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giovedì 8 giugno 2017

Beati gli operatori di pace - madre Anna Maria Cànopi

L’uomo mite, pacifico, è forte, ma la sua forza è quella dell’amore. 
Il nostro tempo ha bisogno di uomini, di donne che siano presenza di pace, trasparenza del volto e del cuore di Cristo in mezzo ai fratelli. L’uomo sente il bisogno di riconciliarsi con Dio e di instaurare rapporti di amicizia con i suoi simili. Di fronte ai continui fallimenti nel ricercare una pace stabile e duratura, si va approfondendo in lui la certezza che la pace vera può essere solo dono di Dio. Il Signore ha annunziato pace “per chi ritorna a lui con tutto il cuore. La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno” (Sal.85, 9-11). Tale incontro avverrà nel Dio incarnato, in Gesù, che riporterà l’uomo alla sua piena verità riversando su di lui la divina misericordia e gli darà pace giustificandolo, prendendo su di sé il suo peccato e inchiodandolo alla croce. Dopo di lui non si può più amare la verità e rifiutare la misericordia, cercare la pace e calpestare la giustizia. Con lui la pace non è più soltanto un saluto, un augurio, una speranza, ma un dono, il dono di una Presenza che è Pace. Cristo stesso è la Pace donata all’umanità; egli infatti ha firmato con il suo sangue la nuova ed eterna Alleanza tra Dio e gli uomini.
Dopo la Resurrezione, apparendo ai discepoli radunati nel Cenacolo, Gesù li saluta donando la pace, donandosi come pace: «Shalòm! Pace a voi!». 
Questa pace è un anticipo della beatitudine finale, perché la costruzione della città di Dio inizia fin d’ora. Per cooperare alla costruzione della “città della pace”, occorrono cristiani disposti a essere sempre e ovunque messaggeri di pace, uomini evangelici.
In diversi modi tutti siamo mandati gli uni agli altri quali portatori di pace. Compiremo bene la nostra missione se vivremo autenticamente il Vangelo. 
La causa della pace richiede, infatti, annunciatori disarmati interiormente, quindi poveri, umili, affamati della vera giustizia, fedeli discepoli di Cristo, misericordiosi, puri di cuore, per diffondere intorno a sé benevolenza e serenità. Vivendo tutte le beatitudini, saremo non soltanto portatori di qualcosa, ma diventeremo noi stessi, come Gesù, un sacramento di pace, un dono che crea comunione.
La pace è donata, ma dev’essere anche accolta; lo scambio avviene soltanto se un altro cuore disarmato si apre a riceverla.
Gratuità, carità, sacrificio di sé garantiscono la diffusione della pace. 
Gesù vuole che siamo pieni della grazia della pace. È un servizio di carità.
In questa vita, ora l’uno ora l’altro conosciamo tutti momenti di maggior fatica e facile cedimento: l’importante è sostenersi, perché alla caduta di uno non segua la caduta di altri, ma piuttosto un più grande stimolo di carità. 
San Paolo (Ef 6,13-18) ci istruisce circa il modo di affrontare quotidianamente la lotta al peccato per vivere quali figli della pace.
Alla radice c’è l’umiltà che non ci fa presumere di poterla affrontare da soli, ma ci fa attingere forza dal Signore mediante la preghiera continua, l’ascolto e la pratica della Parola di Dio e l’obbedienza di fede.
“Prendete l’armatura di Dio… State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il Vangelo della pace. 
Tenete sempre in mano lo scudo della fede, prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito…”.
“O Cristo, Re di giustizia e di pace, rivestici di te: il tuo amore sia la nostra legge, la tua pace sia la nostra gioia, e saremo per tutti i nostri fratelli tribolati sulle vie del mondo, un segno rassicurante della tua presenza; saremo un monte delle Beatitudini dal quale Tu ogni giorno continui a offrire a tutti gli uomini la tua salvezza e la tua pace. Amen”.

- Madre Anna Maria Canopi -
Fonte da:  Beati i poveri…beati… Lectio divina sulle Beatitudini, Paoline, Milano 2004




Nella vita cenobitica gli incarichi ricevuti e i doni che ciascuno possiede sono sempre un bene comune per il servizio della comunità, quindi esigono un atteggiamento di profonda umiltà e di gratuità; non devono mai essere ricercati, ma sempre umilmente accolti nell'obbedienza.

