra sete.
Egli è il pastore, la nostra guida,
il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello.

Come noi e più di noi Egli è stato piccolo, povero,
umiliato, lavoratore e paziente nella sofferenza.
Per noi Egli ha parlato, ha compiuto miracoli,
ha fondato un Regno nuovo, dove i poveri sono beati,
dove la pace è principio di convivenza,
dove i puri di cuore ed i piangenti
sono esaltati e consolati,
dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati,
dove i peccatori possono essere perdonati,
dove tutti sono fratelli.

Gesù Cristo: a voi cristiani io ripeto il suo nome,
a tutti io lo annunzio:
Gesù Cristo è il Principio e la Fine, l'Alfa e l'Omega.

Egli è il Re del Mondo nuovo.
Egli è il segreto della storia.
Egli è la chiave dei nostri destini.
Egli è il mediatore, il ponte fra la terra ed il cielo.
Egli è per antonomasia il figlio dell'uomo perché  Egli è il
Figlio di Dio eterno, infinito.
È il figlio di Maria Vergine,
la benedetta fra tutte le donne,
sua Madre nella carne e madre nostra
nella partecipazione allo Spirito del Corpo Mistico.

Gesù Cristo!

Ricordate! Questo è il nostro perenne annunzio,
è la voce che noi facciamo risuonare per tutta la terra,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

Papa Paolo VI -
Manila, 29 novembre 1970



La Chiesa non deve solo annunciare la Parola, ma anche realizzare la Parola, che è carità e verità. E, secondo punto, questi uomini non solo devono godere di buona reputazione, ma devono essere uomini pieni di Spirito Santo e di sapienza, cioè non possono essere solo organizzatori che sanno «fare», ma devono «fare» nello spirito della fede con la luce di Dio, nella sapienza nel cuore, e quindi anche la loro funzione - benché soprattutto pratica - è tuttavia una funzione spirituale.

- papa Benedetto XVI - 
Udienza Generale 25 aprile 2012



O mio Gesù, ti prego per tutta la Chiesa, concedi­le l’amore e la luce del tuo Spirito, dai vigore alle paro­le dei sacerdoti, in modo che i cuori induriti si inteneri­scano e ritornino a te, Signore.

O Signore, dacci santi sacerdoti; tu stesso conser­vali nella santità.
O Divino e Sommo Sacerdote, la potenza della tua misericordia li accompagni in ogni luogo e li difenda dalle insidie e dai lacci del diavolo, che egli tende con­tinuamente alle anime dei sacerdoti.

La potenza della tua misericordia, o Signore, spez­zi ed annienti tutto ciò che può oscurare la santità dei sacerdoti, poiché tu puoi tutto.

Gesù mio amatissimo, ti prego per il trionfo della Chiesa, perché benedica il Santo Padre e tutto il clero; per ottenere la grazia della conversione dei peccatori induriti nel peccato; per una speciale benedizione e luce, te ne prego, Gesù, per i sacerdoti, presso i quali mi confesserò durante la mia vita.

- Santa Faustina Kowalska -


Buona giornata a tutti. :-)







martedì 7 agosto 2018

dagli scritti del Santo Curato d'Ars

Che cosa fa Nostro Signore nel sacramento del suo amore? 

Egli ci dona il suo buon cuore per dimostrarci il suo amore. 

Questo cuore emana una tale tenerezza e misericordia da travolgere come un fiume in piena tutti i peccati del mondo. 

Dopo aver ricevuto i sacramenti, quando sentiamo l’amore di Dio diminuire, facciamo subito la comunione spirituale!... 

Quando non possiamo andare in chiesa, volgiamoci verso il tabernacolo. 

Non ci sono muri che fermino il buon Dio. 

Noi possiamo ricevere il buon Dio soltanto una volta al giorno; un’anima infiammata d’amore è paga del desiderio di riceverlo continuamente Figli miei se ci rendessimo conto del valore della santa comunione, eviteremmo le più piccole colpe per avere la fortuna di farla più spesso. 

Conserveremmo la nostra anima sempre pura agli occhi di Dio...


- Santo Curato d'Ars -





Nostro Signore è là, nascosto, in attesa che andiamo a trovarlo e gli rivolgiamo le nostre domande. 

È là nel sacramento del suo amore che sospira ed intercede continuamente presso il Padre per i peccatori. 

È là per consolarci; per questo dobbiamo andare a trovarlo spesso. 

Quanto gli è gradito anche solo un quarto d’ora rubato alle nostre occupazioni, alle sciocchezze di ogni giorno, per andare a fargli visita, a rivolgergli una preghiera, a consolarlo di tutte le ingiurie che riceve! 

Quando vede le anime pure avvicinarglisi con fervore, egli sorride loro... 

E che immensa felicità proviamo in presenza di Dio, quando siamo soli ai suoi piedi, davanti al santo tabernacolo! 

