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venerdì 12 maggio 2017

La venerazione della Parola – Padre Andrea Gasparino

C’è un’altra affermazione della Chiesa che è molto più impressionante, mi pare, al riguardo dell’importanza della Parola di Dio.
È una delle affermazioni più impressionanti del Concilio sulla Parola di Dio, secondo me. Si trova nel Decreto Dei Verbum al n. 21:
«La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il corpo stesso di Cristo» (Dei Verbum 21).
La Chiesa sa che nelle cose dello spirito siamo distratti e assenti e allora ha maturato tutta una sua pedagogia per richiamarci alla realtà della Parola di Dio.
La Chiesa anzitutto ci richiama col suo esempio, ha tutto un suo contegno esteriore molto singolare, quando accosta la Parola di Dio. 
Nella liturgia il ministro non legge la Parola da seduto come noi si legge il giornale. 
Vuole che il ministro-lettore si alzi in piedi. 
Non vuole che la Parola sia letta bisbigliando, ma che sia proclamata con solennità come un messaggio, come anticamente faceva l’araldo. 
L’araldo avanzava davanti a tutto il popolo scortato da molto apparato. Squillavano le trombe, poi dall’alto del suo cavallo egli leggeva il proclama del suo Signore…
Al momento più solenne della Parola, al Vangelo quando Cristo stesso parla, la Chiesa comanda a tutto il Popolo di Dio di ascoltare in piedi. 
Nelle Messe solenni il Libro Santo viene portato davanti al popolo con molta solennità. 
Il diacono lo porta ben sollevato in alto, come se portasse un tesoro, lo accompagnano gli altri ministri dell’altare, con ceri e incenso. 
Durante l’incedere solenne della Scrittura il coro deve eseguire il canto gioioso dell’Alleluia, poi, eseguita la lettura, il ministro deve chinarsi a baciare il Libro e farlo baciare dal ministro principale.
Perché tutto questo rituale esteriore intorno alla Parola di Dio? 
È la pedagogia della Chiesa che l’ha pensato, e l’ha pensato tutto questo apparato a motivo proprio del nostro infantilismo, della nostra superficialità. Siamo tanto bambini e siamo tanto distratti: un pò di apparato esteriore ci è utile almeno a capire che siamo davanti a delle cose importanti: Dio ci sta parlando, non posso sottovalutare l’importanza della Parola che Dio mi porge.
Non è un pro-forma tutto questo apparato della Chiesa, è tutta una pedagogia che io devo sforzarmi di cogliere.
La Chiesa in sostanza vuole che io faccia nascere in me un atteggiamento di fondo che mi aiuti a cogliere il dono di Dio, la sua Parola. 
Naturalmente l’atteggiamento esteriore conta poco senza quello interiore, ma la Chiesa mi insegna a non trascurare in me l’atteggiamento esteriore perché è il primo passo verso quello interiore. 
Il mallo non è la noce, ma senza mallo la noce non può esistere: l’esteriore non è l’interiore, ma senza esteriore rischio di perdere l’interiorità.
Non posso ascoltare la Parola di Dio come ascolterei il giornale-radio, come aprirei una rivista a un tavolino del bar, come leggerei un foto-romanzo. 
No, è un altro mondo quello della Parola di Dio. Io devo prepararmi esternamente per maturare ad un determinato atteggiamento interiore.
Davanti alla Parola di Dio la Chiesa ci vuole maturi all’ascolto, coscienti di chi parla, coscienti della nostra dipendenza da lui, direi che la Chiesa ci chiede di aprirci al senso del sacro.
Una volta, in Africa, ho chiesto ad un piccolo arabo: «Che cosa hai imparato oggi alla scuola del Corano?». Lui si illuminò e mi disse la frase del Corano che aveva imparato. Allora gli chiesi: «Scrivi sulla sabbia le parole che hai imparato». Mi guardò quasi terrorizzato e mi disse: «No, la Parola di Dio si scrive nella mente e nel cuore, non si scrive per terra!». Non sapevo che nessun arabo può profanare la Parola scrivendola per terra.
Ecco, il senso del sacro è sovente quello che difetta in me quando all’ Eucaristia la Chiesa mi porge la Parola di Dio. 
Per fedeltà alla Chiesa io devo far nascere in me tutta una problematica nuova nel rispetto della Parola:

• nell’accostarmi alla Parola
• nel riceverla
• nell’accoglierla in me
• nel coltivarla quando l’ho accolta.