- Madre Anna Maria Cànopi - 


E' veramente povero solo chi è contento di tutto, non pretende attenzioni, gratificazioni, riconoscimenti, perché in tutto cerca e trova il suo Signore, di cui nulla ha di più caro.

- Madre Anna Maria Cànopi -



Buona giornata a tutti. :-)


sabato 11 marzo 2017

Il tema del dolore - Madre Anna Maria Cànopi

"Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca". 

Finalmente la resa! Quando Giobbe ha cominciato ad ascoltare Dio ed a contemplare, in silenzio, l'opera sua, ha attinto alla fonte della sapienza.
Allora ha capito di essere ignorante: so di non sapere. 

Comprendo che non comprendo, perchè sono troppo piccolo...
Comprendo che davanti a te devo soltanto adorare, accogliere il tuo mistero; ed è così che ti conosco non per sentito dire, non più per concetti astratti, ma per esperienza di fede ed amore.
E sono pieno di stupore perchè tu, così grande, tu mi sei vicino e ti degni di istruirmi, di farmi conoscere il tuo amore. 

Ora posso dire che ti conosco davvero come Dio, perchè accetto il tuo mistero e non ho più paura di te. Sento, infatti, che tu sei l'Amore, sei il "Tu" che mi salva dalla mia solitudine, che mi trae fuori dal mio egocentrismo, e mi libera da me stesso. 
Ora il centro della mia vita sei tu, solo tu, e la mia gioia è stare con te; la mia gioia è che tu, dio, sia veramente il mio Dio da sempre e per sempre!
E' stato necessario compiere un lungo cammino, un cammino nel buio, nella più desolata solitudine per arrivare a questo approdo di fede e di fiducia. Giobbe è ormai giunto a un retto concetto di Dio, a una conoscenza di Dio non più in misura di uomo razionale, ma di uomo credente. 

La sua fede si è purificata nel cruogiolo dell'umiliazione e del dolore e il suo rapporto con Dio è diventato gratuito.
Giobbe conosce Dio ormai al di là di ogni immagine che prima si faceva di lui; al di là di ogni categoria mentale. "Altro è credere che Dio esiste - diceva il monaco Silvano del monte Athos - altro è conoscere Dio". 

L'uomo-Giobbe arriva a tale conoscenza attraverso il tormento e, proprio perchè ha l'intuizione profonda del Dio trascendente e vicino, ora tace e contempla. Ignaro di sé, estasiato di lui.
L'approdo al lido sereno della pace sta proprio nel superamento di sé. Perdendosi, Giobbe si ritrova: ritrova in Dio il senso della propria vita. Ormai può dire: sia che io viva, sia che io muoia, sia che io sia ricco o che sia povero, sano o malato, io valgo unicamente in relazione a te che sei il mio Dio.
La comunione con Dio vale più di tutto il resto. Mentre tutto passa, Dio rimane e la vita dell'uomo riceve consistenza proprio da questa relazione vitale e indistruttibile che ha con colui che è.


- Madre Anna Maria Cànopi - 

Fonte: Fammi sapere perchè... Il tema del dolore. Lectio divina sul libro di Giobbe. Edizioni Dehoniane Bologna)


Satana infligge la peste a Giona
 William Blake (1757-1827)


C'era una volta un uomo di nome Giobbe. 
Il Dio che Giobbe cercava, sperava, amava, però non è arrivato. 
Gli innocenti continuano a morire, i bambini a soffrire, il dolore dei poveri ad essere quello più grande che la terra conosca. 
Giobbe ci ha insegnato che se c'è un Dio della vita deve essere il Dio del non-ancora. E che quindi può venire in qualsiasi momento, quando meno ce lo aspettiamo, lasciandoci senza fiato. Vieni!


- Luigino Bruni - 
Avvenire, 4 luglio 2015


Noi siamo argilla, Signore,
vasi di argilla che un piccolo tocco
manda in frantumi...