Figli miei, quando vi svegliate di notte, trasportatevi subito in spirito davanti al tabernacolo e dite a Nostro Signore: «Mio Dio, eccomi! Vengo ad adorarti, lodarti, benedirti, ringraziarti, amarti, tenerti compagnia con gli angeli!..».


- Santo Curato d'Ars -



Quando siamo di fronte il Santissimo Sacramento, anziché guardare in giro, chiudiamo gli occhi ed apriamo il cuore: il buon Dio aprirà il suo, Noi andremo a lui ed egli verrà a noi, noi per chiedere e lui per ricevere; sarà come un respiro che passa dall’uno all’altro.  

La comunione ha sull’anima lo stesso effetto di un colpo di soffietto su un fuoco che comincia a spegnersi, ma dove c’è ancora molta brace: si soffia e il fuoco si ravviva. 

Dopo che abbiamo fatto la comunione, l’anima viene a trovarsi nel balsamo dell’amore come l’ape tra i fiori. 

Nel giorno del giudizio, vedremo brillare la carne di Nostro Signore attraverso il corpo glorioso di coloro che l’avranno ricevuto degnamente sulla terra, come si vede brillare dell’oro in mezzo al rame o dell’argento in mezzo al piombo.


- Santo Curato d'Ars -



domenica 5 agosto 2018

La paura del silenzio - cardinale Carlo Maria Martini

Non c’è attività duratura e intelligente di costruzione della città senza una radice contemplativa, che è la capacità di silenzio, di deserto interiore, di pausa, in cui si riceve la Parola di Dio, la si ascolta e quindi si costruisce anche dal punto di vista intellettuale una certa visione del mondo. 
Cosicché il fare non sia determinato solo dalle urgenze, dalle necessità, ma sia ritmato da questo progetto che nasce da un ascolto della Parola e da un atteggiamento di deserto, di silenzio contemplativo. 
Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo. 
Bisogna cercarlo, e lottare per averlo, per non farsi travolgere dalle cose, dalla valanga di parole dette a vanvera, di giudizi affrettati. 
Il silenzio è sempre difficile.
Il silenzio bianco ancor di più: il silenzio nero è pura assenza di suoni, quello bianco è sintesi di tutti i colori. Ed è questo che bisogna imparare a esercitare. Superare, guardare in faccia la paura del silenzio, nella quale emergono alcuni mostri interiori, per imparare che si possono esorcizzare e si può dare loro un senso.

- cardinale Carlo Maria Martini -





«È necessario per tutti noi coltivare il silenzio e circondarlo di una diga interiore. 
Nella mia preghiera e nella mia vita interiore, ho sempre sperimentato il bisogno di un silenzio più profondo, più completo. 
Si tratta di quella sobrietà che conduce a non pensare neppure a me stesso, ma a volgere il mio sguardo, il mio essere e la mia anima verso Dio. 
Il silenzio sacro permette all’uomo di mettersi gioiosamente a disposizione di Dio ed è la sola reazione veramente umana e cristiana di fronte all’irruzione di Dio nella nostra vita. 
Occorre far vivere il profondo legame tra silenzio sacro e mistero, perché senza il mistero noi siamo ridotti alla banalità di cose terrestri. 
Il silenzio è un velo che protegge il mistero. 
Nelle liturgie della Chiesa, il silenzio non può essere una pausa tra due riti; il silenzio è la stoffa nella quale dovrebbero essere tessute tutte le nostre liturgie. 
Nulla in esse può rompere l’atmosfera silenziosa che è il suo clima naturale».

- Cardinale Robert Sarah -



...le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. 
Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare; si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino...

- papa Benedetto XVI - 
dalla Udienza Generale del 25 agosto 2010



Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 1 agosto 2018

La Porziuncola: Luogo del Vangelo - papa Benedetto XVI e la Preghiera a San Francesco di San Giovanni Paolo II, papa