Anzitutto il senso del sacro mi obbliga a non profanarne un briciolo di Parola di Dio. Ricevendo l’Eucaristia non lascerei cadere i frammenti eucaristici senza cura, calpestandoli. Nulla deve andar perduto della Parola di Dio, cioè devo acuire in me in modo talmente forte il senso del sacro, vietarmi ogni distrazione e ogni leggerezza. Tutto ciò che posso capire devo afferrarlo, niente deve andare perduto!
Una profanazione grave è l’impreparazione, l’ignoranza. 
Se la Parola di Dio non mi sfiora neppure, sotto c’è con probabilità un problema grave di ignoranza. 
Mi deve far paura l’ignoranza; l’ignoranza è il nemico più micidiale della fede! La Chiesa ha più paura dell’ignoranza che della persecuzione perché fa più strage nelle menti l’ignoranza che non la persecuzione. 
Ormai esistono tanti sussidi per capire la Parola di Dio, per prepararsi alla Parola di Dio. 
Che cosa vi costerebbe la domenica andare a Messa conoscendo già la Parola che vi verrà letta? 
È come offrire al giardiniere un pezzo di terra già ben lavorato, con la terra zappata, sarchiata, concimata… date a un giardiniere un bel pezzo già pronto con una terra buona, nera, piena di humus, poi vedete che miracolo succede in quelle mani esperte, di quel pezzo di giardino già preparato. 
Oggi, un Vangelo costa nulla, costa meno di un pacchetto di sigarette. 
Il libretto che vi riporta la Parola di Dio per un mese intero costa meno di un giornale. Non abbiamo scuse se vogliamo andare a Messa ben preparati all’ascolto della Parola.
Poi ci vuole il senso del sacro nell’applicare la Parola. 
Ogni volta che vado alla liturgia dovrei chiedermi: che cosa avrà da dirmi oggi il Signore? 
Da dire a me, proprio a me… non a mia madre, non a mia sorella, non al prete; a me, proprio a me. 
Perché è quasi come entrare in una grossa farmacia con tutti gli scaffali pieni, con un labirinto di medicamenti: nello scaffale c’è la bottiglietta che fa per me, per la mia bronchite, ma se io lo ignoro, se della mia bronchite non me ne fa niente, se io invece di comprare lo sciroppo per la mia bronchite penso solo ad acquistare il cerotto per il dito di mia madre, allora non c’è alternativa, la mia bronchite me la devo tenere.
Io alla liturgia devo chiedere al medico divino quale medicina ha preparato per me. 
Lui ce l’ha pronta, aspetta solo che io la chieda, ma se io sono entrato da lui solo per curiosare tra gli scaffali, si capisce che non mi dà nulla e quel che è peggio… i miei mali me li debbo tenere perché quello è il suo stile. 
Lui non guarisce chi non vuole guarire, non cura chi non vuoi essere curato.
Poi c’è il dopo… Dopo l’ascolto della Parola ci sono altri problemi importantissimi. 
Se mi son comperato in farmacia il ricostituente lo devo prendere, finché lo tengo nella tasca del cappotto non ci siamo. Lo devo prendere e devo anche rispettare le dosi secondo le istruzioni allegate. 
Ho conosciuto un tizio che è andato all’altro mondo perché ha ingoiato tutto il tubetto degli antibiotici che doveva prendere a scadenza… e conosco tanta gente che, di fronte ad una medicina amara, prende il primo cucchiaio poi la mette là. 
No, la medicina per far bene va presa a dosi giuste, rispettando le prescrizioni mediche adatte. 
Voglio dire: quando nella liturgia ho trovato la Parola che Dio ha preparato per me, la devo tenere preziosa, la devo tirar fuori, la devo scavare, la devo lavorare; devo cioè iniziare tutto un processo di assimilazione.
Mi aiuterebbe molto anche una cosa: cambiarla in preghiera. 
Polarizzare l’attenzione sulla frase che fa per me, poi portarla a casa come un piccolo tesoro di Dio da studiare, da approfondire, da amare.