Taccia, o Signore, dinanzi a te
la veemenza delle nostre passioni,
che ci spingono all'empietà e alla violenza;
taccia la nostra sete di prestigio...
Taccia l'uomo di fango che è in noi
e avanzi l'uomo nato dal cielo
e al cielo unicamente proteso.
Immersi nel silenzio della tua presenza...

- Madre Anna Maria Cànopi - 
Fonte “ Preghiere dal Silenzio”




Buona giornata a tutti. :-)

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lunedì 26 dicembre 2016

Gloria a Te, o Padre - Anna Maria Cànopi

Padre nostro che sei nei cieli
E ti chini a guardare sulla terra,
accogli il canto di lode
che, uniti al coro degli angeli,
in lieta festa noi ti eleviamo.

Gloria a re, o Padre,
che susciti stupore e gratitudine
nel cuore di chi, come Maria,
si affida alla Parola
e crede all’impossibile.

Gloria a te, o Padre,
che manifesti la tua grandezza
nel tuo Figlio, piccolo Bambino
nato dalla Vergine purissima
e teneramente avvolto in fasce.

Gloria a te, o Padre,
che inviti gli umili e i poveri
a vedere e udire le cose meravigliose
che tu compi nel silenzio della notte,
lontano dal tumulto dei superbi.

Gloria a te, o Padre,
che per nutrire l’umanità sfinita
poni il tuo unico Figlio in una mangiatoia
e lo doni a noi quale Pane di vita eterna,
sacramento di salvezza e di pace.
Amen.

(Madre Anna Maria Cànopi)



 Non ci si può nutrire dell'Eucaristia e poi escludere dal nostro cuore i fratelli; fare questo significa escludere Cristo, ma se escludiamo Cristo, ci condanniamo all'isolamento, alla morte, perché non c'è vera vita e vera comunione se non nel Signore, in colui che è l'Amore. Solo l'amore unisce.  


- Madre Anna Maria Cànopi - 
Da: “Oggi un bambino è nato per noi”, Anna Maria Cànopi, Editore: San Paolo Edizioni



Quante scelte nella nostra vita forse sono compiute con la mentalità del provvisorio e dell'aleatorio e non sotto lo sguardo di Dio, nella purezza della fede, nella chiarezza della verità e nella forza dell'amore!  

- Madre Anna Maria Cànopi - 
Da: “Oggi un bambino è nato per noi”, Anna Maria CànopiEditore: San Paolo Edizioni


Buona giornata a tutti. :-)















venerdì 13 maggio 2016

Aurora della vita nuova – Madre Anna Maria Cànopi -

Vergine purissima,
innocenza del mondo,
tu sei l’aurora
che si dischiude ogni mattina
davanti al nostro sguardo;
con te ogni cosa rinasce limpida e buona,
e in ogni cuore fiorisce la speranza.
Il tuo immacolato candore
ci attiri alla bellezza dell’eterno Amore,
il tuo dolce sorriso
sia luce ai nostri passi,
dissipi le nubi dei nostri timori.
Accanto a te, Maria,
la nostra vita scorra
nella serenità e nella pace:
tu, che sei nata
per donare al mondo Gesù,
Figlio di Dio e nostro Salvatore,
fa’ che nelle nostre case
fiorisca la vita, regni l’amore,
abbondi la gioia
a lode e gloria di Dio,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
Amen.

(Madre Anna Maria Cànopi)


Fonte: Il respiro dell’anima,Ed. Paoline, pag.103, Preghiere mariane





Concedici, Signore, il dono del silenzio!
Rendici una dolce e perfetta  consonanza d'amore
per lodarti degnamente celebrando la liturgia del silenzio
con la santità della vita.
Non lasciarci disperdere nella vanità delle nostre parole,
ma  fa' che, immersi nel tuo Verbo,
attingiamo alla sorgente del tuo ineffabile mistero
l'esultanza della pura lode.
Amen. Alleluja!

