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lunedì 22 luglio 2013

Il filo del ragno – don Bruno Ferrero -

Uno strozzino morì.
Per tutta la vita, egoista e spergiuro, aveva accumulato ricchezze sfruttando i poveri e carpendo la buona fede del prossimo.
La sua anima cadde nel profondo baratro dell'inferno, che le avvampò tutt'intorno.
Gridò allora: "Giudice supremo delle anime, aiutami. Concedimi una sosta, fa' sì che ritorni sulla terra e ponga rimedio alla mia condanna!".
Il Giudice supremo lo udì e chinandosi dall'alto sul baratro dell'inferno chiese: "Hai mai compiuto un'opera buona, in vita, cosicché ti possa aiutare adesso?".
L'anima dello strozzino pensò a tutto quel che aveva fatto in vita, e più pensava e meno riusciva a trovare una sola azione buona in tutta la sua lunga esistenza.
Ma alla fine si illuminò e disse: "Sì, Giudice supremo, certo!
Una volta stavo per schiacciare un ragno, ma poi ne ebbi pietà, lo presi e lo buttai fuori dalla finestra!".
"Bravo! - rispose il Giudice supremo. - Pregherò quel ragno di tessere un lungo filo dalla terra all'inferno, e così ti ci potrai arrampicare".
Detto fatto.
Non appena il filo di ragno la toccò, l'anima dello strozzino cominciò ad arrampicarsi, bracciata dopo bracciata, del tutto piena d'angoscia perché temeva che l'esile filo si spezzasse.
Giunse a metà strada, e il filo continuava a reggere, quando vide che altre anime s'erano accorte del fatto e cominciavano ad arrampicarsi anch'esse lungo lo stesso filo.
Allora gridò: "Andate via, lasciate stare il mio filo.
Regge solo me. Andatevene, questo filo è mio!".
E proprio in quel momento il filo si spezzò, e l'anima dello strozzino ricadde nell'inferno.
Infatti il filo della salvezza regge il peso di centomila anime buone, ma non regge un solo grammo d'egoismo.

don Bruno Ferrero
Fonte:  L'Importante è la Rosa



Cristo non condanna nessuno alla perdizione, egli è pura salvezza, e chi sta presso di lui, sta entro lo spazio della liberazione e della salvezza. Il male non viene inflitto da lui, ma esiste là dove l'uomo è rimasto lontano da lui, nasce dallo starsene chiusi nel proprio io. 
-
 Papa Benedetto XVI -
(citato in von Balthsar, Sperare per tutti, Jaca Book, Milano 1997, p. 65)



Dio è Uno; l'Universo è un pensiero di Dio; l'Universo è dunque Uno esso pure. Tutte le cose vengono da Dio. Tutte partecipano, più o meno, della natura divina, a seconda del fine pel quale sono create. L'uomo è nobilissimo fra tutte le cose: Dio ha versato in lui più della sua natura che non sull'altre. Ogni cosa che viene da Dio tende al perfezionamento del quale è capace. La capacità di perfezionamento nell'uomo è indefinita. L'Umanità è Una. Dio non ha fatto cosa inutile; e poiché esiste una Umanità, deve esistere uno scopo unico per tutti gli uomini, un lavoro da compirsi per opera d'essi tutti. Il genere umano dovrebbe dunque lavorare unito sì che tutte le forze intellettuali diffuse in esso ottengano il più alto sviluppo possibile nella sfera del pensiero e dell'azione. Esiste dunque una Religione universale della natura umana. 

- Dante Alighieri - 



Cercavo te nelle stelle
quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
ma non mi diedero che poche volte
solitudine e breve pace.
Perché mancavi, nelle lunghe sere
meditai la bestemmia insensata
che il mondo era uno sbaglio di Dio,
io uno sbaglio nel mondo.
E quando, davanti alla morte,
ho gridato di no da ogni fibra,
che non avevo ancora finito,
che troppo ancora dovevo fare,
era perché mi stavi davanti,
tu con me accanto, come oggi avviene,
un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.


(Primo Levi)

Titolo della poesia "11 febbraio 1946". Fa parte della raccolta "Ad ora incerta"



Buona giornata a tutti. :-)

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mercoledì 29 settembre 2010

Inno alla Vergine - Dante Alighieri -

Vergine Madre,
figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana face
di caritate; e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.

Dante, Paradiso XXXIII, 1-21

Incoronazione della Vergine in Paradiso
Antonio Vivarini e Giovanni D’Alemagna
1444 - Venezia, Chiesa di san Pantalon
"Vergine e madre, figlia di Dio e madre di Dio, la più umile di tutte le creature (nella Bibbia Maria si era proclamata «ancilla Dei», "serva di Dio") e la più alta (la creatura umana più vicina alla divinità), oggetto di un decreto eterno di Dio, tu sei colei che nobilitasti tanto la natura umana che il suo Artefice non disdegnò di farsi propria creatura: nel tuo ventre si riaccese l'amore grazie al quale è fiorita questa rosa (la Candida Rosa ove siedono i beati); qui in Paradiso sei luminosa guida di carità, e in terra inesauribile fonte di speranza. Signora («donna», dal latino domina, "padrona") sei tanto grande e potente che chiunque voglia una grazia e non ricorra a te, desidera volare senza ali: la tua bontà non solo soccorre chi prega, ma molte volte spontaneamente previene la  richiesta; in te si concentra tutto ciò che di buono vi è nei mortali (misericordia, pietà, magnificenza e ogni virtù, introdotte dall'anafora «in te ...»).

Domenico da Michelino, Dante e Firenze, Duomo

 Buona giornata a tutti. :-)

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