Una parola di Dio che mi penetra nel sangue può far cambiare rotta alla mia vita.

- Padre Andrea Gasparino -




Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 24 marzo 2017

da: Richiami del deserto – Padre Andrea Gasparino

Certe volte il silenzio accende la carità.
C’è un silenzio che viene da Dio e porta a Dio, ma c’è un silenzio che viene dall’egoismo e porta all’egoismo.
Non deve uscire dalla mia bocca ciò che non uscirebbe se fosse presente quella persona di cui parlo.
Di fronte a una mormorazione non ho il diritto di lasciar correre, perché non posso lasciar correre un’ingiustizia.
Se critico con viltà devo riparare. Non è un atto di generosità, ma semplicemente un preciso dovere di coscienza.
A volte, esprimendo un giudizio cattivo o almeno negativo su un responsabile, distruggo la confidenza e la stima: se me ne rendo conto ho una colpa davanti a Dio, ho sulla coscienza  l’obbligo di una riparazione che spesso purtroppo …. non si ripara più.
La carità esige che io indovini i bisogni degli altri.
Se non si sta attenti, l’orgoglio ferito porta a immancabili peccati contro la carità.
Facendo la carità ai poveri posso violare la carità: mancando loro di rispetto, violando la loro libertà, giudicandoli.
Non mi è lecito disprezzare nessuno, nemmeno il più peccatore.
Chi è ironico è soggetto a gravi mancanze di carità.
Chi è ironico sovente è rispettato da tutti ma amato da nessuno.
Posso non comprendere tutti, ma devo rispettare tutti.
Chi per temperamento o per abitudine è portato alla finzione, porta in sé un grave ostacolo alla carità.
L’amicizia non è un male, è un bene, è un dono di Dio, posso farne un mezzo che mi porta a lui o un mezzo che mi allontana da lui.
L’amicizia vera non è fatta di infingimenti e di segreti.
L’amicizia che mi porta a dimenticare gli altri non è amicizia buona.
L’amicizia che distoglie dalla preghiera e dall’intimità con Dio è amicizia di cattiva lega.
L’amicizia vera è fatta di sacrificio.
L’amicizia vera non è gelosa né esclusivista.
L’amicizia vera fortifica il cuore nella fedeltà a Dio e nell’amore al prossimo.
Bisogna perdonare anche quando il perdono è impossibile.
Ecco un testo importante per la vita comune, contenuto nella regola di Taizè: 


“Il prendere in giro le persone è un veleno della vita comune, è una cosa perfida, perché in questo modo sono lanciate in faccia verità che non si osano dire a tu per tu. E’ anche una cosa bassa , perché rovina la persona di un fratello davanti agli altri.”
- Padre Andrea Gasparino -
Fonte: "Richiami del deserto” di Andrea Gasparino, Ed. Paoline, pagg, 21,22,23


"Se volete imparare a pregare, salvatevi dalla preghiera parolaia, come si fa? Voi dovete arrivare alla preghiera di ascolto, che si fa silenzio e ascolta Dio. Se la preghiera non è amore, non è preghiera di qualità" 

- Padre Andrea Gasparino - 



"Siamo talmente indaffarati a godere i beni della vita che non ci rimane più il tempo per essere riconoscenti a Dio di quello che abbiamo." 