(Anna Maria Cànopi)
 abbadessa del Monastero Benedettino "Mater Ecclesiae" Isola di San Giulio - Novara)





O Bellezza immacolata

O Bellezza immacolata,
Fiore di Luce,
Fiamma incandescente,
Santissima Trinità!
Nessuna parola umana
è adeguata a lodarti,
per questo a te si addice
silenzio e adorazione.
Tu hai posto un sigillo di fuoco
nell’intimo dei nostri cuori:
per sempre noi siamo tuoi.
Fa’che portiamo degnamente
il tuo Santo Nome
perché tutta la nostra esistenza
sia un’irradiazione della tua gloria,
una lode incessante
alla tua infinita misericordia.
Amen.


- Madre Anna Maria Cànopi - 


Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 28 marzo 2016

Poesia di Pasqua - Charles Singer -


E' Pasqua
Con te, Signore risorto,
prendo la strada della vita:
lascio la morte delle parole cattive
per aprirmi all'amicizia;
lascio l'oscurità delle bugie
per essere limpido e sincero;
lascio i pugni e le canzonature
e tendo la mano per chiedere perdono;
allontano l'egoismo dalle mie mani
e dal mio cuore;
credo in te, Signore della vita,
che hai sconfitto la morte.
Con te, Signore,
cammino già sulla strada della vita!
Con te, Signore risorto,
cammino su una strada di resurrezione!

- Charles Singer  - 

"Noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità. 

Con il nostro atteggiamento, con la nostra testimonianza, con la nostra vita, diciamo: Gesù è risorto! Lo diciamo con tutta l’anima."
- Papa Francesco -
lunedì dell'Angelo 2015


Un'alba a colori di gioia 

Oggi possiamo ancora dirci con gioia: Il Signore è risorto! 
È veramente risorto! Sono trascorsi due millenni da quando se lo dicevano le pie donne e gli apostoli, stupiti e ancora come in sogno, come chi piange e ride insieme davanti a una notizia incredibilmente bella.
Tu eri la Gioia nel cuore del Padre, la purissima gioia dell’essergli Figlio e sei venuto come sorriso divino a dissipare le nostre umane tristezze. 
Annunzio di gioia il tuo concepimento nel grembo verginale di Maria, evento di gioia la tua nascita a Betlemme, notizia di gioia il tuo evangelo. 
Prezzo di gioia fu la tua croce e gioia per sempre la tua resurrezione. 
Il Signore risorto ci comunica la sua vita, la sua pace, la sua gioia. 
Tutta la creazione ne è coinvolta, non soltanto l’uomo; tutti gli elementi del cosmo sono investiti dell’energia divina irrompente dal sepolcro di Cristo. In Cristo risorto tutto il mondo viene purificato. La gioia pasquale è il canto della vita nuova, della santità dei figli di Dio.
La gioia del Risorto è la fonte della nostra pace. “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: - Pace a voi!- Detto questo mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono a vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: - Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,19-22).
La scena è stupenda e commovente: Gesù appare ai discepoli riuniti insieme; li abbraccia con il suo sguardo, dà loro il saluto di pace, infonde in essi lo Spirito santo, fa vedere e toccare le sue piaghe, i segni della sua crocifissione. Entra attraverso le porte chiuse, anche quelle del loro cuore assorbito dalla tristezza e paralizzato dalla paura. Facendosi riconoscere ravviva in loro la fede e la speranza, suscitando grande gioia. Anche oggi Gesù è vivo e sta in mezzo a noi mostrandoci i segni del suo amore.
La gioia dei discepoli è la nostra gioia. 
È la gioia che fa ardere il cuore. … Due discepoli erano in cammino … Verso il tramonto il grande, infaticabile Pellegrino del mondo si accompagnò ai due discepoli sulla strada di Emmaus. 
Essi non avevano nella loro bisaccia che una pesante riserva di tristezza: egli subito la vide, vi mise sopra le mani per dissolverla, per far vedere che era roba vecchia da buttare via. 
E tanto vi riuscì che, arrivati ad Emmaus, invece di tristezza poterono offrire anche a lui pane di festa. Fu però soltanto quando egli scomparve che lo riconobbero e capirono donde veniva quell’ardore che andava crescendo nel loro cuore mentre lo ascoltavano. Questa sembra una storia di quel lontano giorno, invece è sempre la nostra attualità. 
La fede, infatti, conosce fin troppo la malinconia del “giorno che declina” e si tira dietro spesso una fiacca speranza. Il sostegno della presenza di quel Compagno di viaggio ci è indispensabile. Signore, con cuore di pellegrini, lungo le strade di questo mondo, aneliamo alla tua presenza di pace e di gioia. Dissetaci fin d’ora con quell’acqua viva che tu solo sai donare; diventeremo così, per altri assetati, fontane di villaggio per una sosta di pace e di ristoro.
Vieni incontro a noi lungo i sentieri dei nostri umani smarrimenti, entra a porte chiuse da noi e alita sui nostri volti la fragranza del tuo Spirito; allora vivremo anche noi da risorti, annunziando con gioia a tutti gli uomini che tu sei l’unico nostro Salvatore. 
Concedici di camminare sulle piste della fede con accesa nel cuore la stella della speranza come chi sa di andare sicuro verso l’aurora. Allora tu, radiosa stella del mattino, brillerai nell’intimo del nostro cuore e noi, figli della resurrezione, staremo in bianche vesti, con volti raggianti di gioia, alla tua gloriosa presenza esultando per il trionfo dell’ Amore.