Se si arriva ad Assisi provenendo da sud, sulla pianura che si estende davanti alla città si incontra dapprima la maestosa basilica di Santa Maria degli Angeli, dei secoli XVI e XVII, con una facciata classicistica del secolo scorso.
Quel che cerchiamo, lo troviamo al centro della basilica: una cappella medievale in cui degli antichi affreschi ci raccontano episodi della storia della salvezza e della vita di san Francesco, che proprio in questo luogo visse importanti esperienze. In quello spazio basso e poco illuminato possiamo percepire qualcosa del raccoglimento e della commozione che vengono dalla fede dei secoli, che qui ha trovato un luogo di riparo e di orientamento. 
Al tempo di san Francesco il territorio circostante era coperto di boschi, paludoso e disabitato.
Nel terzo anno dalla sua conversione Francesco si imbatté in questa piccola chiesa, ormai del tutto cadente, che apparteneva all'abbazia benedettina del monte Subasio. 
Come aveva già fatto in precedenza con le due chiese di San Damiano e di San Pietro, restaurate con le sue mani, Francesco si mise al lavoro anche qui, nella chiesetta della Porziuncola dedicata a Santa Maria degli Angeli, in cui egli venerava la Madre di ogni bontà.
Lo stato di abbandono in cui si trovavano tutte queste piccole chiese dovette parergli un triste segno della condizione della Chiesa stessa; egli ancora non sapeva che, restaurando quegli edifici, si stava preparando a rinnovare la Chiesa vivente. Ma proprio in questa cappella gli si fece incontro la chiamata definitiva, che diede alla sua missione la sua vera forma e permise la nascita dell'ordine dei Frati Minori, che peraltro all'inizio non fu affatto pensato come ordine religioso, ma come un movimento di evangelizzazione che doveva raccogliere di nuovo il popolo di Dio per il ritorno del Signore.
A Francesco accadde quello che nel terzo secolo era già accaduto a sant'Antonio d'Egitto: udì durante una celebrazione liturgica il vangelo della chiamata dei dodici da parte del Signore, che affidava loro il compito di annunciare il regno di Dio e di mettersi in cammino a questo scopo, senza averi e senza sicurezze mondane. 
Inizialmente Francesco non aveva compreso del tutto quel testo; se lo fece quindi spiegare dal sacerdote e a quel punto gli fu chiaro che quello era anche il suo compito. 
Depose le sue calzature, tenne solo una tunica e si accinse ad annunciare il regno di Dio e la penitenza. 
Attorno a lui si raccolsero a poco a poco dei compagni che, come i dodici, cominciarono a loro volta ad andare di luogo in luogo e ad annunciare il vangelo che per loro, come per Francesco, significava gioia per quel nuovo inizio, gioia per il cambiamento che si era prodotto nelle loro vite, per il coraggio della penitenza.
La Porziuncola era divenuta per Francesco il luogo dove finalmente aveva compreso il vangelo, perché non lo accostava più a teorie e glosse esplicative, ma voleva viverlo alla lettera. Si era infatti accorto che non si trattava di parole del passato, ma di un appello che si rivolgeva direttamente ed esplicitamente a lui come persona.
Per questo sempre alla Porziuncola consegnò a santa Chiara l'abito religioso, dando così inizio al ramo religioso femminile del suo Ordine, chiamato a dare un sostegno interiore al compito evangelico mediante la preghiera.
Per questo, quando si sentì prossimo alla morte, volle essere trasportato proprio in quel luogo.
Porziuncola significa piccola porzione, piccolo pezzo di terra. 
Francesco non volle mai che essa diventasse di proprietà dei suoi frati, preferì che i benedettini la concedessero loro in uso; e proprio in quel modo, come qualcosa che non era di proprietà, doveva esprimere la vera proprietà e l'autentica novità del suo movimento. 
Per esso doveva valere la parola del salmo 16, che nell'Antico Testamento esprimeva il particolare destino della tribù sacerdotale di Levi, cui non apparteneva nessuna terra, perché la sua unica terra era Dio stesso: «Tu, o Signore, sei mia parte e mia eredità - sì, della mia eredità mi sono compiaciuto».

- cardinale Joseph Ratzinger - 
tratta dal volume: J. Ratzinger, “Il Perdono di Assisi”, Edizioni Porziuncola 2005.




Tu, che hai tanto avvicinato il Cristo alla tua epoca, aiutaci ad avvicinare Cristo alla nostra epoca, ai nostri difficili e critici tempi. 
Aiutaci! 
Questi tempi attendono Cristo con grandissima ansia, benché molti uomini della nostra epoca non se ne rendano conto. 
Ci avviciniamo all'anno duemila dopo Cristo.




Non saranno tempi che ci prepareranno ad una rinascita del Cristo, ad un nuovo Avvento? 
Noi, ogni giorno, nella preghiera eucaristica esprimiamo la nostra attesa, rivolta a lui solo, nostro Redentore e Salvatore, a lui che è compimento della storia dell'uomo e del mondo. 
Aiutaci, San Francesco d'Assisi, ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di oggi il Cristo. 
Tu, che hai portato nel tuo cuore le vicissitudini dei tuoi contemporanei, aiutaci, col cuore vicino al cuore del Redentore, ad abbracciare le vicende degli uomini della nostra epoca. 
I difficili problemi sociali, economici, politici, i problemi della cultura e della civiltà contemporanea, tutte le sofferenze dell'uomo di oggi, i suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi sbandamenti, le sue tensioni, i suoi complessi, le sue inquietudini... 
Aiutaci a tradurre tutto ciò in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo. 
Aiutaci a risolvere tutto in chiave evangelica affinché il Cristo stesso possa essere "Via, Verità, Vita" per l'uomo del nostro tempo. 
Questo chiede a Te, figlio santo della Chiesa, figlio della terra italiana, il Papa Giovanni Paolo II, figlio della terra polacca. 
E spera che non glielo rifiuterai, che lo aiuterai. 
Sei sempre stato buono e sempre ti sei affrettato a portare aiuto a tutti coloro che si sono rivolti a Te.

- San Giovanni Paolo II, papa -



Buona giornata a tutti. :-)