- Padre Andrea Gasparino - 


Buona giornata a tutti. :-)





domenica 8 gennaio 2017

Maestro insegnaci a pregare – Padre Andrea Gasparino -

"Si potrebbe dire che nella preghiera comandano tre pulsanti. 
Impara a pregare chi è capace di maneggiare i tre pulsanti.
Il primo pulsante è l’umiltà, che vorrei descrivere così: far la verità in noi come primo atto della preghiera.
Mettersi davanti a Dio come si è, non come si vorrebbe essere: fare la verità, fare il punto della nostra situazione con molta concretezza, con molta sincerità anche rude, profonda, senza mezze misure, toglierci le maschere, presentandoci a Dio come siamo…
Non aver paura di perdere tempo in questa operazione di avviamento… non è avviamento è già vera preghiera, infatti è già amore.
Gli altri due pulsanti sono: aprirsi all’amore di Dio e amare.
..Accorgersi dell’amore di Dio per te.
Direi che è il pulsante decisivo: se è forte la convinzione che Dio ti ama personalmente, sinceramente, costantemente, fedelmente; se è forte la convinzione che Dio ti ama anche se tu non rispondi (ma bada dev’essere una convinzione profonda, non un’idea peregrina che ti passa in testa); se tu sei proprio persuaso dell’amore di Dio per te, allora la preghiera parte sola senza sforzi.
Dio mi ama!
Ecco il punto di fuoco della preghiera, ma deve essere un punto di fuoco che cambi in fuoco il tuo rapporto con lui.
Le persone con la preghiera fiacca o malata non hanno ancora capito che Dio le ama…
Dovete lottare con tutte le forze per costruire in voi questa convinzione.
Non bastano pochi sforzi.. Capire che Dio ci ama è come entrare nel profondo di Dio, nel cuore di Dio.. Ogni pagina della scrittura è una scuola dell’amore di Dio, ma chi non impara a leggere nell’amore rimane analfabeta dell’amore.
Chi non fa questo sforzo rimane solo un turista dell’amore…
Poi viene il terzo pulsante: amare! Come si ama nella preghiera? 
E’ difficile dirlo. Forse tutto sta in una cosa semplicissima, tutto sta nell’imparare a offrirci a Dio..
Il cammino della preghiera dovrebbe consistere in questi tre passaggi:

Parlare  (preghiera vocale)
Ascoltare (preghiera di ascolto)
Rispondere  (preghiera di amore)….

“La preghiera è un bene sommo,
è una comunione intima con Dio,
deve venire dal cuore,
deve fiorire continuamente,
giorno e notte.
E’ luce dell’anima,
vera conoscenza di Dio,
mediatrice tra Dio e l’uomo;
è un desiderare Dio,
è un amore ineffabile
prodotto dalla grazia divina” 
(San Giovanni Crisostomo)

- Padre Andrea Gasparino -
tratto da “Maestro insegnaci a pregare”, Andrea Gasparino. Ed. Elledicì





Noi dobbiamo tuttavia pregare che il fuoco del giudizio - cioè il fuoco dell'amore divino - consumi non i peccatori, ma la parte di male che è in ciascuno di essi. 
Così la divisione fra "capri" e "pecore" di cui parla la scena del giudizio universale non si farebbe tra due moltitudini di esseri umani, ma all'interno di ciascuno di loro.