- Madre Anna Maria Cànopi - 
Fonte:  Il vangelo della gioia, Paoline Editoriale Libri, Milano 2001



Buona giornata a tutti. :-)





































Buona giornata a tutti. :-)








martedì 15 marzo 2016

Grandezza di un falegname di nome Giuseppe – don Tonino Bello -

Dimmi, Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria? 
Forse un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco, snello come lo stelo di un fiordaliso? 
O forse un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l'arco della sinagoga? 
O forse un meriggio d'estate, in un campo di grano, mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà, si adattava all' umiliante mestiere di spigolatrice? 
Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi; e poi tu la notte hai intriso il cuscino con lacrime di felicità? 
Ti scriveva lettere d'amore? Forse sì; e il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l'armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che oramai non si aprono più, ne conservi ancora qualcuna. Poi una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta, e le hai cantato sommessamente le strofe del Cantico dei cantici: "Alzati, amica mia, mia bella e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, e se n'è andata. I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro".
E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero. 
È venuta sulla strada, facendoti trasalire. 
Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto. Solo tu, il sognatore, potevi capirla. Ti ha parlato di Jahvé. Di un angelo del Signore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo. Di un progetto più grande dell'universo e più alto del firmamento che vi sovrastava.
Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre. Fu allora che la stringesti per la prima volta al cuore, e le dicesti tremando: "Per te, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria. Purché mi faccia stare con te". Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. (...) E io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. 
Lei ha puntato tutto sull'onnipotenza del Creatore.
Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura.
Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza.
La carità ha fatto il resto, in te e in lei.

- don Tonino Bello - 



...Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico - che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui...

- Papa Benedetto XVI –
dal "Messaggio per la Quaresima 2011" 



"Prendete a Modello la Famiglia di Nazareth
che, pur chiamata ad una missione incomparabile,
fece il nostro stesso cammino,
tra gioie e dolori, 
tra preghiera e lavoro,
tra speranze e prove angustianti,
sempre radicata nell'adesione alla volontà di Dio".

Dal Magistero di san Giovanni Paolo II, papa


Arca di salvezza


Mio Signore, unico Bene a cui anela la mia anima,
tu mi hai attirata nella solitudine perché tutto
il mio essere stia raccolto in te in silenzio di adorazione,
in preghiera di lode e di supplica
per tutti i tuoi figli, miei fratelli sparsi per le aspre vie del mondo.

Il tuo tabernacolo d'amore
sia la mia arca di salvezza in cui rimango sempre per attirare anche loro.

Dammi lacrime di sincera compunzione per la mia miseria
e i miei peccati, distendi sui miei occhi l'ombra della tua croce
e distilla nel mio cuore il sangue preziosissimo che sgorga
dal tuo costato.

Veglia sui miei passi di giorno
e sul mio riposo di notte; difendimi dal maligno
e custodiscimi nella tua pace,
affinché in questa povera creatura che io sono
si possa manifestare agli smarriti di cuore
la tua bontà smisurata verso tutti
e la splendida gloria del tuo Amore.


- Madre Anna Maria Cànopi - 






Buona giornata a tutti. :-)