- Olivier Clement -








Mio Dio,
mi hanno detto che Tu,
molte volte,
hai parlato ai Tuoi amici:
ad Abramo, a Mosè, a David,
al Tuo figlio Gesù
quando viveva tra noi,
a San Francesco....
Mio Dio,
mi hanno detto che Tu
parli sempre a chi vuole ascoltarti.
L'universo intero,
le creature della terra,
le opere dell'uomo,
i fatti e le persone,
le pagine della Bibbia
sono pieni di te.
Io mi siedo.
Tante voci mi piovono addosso,
ogni giorno, ogni istante.
I genitori, i professori e
gli amici, i cantanti e i campioni,
la televisione e i giornali...
tutti vogliono dirmi la loro.
Io mi siedo,
con la testa in silenzio,
con il cuore tranquillo,
con il corpo disteso.
Ecco,
tra mille emittenti,
voglio sintonizzarmi
con Te.
Sono pronto.
Mio Dio, parla.
Io ti ascolto.


- Tonino Lasconi - 

sabato 30 luglio 2016

Conosci la preghiera del cuore? - Padre Andrea Gasparino -

Il cristiano vale quanto prega.
"Signore Gesù Cristo figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore."


Conosci la preghiera del cuore?
Sai che cos'è? Vuoi sperimentarla?
Chi la scopre, sperimenta una strada di preghiera che trasforma la vita.

Anzitutto...
Prima di tutto riconosci che la preghiera è dono e che hai sempre bisogno di imparare a pregare.
Ti sei già posto con realismo il problema?
Quando preghi se sei sincero, ti accorgi che è più il tempo che passi nelle distrazioni, del tempo che stai con il Signore.
Se sei sincero, capirai che la tua preghiera è parolaia, e non ti mette a contatto con Dio.
Se sei sincero, capirai che c'è tanta poca preghiera nella tua preghiera.
Certi rosari che la gente recita sono mucchi di foglie secche. Prova un po' dopo un rosario a farti la domanda: ma ho parlato con la Madonna? Che cosa le ho detto? Il Papa raccomanda il rosario ogni giorno, ma non intende certo il rosario parolaio che non lascia spazio alla riflessione e al contatto con la Vergine Santa.
Ti sei già accorto?
Hai già notato che quando preghi sei abituato a dare consigli a Dio, sei abituato a imporre la tua volontà a Dio e sei abituato a chiedere, chiedere, chiedere, sempre chiedere.
Questo è proprio preghiera? Hai già notato che ringrazi tanto poco? Sei immerso nei doni di Dio dal mattino alla sera e sei capace a passare anche un giorno intero senza mai dire un grazie sincero a Dio. Ti comporti con Dio come certi bambini maleducati che prendono e pretendono e non dicono mai grazie.
Sei anche capace a stare giorni e settimane senza un grazie sincero a Dio.
La preghiera parolaia scade facilmente nell'ipocrisia, perché chi vi è abituato si illude di pregare, invece non prega affatto.
L'abitudine alla preghiera parolaia è un male terribile che addormenta la coscienza e illude. L'abitudine alla preghiera parolaia si potrebbe chiamare il cancro della preghiera.
Dire basta!
E' urgente dire basta! E' urgente interrogarti: "ma io so pregare?" Se è parlare con Dio ed è ascoltare Dio, dopo la preghiera dovrei avere la sensazione di aver parlato con Lui, di aver comunicato con Lui. S. Agostino ha detto:
"Come può Dio ascoltarti se quando hai pregato non sai cosa gli hai detto?"
Una domanda
Ecco ora una domanda chiave, una domanda inquietante. Da tanti anni preghi, ma che cosa è cambiato nella tua vita?
La tua preghiera, sin qui, che cosa ti ha dato? Li conosci i tuoi difetti? Lavori intorno ai tuoi difetti? E' migliorata la tua vita spirituale? Sei cresciuto?
Se la preghiera è separata dalla vita è la prova che è una preghiera da poco, forse non è neppure preghiera, forse devi ricominciare tutto da capo…
Prova a farti alcune domande essenziali:
- Che cos'è pregare?
- Qual è l'anima della preghiera?
- Cosa posso fare per cominciare a pregare veramente?
Devi cioè introdurti nella preghiera vera, che noi chiamiamo preghiera del cuore.
Non pensare a niente di sentimentale, la preghiera del cuore è un cammino spirituale serio, ma che ti aprirà le porte della vita spirituale profonda, se tu avrai l'umiltà e il desiderio concreto di imparare...
La preghiera del cuore si potrebbe anche chiamare: preghiera di silenzio o preghiera contemplativa.
Ma insomma, cos'è la preghiera del cuore?
Per rispondere in modo adeguato vorrei spiegarti prima qual è la vetta della preghiera del cuore, ma naturalmente per arrivare alla vetta bisogna prendere delle abitudini nuove nella preghiera.
La vetta
Dunque la vetta della preghiera del cuore è la preghiera sanguinante del Getzemani:
"Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta"
Crediamo che non ci sia una preghiera più grande di questa.
Ma per arrivare alla vetta bisogna camminare decisi nella preghiera del cuore e prendere abitudini nuove.
Abituati ogni giorno a dedicarvi un quarto d'ora (faresti bene a controllare il tempo con l'orologio) e impegnati:
- a rilassarti, sta seduto o sta in ginocchio, ma ben rilassato
- chiudi gli occhi
- concentra il tuo pensiero sulla presenza di Dio in te. Gesù ha detto: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,22).
- concentrati per esempio sulla presenza in te dello Spirito Santo, e scegli una parola da ripetere incessantemente come:
"Spirito Santo, aprimi all'amore"oppure "Spirito Santo, io ti amo" o semplicemente "Spirito Santo!"
Oppure, concentrati sulla presenza di Gesù in te e prega ripetendo, se credi:
"Gesù Salvatore, salvami" oppure "Gesù, io ti amo" o semplicemente "Gesù!"
Oppure concentrati sulla presenza del Padre in te e prega ripetendo, se credi:
"Padre mio, mi abbandono a te"
oppure "Padre, io ti amo" o semplicemente "Padre!"
- al termine del quarto d'ora di intimità con Dio, fatti questa domanda:
Signore, qual è la gioia che posso dare oggi a chi vive accanto a me?
Signore, qual è la tua volontà su di me, oggi?
Ecco, questo è l'allenamento alla preghiera del cuore.
La preghiera del cuore non deve mai trascurare la preghiera di ascolto.
E' la Parola di Dio la linfa vitale della preghiera cristiana. La preghiera del cuore è il momento culminante dell'ascolto. Ogni giorno prega il Vangelo della Liturgia del giorno collegandolo sempre alla tua vita concreta.
Da quel Vangelo trova una parola/messaggio che utilizzi per fare la preghiera del cuore rivolto al Padre, o al Figlio, o allo Spirito Santo, presenti in te.
Sii costante e toccherai con mano la potenza della preghiera del cuore sulla tua vita.


- Padre Andrea Gasparino -
Movim. Contempl. Mission. "P. De Foucauld"- Cuneo



Che cosa diremo di questa preghiera divina, l’invocazione del Salvatore: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore»?
È una preghiera, un voto, una confessione di fede la quale ci conferisce lo Spirito Santo e i doni divini, purifica il cuore e scaccia i demoni; è la dimora di Gesù Cristo in noi, una sorgente di riflessioni spirituali e di pensieri divini; è la remissione dei peccati, la guarigione dell’anima e del corpo, lo splendore ...della luce divina; è una fonte di misericordia celeste che effonde sugli umili la rivelazione e l’iniziazione ai misteri di Dio. È la nostra unica salvezza perché contiene il Nome salvifico del nostro Dio, il solo Nome sul quale possiamo contare, il Nome di Gesù Cristo, il Figlio di Dio: « Non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale possiamo essere salvati », come ricorda Pietro (At 4,12).
Per questo tutti i credenti devono continuamente confessare questo Nome: sia per proclamare la nostra fede e testimoniare il nostro amore per il Signore Gesù Cristo, dal quale nulla deve mai separarci, sia inoltre a causa della grazia che ci viene dal suo nome, a motivo della remissione dei peccati, della guarigione, della santificazione, dell’illuminazione, e soprattutto a causa della salvezza che ci ottiene. Il santo Vangelo dice: « Questi segni sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio ». Questa è la fede! E il Vangelo aggiunge: «e perché, credendo, abbiate la vita nel suo Nome» (Gv 20,31). Questa è la salvezza e la vita!

- San Simeone di Tessalonica -

"Gesù non ha detto che il Padre dà lo Spirito a chi lo merita; ha detto che dà lo Spirito a chi lo chiede. Allora bisogna chiederlo con fede e con costanza"

 - padre Andrea Gasparino -


Buona giornata a tutti. :-)


















lunedì 4 luglio 2016

Signore, ricordati dei preti – Padre Andrea Gasparino

Signore,
donaci dei preti nuovi plasmati su di te.
Preti adatti al mondo di oggi,
che resistono a tutti gli sbandamenti e a tutte le mode.
Preti pieni di Spirito Santo,
preti innamorati di te, dell’Eucaristia, della Parola.
Preti spezzati alla preghiera.
Preti che non guardano l’orologio quando stanno davanti a te,
preti capaci di pregare di giorno e di notte,
capaci come Gesù di passare anche le notti in preghiera.
Preti che insegnano a pregare.
Preti appassionati dei giovani, dei poveri, degli ultimi.
Preti rotti a tutte le carità,
che sanno accogliere il drogato, il carcerato, la ragazza che abortisce, l’omosessuale, la coppia sfasciata,
capaci di tenerezza e di misericordia per tutte le disperazioni del mondo di oggi.
Signore,
mandaci dei preti da battaglia,
umili,
senza storie per la testa,
umili e fedeli alla chiesa,
che insegnano ad amare la chiesa,
correggendo su se stessi i mali della chiesa,
che si puntano il dito addosso prima di puntarlo sulla chiesa.
Mandaci preti senza storie borghesi,
allenati al sacrificio,
che sanno parlare ai giovani di sacrificio,
che vivono la povertà evangelica,
che sanno dividere tutto quello che hanno con il povero.
Mandaci preti aggiornati con una teologia dagli scarponi ferrati che sa resistere alle mode di pensiero e ai compromessi mondani.
Preti che non si aggiogano al carro di chi la sa più lunga dei Vescovi e del Papa.
Mandaci preti di punta,
preti creativi,
dal cuore grande come il cuore di Cristo,
instancabili nell’insegnare,
nel guidare, nel formare.
Preti costanti, resistenti, tenaci.
Mandaci preti profeti,
forti e umili che non si scandalizzano di nessuna miseria umana.
Mandaci preti che si sentano peccatori come noi,
fedeli e fieri del loro celibato,
preti limpidi che portino il Vangelo stampato nella loro vita più che nella loro parola.
Signore,
donaci il coraggio di chiedere preti santi e di meritarli un poco almeno con la preghiera umile, costante e coraggiosa.
Maria,
madre dei preti,
madre della chiesa,
aggiungi tu quello che manca a questa preghiera e presentala a Cristo per noi.
Amen.

(Padre Andrea Gasparino)
un pò di biografia: http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/03/padre-andrea-gasparino-biografia.html





"Quando il nemico sembra prevalere in battaglia, quando le sue forze sembrano soverchianti, quando la strategia di combattimento sembra far indietreggiare le truppe .... allora la battaglia sia portata avanti in maniera diversa, si moltiplichino  le "cellule"  del bene, i guerrieri restino uniti, la guerriglia si faccia intensa e fastidiosa; si ritrovi lo spirito di corpo, si serrino i ranghi della fraternità, si sopporti l'andare controcorrente, non si perda occasione per, agili e leggeri, colpire al cuore il nemico potente ... 
"A noi la battaglia,  a Dio la vittoria." 

- San Giovanna d'Arco - 










Buona giornata a tutti. :-)